Premio Buscaglione: la vittoria di Nervi e la carica di Margherita Vicario

La sesta edizione del contest ha visto la vittoria del cantautore toscano e l’esibizione dell’artista romana, capace di coinvolgere il pubblico con il suo spirito energico e un roster di successi adrenalinici e intimistici.


_di Roberta Scalise

Mai finale fu più attesa. Dopo mesi di rinvii a causa di lockdown, logistica e maltempo, si è tenuta domenica scorsa, negli spazi dell’Open Factory di Nichelino, la selezione conclusiva di “Sotto il cielo di Fred – Premio Buscaglione”, con la conduzione di Gigi Giancursi (ex Perturbazione) ed Eugenio Cesaro (Eugenio in Via Di Gioia), veicoli di un’ottima commistione di introspezione e brio.

A contendersi la vittoria della sesta edizione del contest, la band di origini salentine dei Malamore, il gruppo toscano degli Osaka Flu, il cantautore toscano Nervi e la cantautrice siciliana Nòe. I protagonisti di una successione, vibrata di tensione e ritmi altalenanti, ricca di interviste, inediti e tributi originali a Fred Buscaglione, omaggiato con brani meno noti e sfumati dei tratti peculiari del sound di ciascun artista.

 

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Prima della proclamazione, tuttavia, ha scaldato la platea l’“inatteso” ospite speciale della serata, previsto per giovedì sera e rinviato in occasione della finale a causa delle sfortunate previsioni metereologiche. Maglia bianca, salopette nera e un “Giubbottino” dalle tinte bordeaux, Margherita Vicario ha, infatti, profuso la carica di energia necessaria a rinvigorire la competizione e a smorzarne il caratteristico clima di tensione.

La cantautrice e attrice romana, grata di trovarsi nuovamente nella sua amata Torino (che «mi ha accolto qualche anno fa in tempi bui»), ha concluso il suo tour estivo regalando al pubblico un concerto dall’anima duplice: intimistico, privato e quasi sussurrato, nella prima parte, e più potente, avvolgente e ritmico, nella seconda. Il tutto arricchito da una band coesa e talentuosa – con un particolare riferimento alla forza canora della corista e al drumming del batterista, alla sua prima apparizione con Vicario ma già ben inserito nello spirito caleidoscopico del gruppo.

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Da menzionare, poi, la travolgente vena attoriale dell’artista, offerta soprattutto in pezzi come “Castagne”, “Per un bacio” e “La matrona” e declinata in veri e propri dialoghi e spiegazioni spesso ironiche – ma toccanti – dei contesti in cui i brani erano immersi. Una successione di canzoni dall’accentuata vena emozionale arricchita da un brano inedito in inglese – una sorta di “filastrocca rappata” resa solo con piano e voce – e culminata con i due brani interpretati insieme a Bianco («il mio rifugio torinese nel 2015»), ossia “Quello che non hai” e “Le stelle di giorno”: l’emblema della sincera alchimia tra i due artisti e amici fraterni, suggellata anche con un abbraccio affettuoso al termine dell’esibizione («Grazie a Torino sotto forma di quest’uomo»).

Ha, invece, introdotto la cosiddetta “fase agonistica” («Mi dispiace che dobbiate stare seduti»), il pezzo nato dall’esperienza della quarantena, “Pincio”, cui ha fatto seguito la forza propulsiva dei successi pubblicati nel corso degli ultimi due anni di attività: dalla canzone-manifesto “Giubbottino” alla teatrale “Romeo”, fino alla colorata “Mandela” e alla sofferta “Abaué” – impreziosita da un emozionante dialogo con il pubblico coinvolto in un coro di voci intenso e collettivo. Per poi virare, infine, nel sound irresistibile di “Piña colada”, tra danze sul palco e gambe desiderose di muoversi ma – tristemente – costrette sulla sedia.

Salutato il pubblico, è finalmente giunto il tempo delle premiazioni, che ha visto un vero e proprio tripudio di consenso per il talentuoso Nervi, vincitore della sesta edizione del Premio Buscaglione (del valore di 3000 euro) e insignito del Premio Tempesta e del Premio Sold Out. Ha, invece, ottenuto il Premio della Critica (del valore di 1500 euro) la cantautrice Nòe, apprezzata per le sue sonorità ibride e per una presenza sul palco già matura e consapevole.

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Foto di copertina di Antonio Viscido