I nostri dischi preferiti del 2016

Gli artisti che riteniamo più rappresentativi dello zeitgeist contemporaneo, gli album che abbiamo consumato quest’anno alla ricerca di suggestioni e significati, la musica che ci è piaciuta di più negli ultimi 12 mesi, gli highlights discografici del 2016. 

Classifiche, playlist e selezioni vengono compilate con l’intento preciso di deludere qualcuno. Il nostro zibaldone musicale del 2016 non fa eccezione. Sempre senza pretesa di completismo e con la voglia – nonché la consapevolezza – di non riuscire a dare spazio a tutte le proposte meritevoli che si annidano nei Best Of annuali o nella mailing list quotidiane, riavvolgiamo la bobina di quest’annata iper-cinetica e a tratti controversa ma carica di buona musica e spunti di riflessione.

Ci eravamo lasciati qui a metà del 2016 on Skepta, Death Grips e soci…

Un anno che vede nuovamente indie-rock e derivati leggermente in ombra rispetto a quella che sembra una nuova golden age della black music (al netto dell’ottimo ritorno dei Radiohead o dei loro pronipoti alieni Suuns). Assistiamo allora agli exploit di figure ibride in bilico tra l’esser rapper, crooner e soulman (da Childish Gambino a Chance The Rapper), ma c’è anche l’eterno ritorno della old school (sempre borderline i Dalek, ancora guerriglieri gli A Tribe Called Quest). Ci sono poi le evoluzioni jazz di Esperanza Spalding, Yussef Kamaal e Roly Porter; e un’elettronica che sa essere intimista (ANOHNI, James Blake, Nicolas Jaar) e apocalittica (Amnesia Scanner, Shackleton, Autechre). Sebbene un po’ in sordina, la musica “heavy” gode di ottima salute, se pensiamo ai lavori titanici di The Dillinger Escape Plan, Meshuggah e Neurosis ma anche al commovente ritorno dei Touché Amoré. Sciamani invischiati nella sabbie del tempo (Goat, Gonjasufi, The Dwarfs of East Agouza) si uniscono astronauti esistenzialisti come Ryley Walker o King Creosote.
In questo pantano di note ed emozioni, cosa ricorderemo? Il disco a cuore di aperto di Nick Cave, sicuramente.  L’hype iperbolico attorno a Blonde di Frank Ocean. Il regno delle sorelle Knowles (non solo Beyoncé, ma anche Solange). Quella volta in cui MIA e Bon Iver non riuscirono a metter d’accordo tutti? Pj Harvey come una Divinità sul palco del Primavera. E quali saranno gli interrogativi del music business del 2017? Come si evolverà il queer rap (con Mykki Blanco in pole position), ad esempio? E che ne sarà dela trap italiana (noi puntiamo su Ghali)?
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Due personaggi, due eventi e due dischi, però, svettano su tutte le posizioni e le domande, con la statura delle leggende. Le morti di David Bowie prima e Leonard Cohen poi, lasciano un vuoto incolmabile nel 2016 e nella Storia della Musica. Entrambi escono di scena con delle canzoni all’altezza del passato che fu. Due dischi fuori classifica. Due lasciti infiniti. Due anime immortali. Il resto, viene dopo.
E noi ripartiamo proprio da qui con recensioni e riflessioni (cliccate sui titoli in grassetto per approfondire) sui nostri eroi del 2016. Come sempre ce n’è per tutti i gusti.
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Beyoncé: il regno di Queen B?

Musica e politica, vita di coppia e maternità, diritti civili e stereotipi sessuali, emozioni e business: quest’anno Bey ha raggiunto lo status di icona totale?
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Salmo, il Messia?

Il 2016 italiano è anche e soprattutto l’anno di Salmo e del suo Hellvisback: il rapper di Olbia ha resuscitato il rock riportandolo nel mondo terreno grazie ai suoi live continuamente sold out.

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Frank Ocean si mette a nudo

Attesa fastidiosamente surreale ma risultato dannatamente “reale”: il disco più chiacchierato dell’anno resisterà alla prova del tempo?

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L’autunno eterno dei Panopticon

La ricerca mistica di Austin Lunn tra fascinazione per il “Grande Nord” e contaminazioni folk-metal.

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DMA’s: inni da pub o da stadio?

