Whores: riff tra i rifiuti

Il trio di Atlanta era sparito dopo due Ep dinamitardi: ora Christian Lembach è tornato, più incazzato di prima. E sembra intenzionato a restare. 

Whores. – “Gold.”

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di Lorenzo Giannetti  —  Qualche volta abbiamo semplicemente bisogno che qualcuno ci prenda a schiaffi. Serve qualcuno che ci ricordi quanto dovrebbe essere pericolosa, incosciente e fuori controllo quella cosa che chiamiamo rock’n’roll. Già dal nome gli Whores dimostrano di non farsi grossi problemi a mettere in difficoltà i motori di ricerca di Google. Vengono dai bordelli della Georgia e un paio di anni fa avevano sganciato un paio di Ep al napalm (“Clean” e “Ruiner“) per poi dileguarsi nella fitta giungla della scena post-hardcore a stelle e strisce, gozzovigliando in tour con guerrafondai del calibro di Red Fang e Retox.
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Poi, tra un rigagnolo di sangue ed una pozza di vomito, deve essere spuntato fuori questo Gold. Le tre puttane ci prendono per il culo fin dalla la copertina: un bidone dell’immondizia placcato oro. Sarà per i chili di spazzatura troppo spesso spacciati per lingotti preziosi in questa società 2.0? Fatto sta che la terra fangosa che ha plasmato il sound di redneck assatanati come Mastodon e Kylesa, sembra aver partorito altre tre figli reietti.
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Il cuore del power trio è Christian Lembach, gola catramata e ghigno nevrotico: una di quelle persone che ti immagini sempre sudaticce e sull’orlo di una crisi di nervi. Casey Maxwell e Donnie Adkinson sono il motore ritmico di questa squadra della morte che marcia col solo obiettivo di fare terra bruciata attorno a sé. Al crocevia tra noise, stoner e hardcore, “Gold.” suona minaccioso come un alligatore affamato, sembra uscito dal catalogo della Amphetamine Reptile (pensare che invece esce per la “big” eOne) e ricorda le scorribande di Mets o Pissed JeansI See You Are Also Wearing A Black T-Shirt è il manifesto programmatico del disco, ma una tracklist fatta interamente di pezzi a presa rapida non concede pause o esitazioni: sludge-punk senza fronzoli, coronarie in omaggio e pedalare.
Durante l’ascolto viene voglia di imbrattarsi di kerosene e darsi fuoco. E, riff dopo riff, a fine disco si vuole solamente premere play ed ascoltare in loop.