Una piccola selezione di chitarrine low-fi, riverberi in riva al mare e cattiveria post-vacanze da scoprire o riscoprire in vista delle prossime giornate da passare incastrati sotto la scrivania.
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_di Alessia Giazzi
Ci sono diversi modi per superare un trauma. Personalmente invidio quegli stoici che hanno la forza di volontà necessaria per asciugare le lacrime e tirare dritto, lasciandosi il passato alle spalle. Vi dirò, a me invece piace crogiolarmi nella nostalgia, possibilmente ascoltando le stesse playlist in loop fino a provocare la richiesta di pietà degli ultimi neuroni senzienti. Per questo, quando arriverà la fine dell’estate e la maggior parte di voi se ne sarà fatta una ragione, riprendendo la routine quotidiana come ogni anno, io sarò in modalità My Friend dei Groove Armada all’ennesima potenza.
Quest’articolo si rivolge a chi, come me, ha bisogno di trascinare ancora un po’ la stagione delle ferie e degli aperitivi con qualche aiutino musicale da spararsi in cuffia.
Quest’articolo è anche un appello a voi social addicted che non aspettate altro di tornare a lavoro per dirigere il vostro pollice opponibile su Spotify o Youtube, pronti a condividere La fine dell’estate dei Thegiornalisti. Datemi una chance, quest’anno ascoltiamoci qualche alternativa a Tommaso Paradiso e ai revival dei meravigliosi anni Ottanta per chiudere agosto con la giusta dose di malinconia. Scrollare per credere.
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1. Rolling Blackouts Coastal Fever
Mi bastano i primi accordi di French Press, dall’omonimo primo EP di questi ragazzoni australiani, per visualizzare lunghe corse in slow motion sul longboard al tramonto. Peccato che non sappia andare in longboard e che French Press parli di tutt’altro. In ogni caso i Rolling Blackout CF (sì, esiste una formula abbreviata per evitare un’emorragia cerebrale ad ogni lettura del loro nome) con le chitarre ci sanno fare. Freschi freschi dell’uscita di Hope Downs, pubblicato da Sub Pop, il quintetto di Melbourne è un concentrato di summer vibes tale da far fare un passo indietro all’imminente autunno. Chiudete gli occhi, premete play e immaginate di essere in spiaggia. Funziona.
Pezzi consigliati: French Press, Sick Bug, Talking Straight
2. Omni
Prendete un terzo di Deerhunter, aggiungete due terzi di Carnivores e shakerate con un sound che strizza l’occhio ai Devo: otterrete gli Omni, power trio di Atlanta dalle note squisitamente lo-fi. La band statunitense si allontana a grandi falcate dal mood balneare ma quando si parla di nostalgia non c’è niente di meglio di una bella sorsata di post-punk per rinfrancare lo spirito. Cheers.
Pezzi consigliati: Wire, Equestrian, Southbound Station
3. Parquet Courts
Se non siete ancora incappati in un album dei Parquet Courts, questo è il momento giusto per rimettersi in pari. Dopo Milano, registrato interamente insieme a Daniele Luppi (piccola parentesi di orgoglio nostrano) e Karen O delle Yeah Yeah Yeahs, il 2018 vede l’uscita di Wide Awake!, gustosa miscela di pezzi da far shakerare il corpo dalla testa fino alla punta dell’alluce, bilanciata da tracce introspettive e ipnotiche. Insomma, la giusta giostra emozionale che contraddistingue il cambio di stagione. Bipolari estivi, è il nostro momento.
Pezzi consigliati: Human Performance, Wide Awake, Soul and Cigarettes
4. Ron Gallo
Ron Gallo è un personaggio decisamente particolare, si era capito dal primo incontro/scontro in occasione del suo tour italiano (ovviamente, come ogni americano che si rispetti, anche Ron Gallo ha origini italiane). La critica statunitense si è sentita di definirlo il nuovo Jack White e il giovane talento di Philadelphia risponde con un mix di sano rock’n’roll, garage e blues per la gioia della nostra soddisfazione uditiva. Il nuovo album Stardust Birthday Party esce il 5 ottobre, giusto in tempo per salvarci dalla depressione autunnale ormai avviata e per ricordarci di non prendere la vita troppo sul serio.
Pezzi consigliati: Young Lady You’re Scaring Me, Put The Kids To Bed, Really Nice Guys
5. King Gizzard and the Lizard Wizard
Chi li ha visti a TOdays Festival (leggi qui il nostro reportage completo) pochi giorni fa potrà confermarvi che dietro il loro aspetto da liceali nerd si nasconde una bomba a orologeria pronta a esplodere. I King Gizzard and the Lizard Wizard, dall’Australia con furore, vi catapulteranno nel loro mondo di psichedelia allucinata per un abbraccio delirante di puro amore lisergico a base di chitarre ruggenti con un doppio drumset da farvi rizzare i capelli in testa. Non provate a opporre resistenza, e seguite i King Gizzard nella loro tana, il paese delle meraviglie è dietro l’angolo.
Pezzi consigliati: Rattlesnake, Crumbling Castle, Work This Time
6. Idles
Se siete arrivati fino a qui vuol dire che siete pronti a lasciarvi alle spalle qualsiasi tipo di ricordo estivo. Well Done. Quello che vi serve per calciare via definitivamente le ultime briciole di malinconia è una bella selezione di pezzi da gridare forte sui mezzi pubblici scatenando il panico tra la gente. Ma non fatevi ingannare dall’aggressività sonora sdoganata con il primo album Brutalism, dietro il cantato urlato di Joe Talbot, frontman dei britannici Idles, c’è di più. Vi basti sapere che lo slogan che percorre le fila dei fan degli Idles è All Is Love. Il nuovo album Joy As An Act Of Resistance arriva il 31 agosto ma potete intercettare la band di Bristol live il 22 novembre al Magnolia di Segrate. Vi innamorerete di Joe Talbot e soci, promesso.
Pezzi consigliati: Mother, Well Done, Samaritans