5 pezzi cult della band scozzese per farvi dimenticare il forfait last minute dei My Bloody Valentine a Todays: godetevi un festival ricco di spunti e suggestioni, al di là dei singoli nomi in cartellone o dei – cosiddetti – headliner.
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_di Enrico Viarengo
14 agosto, ore 20.16: i My Bloody Valentine comunicano tristemente che “due to circumstances beyond our control” non saliranno sul palco del TOdays Festival.
16 agosto, ore 12.01: TOdays Festival annuncia l’inserimento dei Mogwai, a coprire quel buco oggettivamente rilevante nella line up internazionale del weekend di live a sPAZIO211.
In mezzo c’è un ferragosto di fuoco, in cui si sprecano insulti “opinabili” sulla pagina FB dei MBV, suggerimenti e rilanci azzardati con punti esclamativi sulla pagina del festival torinese (Slowdive e Ride in cima alla lista, a dimostrazione che i fan dello shoegaze non sono solo timidi scrutatori di scarpe) e tante richieste – a volte dai toni tra l’acceso e l’arrogante, purtroppo – di rimborso di biglietti o abbonamenti.
Un weekend di fuoco, insomma, in cui troppi hanno scordato che un festival si definisce tale anche e soprattutto per l’ingente numero di artisti e band su diversi palchi e per il clima di spensieratezza misto a resistenza culturale che da anni si respira in uno spicchio di Torino di fine agosto. Un concetto che non hanno dimenticato gli organizzatori del festival, che in sole 40 ore sono riusciti a rimpiazzare la storica band irlandese con dei più prolifici vicini di casa scozzesi che, a conti fatti, accontentano quasi tutti: si cambia etichetta di genere, ma l’attitudine e quella volontà di far vibrare petto e spina dorsale degli ascoltatori con muri di chitarre restano invariate.
C’è poi da aggiungere, e potrà confermare chi li ha visti di recente a Milano o al Primavera, che i Mogwai sono in ottima forma: live band muscolosa che da anni non sbaglia un colpo e sempre sul pezzo in studio, tra bizzarre colonne sonore e un ultimo solidissimo album, “Every Country’s Sun” -definito da molta critica come una ennesima prova di maturità per la band scozzese – grazie soprattutto a un’apertura e una chiusura impeccabili e, come sempre, ad alto tasso emotivo.
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Ecco cinque tra le nostre canzoni preferite dei quattro di Glasgow che speriamo di sentire sabato 25:
Take me somewhere nice – https://www.youtube.com/watch?
Una classica passeggiata post-rock con tanto di accompagnamento orchestrale e una esile, ma caldissima voce che sconquassa: un ottimo punto di partenza per fare amicizia con i Mogwai, qui in stato di grazia.
Rano Pano – https://www.youtube.com/watch?
Siamo nel 2011 e Rano Pano è il singolo tratto da “Hardcore will never die, but you will” (uno dei migliori titoli di album di sempre, isn’t it?). Uno strumentale, come quasi tutta la produzione degli scozzesi, che suona fortissimo.
Hungry Face – https://www.youtube.com/watch?
Un connubio incredibile, anche solo sulla carta: una serie TV francese drammatica, cupa e misteriosa, e la colonna sonora dei Mogwai. Ogni puntata si apriva con le note del metallafono di Hungry Face e conseguente brividino alla schiena.
Coolverine – https://www.youtube.com/watch?
L’ultimo “Every Country’s Sun”, prodotto da Dave Fridmann, ex-bassista dei Mercury Rev. al lavoro con altre band illustri quali Flaming Lips, Low e Tame Impala, si apre così: Coolverine è già destinata a diventare un grande classico fatto di pochissime note e un tappeto sonoro essenziale, proprio come il bianco e nero in assenza di gravità dell’incredibile video diretto da Hand Held Cine Club.
We’re not done – https://www.youtube.com/watch?
Intanto si attende l’uscita di Kin, action/sci-fi movie con protagonisti James Franco e Carrie Coon; i Mogwai ne firmano la colonna sonora e con questa “We’re not done” da titoli di coda, un pezzo in puro stile Slowdive, avranno certamente l’approvazione dei fan più circospetti dei My Bloody Valentine.