Siamo andati a vedere la prima replica torinese (di quattro) del Billy Elliot di Massimo Romeo Piparo. Di Roberta Scalise.
Posso solo dire che per me ballare è come respirare: non posso farne a meno.
Quando finzione e realtà convergono, si verificano sovrapposizioni curiose. È il caso di Emiliano Fiasco, autore della citazione di apertura, il quale, nel suo dare volto, voce e corpo al Billy Elliot di Massimo Romeo Piparo, è quasi come se si fondesse con il protagonista del musical.
Ciò avviene, in particolar modo, quando quest’ultimo, impegnato nell’audizione per il Royal Ballet, non riesce a verbalizzare che cosa significhi, per lui, la danza, affermando, infatti, che egli non abbia “le parole per esprimerlo”, perché è un “sentimento che non puoi controllare” e che dà, così, luogo a quella Electricity tellurica e indomabile che pervade ogni gesto e ogni coreografia – e che, negli anni, è divenuta uno dei brani più emblematici dell’opera.
Un’elettricità che si è avvertita in maniera tangibile anche giovedì 7 marzo 2024, al Teatro Colosseo, in occasione della prima replica torinese (di quattro) della versione italiana del musical teatrale – ispirato al film del 2000 – diretto da Stephen Daldry, musicato da Elton John (su testi di Lee Hall) e debuttato al Victoria Palace, a Londra, nel maggio 2005.
Dieci anni dopo, il lavoro ha visto la sua trasposizione nostrana a cura di Massimo Romeo Piparo e della PeepArrow Entertainment – la principale società di produzione di musical in Italia -, ora nuovamente in tour con un cast d’eccezione, in cui si annoverano anche Giulio Scarpati, nel ruolo del tenero e scontroso padre di Billy, Jackie Elliot, e Rossella Brescia, nelle vesti dell’appassionata maestra di danza Mrs Wilkinson.
La storia di Billy Elliot, per chi non la conoscesse
Sul palco di via Madama Cristina ha, infatti, preso nuova vita un intreccio ormai noto e amato dal grande pubblico: nell’Inghilterra austera e bigotta di Margaret Thatcher, un gruppo di minatori (guidati da Jackie e dal figlio maggiore, Tony) è impegnato nello sciopero del 1984-1985 contro la chiusura delle miniere perseguita dal Primo ministro. Tra rivolte, percosse e inseguimenti politici e sociali, si dipana, però, anche una vicenda dalla forte valenza emotiva, che assume i contorni di un percorso di formazione e coinvolge Billy, il figlio più piccolo della famiglia Elliot – destabilizzata dalla recente scomparsa della madre, magistralmente interpretata da Sara Polvara.
Billy ha un sogno: la danza. Dopo le prime, fallimentari, lezioni di boxe, e la partecipazione fortuita a una delle lezioni di Mrs Wilkinson, decide, così, di seguire i consigli di quest’ultima e concretizzare la sua fascinazione, intraprendendo un sentiero che, nonostante l’iniziale ostruzionismo e le aggressive perplessità del padre, lo porterà a conseguire le modalità per esprimere finalmente se stesso, trovando la propria realizzazione personale in una successione di passi ed esercizi alla sbarra che gli consentiranno di conoscere meglio i meandri della propria interiorità e di porre in luce il suo formidabile talento.
La versione italiana di Massimo Romeo Piparo è un successo su tutti i fronti
Il cast – dominato da un egregio Scarpati e da una appropriatissima e impeccabile Brescia – è risultato fluido e coeso nel suo popolare il palco, dimostrando una padronanza dei brani, una presenza scenica e una correlata interpretazione puntuali, solide e coinvolgenti, prive di sbavature e/o disallineamenti, sia in ambito canoro, sia in ambito coreografico (soprattutto nelle scene costellate di tip-tap e balli con più elementi).
Anche la scenografia, pur nella sua semplicità, delinea in modo immediato e incisivo le ambientazioni tra le quali si muove la narrazione, regalando a quest’ultima un tocco di veridicità e dinamismo che arricchiscono i quadri del musical e contribuiscono a rendere lo spettacolo equilibrato, ironico e accattivante.
Nota di merito, infine, anche al ballerino e cantante Emiliano Fiasco, protagonista 14enne dello show, che con le sue piroette e la confidenza nelle sue capacità ha saputo rendere tutta la titubanza e la giovane determinazione del carattere principale, abitando la sua pelle e la sua voglia di rivalsa in maniera vivida e convincente (nonostante alcune incertezze nel canto, certamente dovute all’emozione).
Quello di Piparo si rivela, dunque, l’ennesimo successo, capace di coinvolgere in modo trasversale la platea e la galleria (costituite, in larga parte, da adolescenti e appassionati di danza e gremite quasi al sold out) e di far vivere agli astanti, anche solo per la parentesi di una serata, i sogni, le ambizioni e i dubbi di un ballerino in germe, con il quale è impossibile non empatizzare. Perché, in fondo, nessuno può dimenticare i sogni della gioventù.
Il musical, tra i “gioielli” della PeepArrow Entertainment, vede, oltre a un cast di più di trenta artisti, le coreografie di Roberto Croce, le scenografie di Teresa Caruso, i costumi di Cecilia Betona, le luci di Daniele Ceprani e il suono di Stefano Gorini. Le prossime repliche torinesi si terranno sabato 9 marzo (alle ore 20:30) e domenica 10 marzo (alle ore 16).