Sidney chiama Manchester: nell’anemico panorama rock-pop contemporaneo le canzoni britpop da cantare a squarciagola firmate dal trio australiano sono una boccata d’ossigeno.

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Nel tugurio mentale di Danny Brown 

Il rapper di Detroit pubblica su Warp il suo lavoro più ambizioso e riuscito: uno spiazzante concept album che frulla (g)rime, distopia e droga.

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Giorgio Tuma: la colonna sonora dell’anima

Poco l’hype, tantissima la sostanza. Il cantautore pugliese ci consegna il disco italiano più sottovalutato (e internazionale) dell’anno: una compendio di gioiellini alt-pop da contemplare nel proprio Eden personale

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The Body: metallo e metamorfosi

L’avanguardia post-metal del duo americano che disco dopo disco sembra riuscire sempre a trovare nuove nicchie oscure da esplorare.

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La tavolozza di Chance The Rapper

Dopo aver bruciato tutte le tappe convenzionali all’interno della scena hip hop USA e messa in bacheca l’inaspettata collaborazione con Kanye West, arriva il terzo disco di Chance The Rapper. Quello della redenzione.

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Expire: i paladini della nuova scuola hardcore?

I quattro del Milwaukee si confermano ai vertici della scena heavy mondiale.

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Da Ivrea al centro del Cosmo

La declinazione di cantautorato elettronico dell’ex Drink To Me: come perdersi in una grande festa tra techno-ambient, cassa dritta e Subsonica.

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Kate Tempest: poesia e hip hop per affrontare il caos

L’odissea della poetessa-rapper di South London tra Shakespeare e Ken Loach.
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Beach Slang: do it for the kids

“We are not lost, we are dying in style”: vivere l’adolescenza all’infinito è possibile, con la giusta colonna sonora.
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Dj Shadow fa crollare la montagna

Nell’anno in cui si celebra il ventennale del leggendario Endtroducing… il veterano Dj Shadow torna con un disco che mette in riga i cadetti della new school dell’hip hop.

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Kero Kero Bonito: prove di ultra-pop post-globale

Sull’onda lunga della Pc Music, un disco di filastrocche digitali radiofoniche ma raffinate, frutto di suggestioni j-pop e un immaginario da high school Anni Ottanta

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Siamo tutti bagnati per Mr. Oizo

L’irriverente pupazzo giallo torna a farci godere con un tornado electro e tanti featuring azzeccati.

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Whores: riff tra i rifiuti

Il trio di Atlanta era sparito dopo due Ep dinamitardi: ora Christian Lembach è tornato, più incazzato di prima. E sembra intenzionato a restare.

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King Creosote: dalla Scozia allo Spazio

Dopo più di 40 dischi pubblicati in vent’anni, Kenny Anderson continua ad esplorare i sentieri più oscuri del folk.

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Marra e Guè: due guappi da Milano all’America Latina in scooterone

Due colossi del rap italiano nonché due mc al top della forma uniscono le forze per un disco-manifesto. Snobbato da buona parte del pubblico “indie” ma ricco di spunti, suggestioni e sostanza.

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Ben Seretan: una storia d’amore

Californiano di nascita e quasi italiano d’adozione, Ben Seretan  è uno dei cantautori più profondi del panorama internazionale.

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Ex-Otago: cartoline da Marassi

Hanno anticipato quel sound in bilico tra cantautorato vintage e synth-pop: gli Ex-Otago hanno ancora dalla loro singoli killer.

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L’assedio dei The Language

Batterista, cantante e pedalare: il sorprendete esordio dei giovani distruttori dell’Ohio.

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Il talento imprevedibile di Childish Gambino

Falsetto pazzesco e groove sciamanico nel disco che nessuno aspettava e ha spaccato le classifiche degli highlights 2016.

LONDON, UNITED KINGDOM - AUGUST 19: Childish Gambino performs on stage at Brixton Academy on August 19, 2014 in London, United Kingdom. (Photo by Joseph Okpako/Redferns via Getty Images)
Photo by Joseph Okpako/Redferns via Getty Images)

I Lemon Twigs e l’album rock anacronista, barocco e irresistibile di questo 2016

La retromania dei fratelli D’Addario è così sfacciata, imprevedibile  e “pura” da farci dimenticare la ricerca del sound del futuro.

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