King Creosote: dalla Scozia allo Spazio

Dopo più di 40 dischi pubblicati in vent’anni, Kenny Anderson continua ad esplorare i sentieri più oscuri del folk.

King Creosote – “Astronaut Meets Appleman”

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di Edoardo D’Amato  –  Kenny Anderson ha saputo stupirci anche quest’anno: dopo una carriera così prolifica, costellata da una copiosa serie di pubblicazioni sotto lo pseudonimo King Creosote, l’artista scozzese è riuscito a sfornare uno dei più bei dischi del 2016. Basta ascoltare i sette minuti di “You Just Want per entrare nell’universo creosotiano: mentre nel video un astronauta si districa nello spazio aperto congestionato da tutte le nostre tecnologie, una leggiadra purezza lirica composta da batteria, chitarre, violini, organi e arpa ci guida nel nostro più lontano subconscio. La voce di Anderson fa il resto.

L’attitudine di King Creosote è quella di abbracciare il folk più classico e le tradizioni della sua terra (le cornamuse di “Surface) manifestando però anche un amore smisurato per i suoni analogici più moderni (l’onirica balladBetelgeuse”). Potremmo quasi parlare di folk cosmico e futurista, una definizione che calza al meglio anche rispetto all’artwork del disco. D’altra parte che al cantautore di Fife piacesse sperimentare vari linguaggi sonori si era capito anche dalla collaborazione con Jon Hopkins datata 2011. In questo “Astronaut Meets Appleman Creosote prende una pausa dalla narrazione della sua amata Scozia (difficilmente possiamo trovare un cantautore che l’abbia descritta così accuratamente, consiglio di ascoltare il precedente “From Scotland With Love”) per approdare ad una scrittura più oscura e naif, dove si annidano interrogativi irrisolti fin dalla notte dei tempi.