Tain: guardare il cielo per trovare canzoni interstellari

Con il suo nuovo album “Ufologia”, Tain ha intrapreso un viaggio in lungo e in largo per il cosmo: ci siamo accodati per andare a vedere da vicino le stelle.


_di Mattia Nesto

Hai sempre fatto di diverse band e progetti musicali “di gruppo”: come mai per questo “Ufologia” hai deciso di metterti a suonare, diciamo così, da solo?

Non è che io abbia deciso di suonare da solo, mi ci sono praticamente trovato. È stato un periodo abbastanza difficile per me, dopo varie vicissitudini ho preso la difficilissima decisione di appendere, diciamo così, la musica al chiodo. Dentro di me sapevo che non ne sarei stato capace, ero arrabbiato per com’erano andate le cose con le band che avevo avuto e di conseguenza me la prendevo con la musica, ma fortunatamente, dopo un di tempo di astinenza musicale, mi è rivenuta la voglia di scrivere. Non avevo intenzione di scrivere un album, ma, canzone dopo canzone, mi è sembrata la cosa giusta da fare. E così è stato.

Nel comunicato stampa che accompagna il tuo album ricorre spesso la parola/definizione di “cantautore”: non hai paura che possa suonare un po’ vecchio oppure definirsi così è un vero e proprio manifesto programmatico dell’intero concept di “Ufologia”.

Nessun manifesto programmatico, semplicemente non credo ci sia altra definizione, alla fine vecchio o nuovo che sia come definizione è quella giusta. Come anche Wikipedia ci suggerisce, cito testualmente: Con il termine cantautore (da cantante + autore) si indica colui che interpreta canzoni da lui stesso composte. Quindi pur essendoci il rischio che la parola che mi definisce (cantautore) risulti vecchia, spero non si possa dire lo stesso del progetto in .

A proposito, anche se domanda può sembrare un po’ oziosa, come nasce il nome del disco?

Niente di più banale, anni fa così per diletto nei ritagli di tempo ho iniziato a scrivere la traccia “Ufologia”, nasce prima quindi come titolo di una delle canzoni presenti nell’album. Ha dato, come dire, il via all’idea di fare un album con ricorrenti riferimenti agli alieni, sia nella scelta dei suoni che nei testi, mantenendo però la prerogativa di trattare diverse tematiche.

In “Salto temporale” canti: “magari adesso ho super poteri/ In effetti mi sento sempre più strano/ un forestiero sulla mia terra”. Non so perché ma ho ritrovato in queste strofe quasi una valenza politica, per il riferimento al concetto di straniero: che ne dici ci abbiamo preso o siamo passati “lontani nello spazio siderale”?

Direi che “siete passati lontani nello spazio siderale”. Ahahaha, in realtà no nessun riferimento politico, quella frase vuole dire esattamente quello che dice, che mi sento un forestiero sulla mia terra.C’è un significato più forte dietro che scinde la differenza del colore della pelle o di origine geografica dell’individuo, qui il campo da gioco si espande all’universo, per sentirti uno straniero sul pianeta terra devi venire da un altro pianeta.E poi c’è anche il lato della coscienza. Non so a voi, ma a me è successo più volte di sentirmi uno straniero sul mio pianeta. O forse sono tutti gli altri glistranieri? Mi state confondendo! Era una domanda trabocchetto per scoprire se sono un alieno? Volete vivisezionarmi? Scherzi a parte, dico questo perché gli abitanti del pianeta terra trattano il loro pianeta, la loro casa, come se fossero degli invasori temporanei, non danno l’impressione che ci tengano, che la proteggano, che la preservino o altro, al contrario sembra facciano di tutto per distruggerla e renderla inabitabile. Che abbiano delle case in altri pianeti? Nei garage dei vicini ci sono navi stellari? (ecco perché non sono mai riuscito a vedere dentro ai box dei vicini, loro nel mio però hanno sbirciato) meglio che mi fermo qui prima che mi mandiate a casa la neuro a prelevarmi.

In una delle foto promozionali ti si vede girato di spalle e “intento” ad usare un bagno da autogrill: era un modo per dire che il tuo album è stato composto, ideato e, perché no, suonato “on the road”?

MAGARI! Purtroppo no, al contrario, è stato scritto tutto in casa di notte nel mio.

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