Lo Schiaccianoci 2.0 e l’addio definitivo alle damigelle Disney in attesa del “cavalier d’amor”?

Soldati Schiaccianoci, topi nemici e regni incantati: torna al cinema la magia de Lo Schiaccianoci, questa volta firmata Disney, ma con una trama completamente nuova e un’eroina dei tempi moderni, che segue le orme delle colleghe Alice e Belle. 

_
_di Sara Carda

Mettendosi al passo con lo spuntare precoce di abeti e panettoni, ogni anno più in anticipo tanto che ormai i pastorelli del presepe si piazzano nelle vetrine tra le zucche di Halloween, la Disney porta il Natale al cinema già a metà novembre con una delle fiabe natalizie per antonomasia, Lo Schiaccianoci.

Ad essere sinceri, di conosciuto nella versione che Lasse Hallstrom e Joe Johnston ci presentano c’è solo il nome. Mettete da parte le coreografie di una ballerina in tulle tra le braccia di un soldatino, il terribile re topo a sette teste del racconto di Hofmann e il bel principe trasformato in Schiaccianoci della resa edulcorata di Dumas, e preparatevi a vedere una cornice antica con tinte moderne, a partire dalla sua protagonista, Clara interpretata dalla giovane Mackenzie Foy (la Murphy bambina di “Interstellar”).

Come dicevamo, la cornice resta. Siamo a Londra, in pieno ottocento, con le carrozze trainate da cavalli sulle strade innevate e una festa di Natale in una grande casa vittoriana con un abete decorato da candele. Ma in epoche in cui le bambine crescono sognando di fare l’astronauta, Clara è dovuta evolversi, e abbandonando balli e ricamo, diventa un inventore dalla mente brillante come lo era sua madre. Un fato che condivide con un’altra eroina da fiaba recentemente rimodernata, la Belle di Emma Watson che inventava la prima lavatrice del villaggio per avere più tempo da dedicare ai libri. Non solo, non contenta delle doti da ingegnere, spodesta anche il principe dal suo trono perché in questa fiaba rivisitata la corona spetta a lei e lo Schiaccianoci altro non è che la guardia che veglia sul ponte per uno dei quattro regni.

Il cambio di rotta della Disney non potrebbe essere più chiaro di così. Abbiamo impiegato qualche decennio a passare da “un dì per me verrà il cavalier d’amor” di Biancaneve a “da oggi il destino appartiene a me” di Elsa, ma ne è valsa la pena.

Su questa riga femminista – quanto “modaiola” lo si capirà tra qualche tempo, probabilmente – si modellano gli altri due personaggi chiave della storia che si contendono la fiducia di Clara e il destino dei quattro regni, la meravigliosa fata Confetto di Keira Knightley, con una capigliatura di zucchero filato rosa e un abito di cristalli, e l’agguerrita Madre Cicogna di Hellen Mirren, che guida una sua caricatura gigante in perfetto stile steam punk e si difende roteando una frusta. Due interpretazione che, il va sans dire, alzano il livello di tutto il film, assieme all’apparizione breve ma intensa di Morgan Freeman, qui nei panni del padrino orologiaio di Clara, Drosselmeyer, che organizza l’arrivo della fanciulla nel mondo incantato.

I puristi del racconto originario non potranno che storcere il naso davanti alla versione disneyana che ben poco tiene presente Hofmann e Dumas, ma rivisitare è il modo in cui l’arte si tiene al passo con i tempi per non essere dimenticata. Semmai, avrebbero potuto osare ancora di più in quanto i cambi effettuati sono a tratti prevedibili e Clara ricorda molto Alice nel suo percorso di maturazione, specie nella versione guerriera di Tim Burton e Mia Wasikowska. Vero è che “Lo Schiacciano e i Quattro Regni”, se pur modernizzata, continua a essere una fiaba natalizia e in quanto tale deve piegarsi alle regole del genere. Così se da un lato il perno su cui ruota il film, ovvero la morale che la miglior arma che possediamo per difenderci dal male del mondo è dentro di noi, risulta scontata, dall’altro è un messaggio che non viene ripetuto mai abbastanza in un presente in cui l’autostima si costruisce a colpi di like di sconosciuti su Instagram.

Per chi vuole un po’ di Natale anticipato al cinema e gustarsi una fiaba senza eccessive pretese, “Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni” è il film giusto, che  incanta con le meraviglie di mondi di case di marzapane e abeti perennemente innevati, di topi intraprendenti e soldati Schiaccianoci leali, e dove il bene trionfa sul male. Il tutto con il sottofondo delle composizioni tra le più conosciute e magiche quanto i regni incantati che descrivono, quelle di Čajkovskij riadattate da James Newton Howard in omaggio al balletto che rese celebre la storia, assieme al singolo originale di Andrea Bocelli e del figlio Matteo, adattato in ben cinque lingue, “Fall on me”.

blank