[INTERVISTA] L’estate non finisce mai coi Senna

I Senna vivono in un filmino della vacanze balneari girato in Super8. E ne curano la colonna sonora. Pop e cantautorato si impastano con la vena malinconica di un’state che è appena finita (o forse non finisce mai). Quando abbiamo ascoltato “Agosto”, uscito i primi giorni di settembre, dei Senna ce ne siamo subito innamorati. Forse perché non vediamo l’ora sia autunno ma in fondo fondo quest’estate non è mica stata male. Così abbiamo raggiunto Carlo componente dei Senna che ci ha spiegato cosa voglia dire “un’estate che non finisce mai”.


_ di Mattia Nesto

Partiamo subito con una domanda che, apparentemente, non ha molto senso ma che poi a fine intervista “lo troverà”: dieci anni fa dov’eri, cosa facevi e, soprattutto, cosa sognavi?

Dieci anni fa ero a Roma, frequentavo il secondo anno alla Sapienza e mi infortunavo alla caviglia chiudendo così la mia carriera nel basket! Scrivevo poesie e canzoni già da qualche anno, ma principalmente in inglese. Sognavo di andare a Londra, ma di lì a poco mi sono capitate tante cose che hanno cambiato me e i miei sogni. Perciò sono rimasto in Italia e ho iniziato a scrivere sempre di più nella nostra lingua.

Quando e come hai deciso di “partire all’avventura” con i Senna?

Senna è un progetto “di famiglia”, ne fanno parte mio fratello e un grande amico; quindi è stato molto naturale cominciare a suonare insieme. Abbiamo dei caratteri sicuramente diversi fra di noi, ma complementari – e soprattutto ci piace la bella musica, suonarla come ascoltarla.

Quali sono le tue coordinate dal punto di vista dei gusti musicali e, perché no, dei gusti in generale?

So che è una risposta abbastanza banale, ma sono abbastanza eterogenei. Tendo ad andare in fissa per alcuni artisti in un certo periodo e poi, pur tenendoli nel cuore, scopro una nuova passione travolgente. Nell’ultimo periodo sto ascoltando tanto Big Thief, Elliott Smith, Tom Petty, Sharon Van Etten, Bonnie Prince Billy e Neutral Milk Hotel. Come minimo Simone aggiungerebbe Sebadoh, Valerio invece The 1975! Tra le nostre nuove leve mi piace molto Fulminacci. Al di là della musica, sono un grande appassionato di Twin Peaks, Harry Potter e Jurassic Park. Stranger Things 3 l’ho atteso per mesi e alla fine ce lo siamo sparati tutto in un giorno! E poi… mi piace leggere.



Il primo singolo si intitola “Agosto” ed è uscito il 3 settembre: solo noi ci cogliamo un certo qual paradosso o si tratta di una mera conseguenza?

Agosto è paradossalmente un brano da fine dell’estate, pur intitolandosi come il mese estivo per eccellenza!


Ascoltando la canzone tra le caratteristiche che più spiccano c’è questo sentimento di “dolce malinconia” molto forte: ce lo potresti spiegare?

Appena inizia settembre, il ricordo delle vacanze diventa quasi malinconico, e proprio per questo bellissimo, perché acquista quella specie di “aura” che hanno solo i bei ricordi. Perciò l’agosto che viene raccontato nella canzone non è un mese ancora da vivere, è un ricordo dolce che vuoi custodire per sempre. Anche il videoclip cerca di comunicare questa idea e infatti è praticamente un filmino delle vacanze, girato in Super 8.


A proposito, come hai trascorso l’appena passato ultimo agosto?

Dopo un anno bello intenso, sono riuscito a godermi un po’ di vacanza! Ho girato la costa est degli Stati Uniti con la chitarra. Amo viaggiare e fortunatamente non soffro l’aereo!


Abbiamo letto che assieme a Simone e Valerio hai registrato la musica per i Senna completamente in analogico: come mai questa scelta apparentemente “contro-corrente”?

Io sono cresciuto ascoltando gli LP di mamma e registrando le mie canzoni con un vecchio 4 piste a cassette. L’analogico è il mondo in cui ci sentiamo di più a nostro agio. Cercavamo da parecchio un registratore a bobine e, quando lo abbiamo trovato, questa musica era lì pronta. I limiti che apparentemente sembra darti l’analogico, come per esempio avere solo 8 tracce o non poter fare granché in post-produzione, per noi in realtà sono dei vantaggi: devi suonare insieme, non puoi mettere in pausa e distrarti… addirittura devi tenere il telefono in modalità aereo perché il nastro viene disturbato dai cellulari. Devi entrare in una dimensione in cui ti concentri al 100% su quello che stai facendo e puoi davvero dare tutto te stesso.


E, per concludere, come abbiamo detto all’inizio ecco che la prima domanda trova, speriamo, un senso: tra dieci dove ti piacerebbe “essere”, cosa ti piacerebbe fare e, in particolare, che cosa ti piacerebbe sognare ancora?

Mi piacerebbe continuare a incontrare persone che mi dicano di aver provato delle emozioni ascoltando ‘Agosto’, come sta succedendo in questi giorni; mi piacerebbe che succeda la stessa cosa con tante altre canzoni. Mi piacerebbe avere la consapevolezza di aver fatto del bene alle persone. Mi piacerebbe vivere su un pianeta più pulito e ancora bello come quello su cui viviamo oggi.

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