BilBOlBul: una manciata di giorni per godere di innumerevoli eventi a Bologna relativi al mondo del fumetto. Martedì 21 novembre c’è stato il primo incontro, nell’orbita delle mostre Off, per presentare “Appuntamento all’albero morto” dell’autrice Chiara Abastanotti edita dalla giovane casa editrice Lapislazuli.
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_di Lorenza Carannante
Anche quest’anno il festival del fumetto riempie Bologna di presentazioni, workshop e mostre.
Martedì 21 novembre, in occasione dell’anteprima del festival le cui date vanno dal 22 al 25, è stato presentato l’albo dell’autrice Chiara Abastanotti intitolato “Appuntamento all’albero morto”, edito dalla casa editrice indipendente Lapislazuli. Siamo in via Centotrecento, una via di Bologna che spezza via Belle Arti e raggiunge via Zamboni, in pieno centro universitario. Qui Alberto e Davide, laureati all’Accademia, iniziano a lavorare in una copisteria, interessandosi fin da subito di progetti di fumetto indipendente, partecipando ai festival con le loro autoproduzioni firmate Lapislazuli. Con l’intento di restituire la manualità alla creazione del libro, come raccontano durante la presentazione nello spazio di fronte alla copisteria, il duo ha deciso di adottare il progetto di tesi dell’autrice e di farne il loro primo prodotto editoriale “da zero”, avendo cura nello scegliere carta, colle e la tela per il rivestimento di copertina.
Martedì 21 novembre, in occasione dell’anteprima del festival le cui date vanno dal 22 al 25, è stato presentato l’albo dell’autrice Chiara Abastanotti intitolato “Appuntamento all’albero morto”, edito dalla casa editrice indipendente Lapislazuli. Siamo in via Centotrecento, una via di Bologna che spezza via Belle Arti e raggiunge via Zamboni, in pieno centro universitario. Qui Alberto e Davide, laureati all’Accademia, iniziano a lavorare in una copisteria, interessandosi fin da subito di progetti di fumetto indipendente, partecipando ai festival con le loro autoproduzioni firmate Lapislazuli. Con l’intento di restituire la manualità alla creazione del libro, come raccontano durante la presentazione nello spazio di fronte alla copisteria, il duo ha deciso di adottare il progetto di tesi dell’autrice e di farne il loro primo prodotto editoriale “da zero”, avendo cura nello scegliere carta, colle e la tela per il rivestimento di copertina.
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La natura speciale e unica di “Appuntamento all’albero morto”, per chi non l’ha letto, quindi, parte proprio da questo: il lettore ha la possibilità di sfogliare un unicum interamente rilegato a mano.
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La presentazione viene introdotta dal cantautore Mauro Faccioli, che mette in musica alcuni versi ispirati al lavoro grafico presentato. Inserito nel contesto di una realtà utopica in cui la Terra è ormai sovrastata dalla foresta alla quale gli esseri umani superstiti devono necessariamente adeguarsi, “Appuntamento all’albero morto” è la storia di un passaggio, del rito d’iniziazione diffuso in alcune culture secondo cui un giovane, per diventare adulto, deve compiere un percorso per poi tornare a casa. E Betula, la giovane protagonista, non ne è particolarmente convinta. In particolare non è convinta che sia quello il suo destino, lasciandosi affascinare anche dalla possibile esistenza di un deserto grazie al quale potrebbe finalmente vedere il cielo oltre i rami.
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Caratterizzato da un utilizzo interessante della grafite che contribuisce a rendere fumoso il paesaggio (probabilmente rispecchiando le incertezze della protagonista), “Appuntamento all’albero morto” ricorda vagamente lavori di Amélie Fléchais, come “Il sentiero smarrito”. Nella caratterizzazione dei personaggi, Chiara Abastanotti sembra divertirsi, come racconta, a creare tutta una serie di fattezze fisiche ed estetiche che li rendono unici nel loro genere, come le tutine bianche, imprescindibili per la loro sopravvivenza, oppure i vaporosissimi capelli di cui si circondano per addormentarsi.
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“Appuntamento all’albero morto” ammalia per il fascino della rilegatura e per la dolcezza della storia narrata, delicata e coinvolgente al contempo, tale da farci sperare che l’autrice continui a far parlare i suoi personaggi che, come dice, le chiedono spesso di poter proseguire il loro viaggio.
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