Marra e Guè: due guappi da Milano all’America Latina in scooterone

Due colossi del rap italiano nonché due mc al top della forma uniscono le forze per un disco-manifesto. Snobbato da buona parte del pubblico “indie” ma ricco di spunti, suggestioni e sostanza. 

Marracash e Guè Pequeno – “Santeria” 

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di Stefano D. Ottavio  –  Il rap, quando non si chiude in una vena strettamente conscious e intimista, è pura tamarraggine ed esaltazione di sè, e Guè Pequeno e Marracash sono alcuni tra i pochi in Italia che riescono a stare in equilibrio su entrambi i fronti senza sfigurare. Guè Pequeno in questo periodo di pausa dai Club Dogo si è mostrato un autore estremamente produttivo: tra il suo album  “Vero” del 2015 e questo “Santeria” sono passati davvero pochi mesi. L’amico Marra è reduce dal successo (di poco precedente) di “Status”, forse il disco di rap “mainstream” più significativo degli ultimi anni.

Uscito per Universal Music Group, il disco è stato concepito e prodotto tra Brasile e Spagna, da qui il nome che rimanda al culto animista sudamericano e gli skit in lingua spagnola. C’è un fil rouge che lega “Vero” e “Status” a “Santeria”: stesso sound moderno e ben curato, attitudine gangsta da gradasso, rime epiche che non possono che essere riutilizzate continuamente nei dialoghi tra amici ed entrare nel gergo comune.

Se prima ci trovavamo a cantare “Tutta Milano in tuta di felpa”, in Santeria abbiamo modo di ascoltare dichiarazioni di un certo livello come “Chiedimi cos’è che nella vita non ho fatto/ Ho provato tutto tranne il cazzo” in Senza Dio, oppure “Ho così palle che, fra, potrei mettere incinta una tipa già incinta”, in quella hit che è Scooteroni, fatta apposta per essere ascoltata in macchina a volumi proibitivi nel pre-serata. Ma oltre il divertimento e il cazzeggio vengono affrontate tematiche più profonde  e intimiste in pezzi come Nulla accade o Purdi. Applausi poi per una traccia come Salvador Dalì, dove stile e sostanza si mescolano in una hit che entra a gamba tesa sulla nuova trap italiana.

Il merito della premiata-ditta Marra & Guè è di avere uno stile attraente e popolare, tamarro ma sofisticato, ma senza scadere nel commerciale a tutti i costi, e per capirlo basta paragonare due lavori in apparenza simili tra loro come “Instalova” e “Vorrei ma non posto” dei colleghi J-AX e Fedez: stesso periodo di uscita, stessa tematica che strizza l’occhio all’estate, diverso contenuto ed atteggiamento.