[INTERVISTA] Il cantautorato elettronico metropolitano dei Mala

Un sodalizio artistico e musicale tra cantautorato e elettronica: abbiamo raggiunto i Mala a Milano per un’intervista che ci svelerà “come fare una fusione a freddo in musica”.


_di Mattia Nesto

Leggendo il comunicato stampa si scopre: “sodalizio  artistico tra il cantautore Federico Molisina ed  il produttore elettronico Dario Messina”. Non so ma a me è un po’ venuta in mente la formula della “fusione a freddo”, diciamo tra due mondi che, almeno una volta, erano visti come opposti: e invece com’è andata il vostro, fruttuoso, incontro?

Dario: Esatto, hai colpito nel segno, io e Fede siamo due personalità opposte, non abbiamo quasi nulla in comune e veniamo da background molto diversi, pur essendo nati e cresciuti nella stessa città.
Ed è stato proprio questo a rendere così fruttuoso il nostro incontro, a pensarci ci conosciamo solo da un paio d’anni e in 6 mesi abbiamo scritto l’album interamente.
Federico: Il concetto di fusione a freddo ci sta! C’è da dire però che le differenze sono a fior di pelle ma quando si parla di creare insieme i punti di contatto si trovano.

Venite da Torino e quanto di metropolitano, se non propriamente legato alla realtà sabauda, c’è nelle vostre canzoni?

D: Nella musica che ho scritto c’è tantissima Torino, ma in maniera indiretta. Il senso di non appartenenza a questa realtà così chiusa, cupa e conservatrice mi ha sempre spronato ad andare controcorrente; in questo lavoro è venuto quindi naturale allontanarsi dallo stereotipo del musicista elettronico torinese, pallido, vestito total black e filo berlinese.
F: Mi chiedo spesso se nascere e crescere in una città diversa da Torino mi avrebbe fatto scrivere diversamente. Può darsi, non lo so. Mi piace Torino, perché è carica di bellezza e contraddizioni.

Una delle canzoni che più ho apprezzato è “Fili rossi”. In questo, come in altri pezzi, c’è un’insistenza verso il concetto delle fughe, dei ritorni, dello stare male, dell’uso/abuso di medicine: insomma avete inventato tutto o ci sono input di “vita vissuta” in questa come in altre tracce?

F: Personalmente sono arrivato a pensare che la vita, da un certo punto di vista, sia una ricerca interminabile di libertà, con diverse accezioni. Al tempo stesso abbiamo bisogno di qualcosa da cui fuggire, per poter poi fuggire lontano: un ping pong di desideri. È la ricerca di queste libertà che conta.

L’album è stato masterizzato  da Tommy Bianchi al White Sound  Mastering Studio, mentre direttamente Dario Messina si è occupato della registrazione, se si eccettua quelle delle voci, curate da Dave Turbino alle Officine Sonore. Un lavoro stratificato diciamo così: ci potreste raccontare un po’ di cose a riguardo?

D: E’ stato discretamente facile organizzare il lavoro, mi occupo di registrazione, produzione e mix da 20 anni e lo faccio anche per mestiere; conoscendo bene i miei limiti, ho ottimizzato le risorse e confezionato il disco tra novembre e dicembre 2017.
La scelta del White Sound è stata quindi perfetta per chiudere il cerchio, la professionalità di Tommy ci ha permesso in pochi giorni, e senza mai vederci di persona, di ottenere esattamente quello che avevamo in mente.

Le vostre canzoni hanno un tappeto musicale abbastanza preciso, seppur vario e variegato, stiamo parlando di musica synth, con un grande uso di drum-machine e via andare così. E in live? Voglio dire sul palco come avete pensato di riprodurre tutto questo, giustappunto variegato, “mondo sonoro”?

D: Abbiamo architettato il live fin dall’inizio della produzione, limitando il setup ad un numero e ad una tipologia precisa di strumenti elettronici, ognuno con il suo preciso ruolo.
In questo modo possiamo interagire in qualsiasi momento con i sintetizzatori suonandoli e/o comandandoli a seconda delle parti nei vari brani.
Nessun campione preregistrato quindi, la priorità era mantenere le dinamiche e le sonorità degli strumenti che suonano dal vivo, nonostante i vari rischi tecnici che questo comporta.

L’ultima canzone è “Sicilia”, che avete anche documentato, diciamo così, in una bellissima foto su Instagram –> guardatela a questo link

Ci potete dire com’è nata ed è cresciuto questo pezzo?

F: Questo brano è nato in vacanza e si è evoluto a vacanze concluse. Quando il ricordo ha potuto condire le immagini di mattine siciliane, bianche come la panna sulla granita, è divenuto ancora agrodolce di salvezza.

Come ultima domanda una domanda d’obbligo: quali sono i vostri principali ascolti del momento e, soprattutto, un paio di artisti/band che, nonostante tutto, non smettete proprio di ascoltare?

D: Io sono al momento in fissa con gli album di Sfera Ebbasta e Myss Keta, ma tra i miei artisti della vita non posso non citare i Queen e Daft Punk, con cui sono cresciuto e ai quali non rinuncerei mai.
F: Sono sempre molto colpito e affascinato da Colapesce, il suo album è uscito da qualche mese ma è sempre in playlist per i viaggi in macchina, dove non possono mancare Battiato e Animal Collective.