Tra muschi e licheni, gli islandesi sono riusciti a elaborare un menù più che allettante: vi raccontiamo i posti giusti per mangiare le cose più appetitose a poco prezzo.
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_di Giorgia Bollati
Vento gelido, nebbia e vulcani che incombono all’orizzonte: è questa la terra meravigliosa e magica che si chiama Islanda. Di fronte al numero sempre crescente delle visite dei turisti, leggenda narra che in Islanda si mangi solo squalo putrefatto, o che semplicemente le tavole non brillino per l’eccellenza culinaria. Sfatiamo un luogo comune: qui si mangia di tutto, ed è anche parecchio buono. I costi sono tendenzialmente proibitivi, ma a Reykjavik ci sono alcuni posticini in cui si può trovare un ristoro di qualità a poco prezzo.
Must la colazione da Brauð&Co (Frakkastìgur 16): ottima boulangerie, la si scorge da lontano per via della coda che supera la porta d’ingresso, e, avvicinandosi, si può seguire la scia di un godurioso odore di burro. Qui si possono trovare i migliori kanilsnúðar (Cinnamon Rolls) d’Islanda, Croissants e Pain au chocolat degni delle vie di Parigi (qualità garantita da vicino di stanza che, nonostante nelle sue vene scorra sangue parigino, non ha potuto negare l’evidenza), e pane, pane, tanto pane preparato con farine integrali e ai cereali, morbido all’interno e croccante all’esterno. I prezzi non sono dei più bassi, ma l’offerta soddisfa ampiamente palati e occhi dei clienti: nel servizio è incluso, tra l’altro, il vichingo tatuato che impasta il pane davanti agli sguardi degli spettatori (e soprattutto delle spettatrici…). Con un cappuccino da passeggio, o, per gli amanti, un succo di rabarbaro, e una profumata brioche, la giornata non può che partire per il verso giusto.

Per i pasti principali conviene, invece, spostarsi verso il porto: i posti giusti per mangiare pesce di ottima qualità sono Sægreifinn – The Sea Baron e Reykjavik Fish Restaurant. Il primo è una taverna costruita in un rifugio per pescatori dal vecchio marinaio Kjartan Halldórsson, che, dopo un corso di cucina, era diventato cuoco ufficiale della guardia costiera islandese e che, come vuole la leggenda, decise di aprire un ristorante quando dei clienti che volevano comprare il pesce che aveva pescato, gli chiesero di cucinarlo per loro.
The Sea Baron offre quella che viene definita la miglior zuppa di aragosta del mondo, servita calda con pane e burro per sole 1350 corone islandesi (circa 9,50 euro), insieme a spiedini di gamberi, spiedini di salmone e altri pesci freschissimi, e, purtroppo, anche filetto di balena, decisamente sconsigliato per salvaguardare la specie a rischio di estinzione. In un locale grezzo e dal sapore di mare, si ordina il piatto direttamente dal frigo, per riceverlo rapidamente, grigliato sul momento, al tavolo.

Reykjavik Fish Restaurant, dall’altra parte della strada (Geirsgata 4a), è un locale moderno e arredato in stile industrial-marinaro che offre un fish&chips degno di questo nome, con un merluzzo fresco fritto alla perfezione e patatine unte il giusto, un ottimo e ricchissimo fishburger, salmone di prima qualità e il tipico Plokkari (purè di patate e pesce). Viene servito anche lo squalo putrefatto, ma visto il pericolo di estinzione si sconsiglia l’ordinazione anche di questo piatto, che per altro è tutt’altro che buono… Per le giornate di escursione si possono preparare eccellenti panini con i freschissimi ingredienti che i supermercati garantiscono, a partire dal pane preparato con farine integrali o multicereali, fino alla verdura, sempre ottima, a dispetto di ogni aspettativa; ingrediente principe potrebbe essere il salmone affumicato, saporito ma delicato, come la tradizione islandese insegna.

Ma se si vuole risparmiare, si consigliano i panini già pronti marchiati Júmbó, che, nella catena di supermercati discount Bonus, vengono venduti a prezzi che seguono lo standard italiano; i sandwiches sono preparati sempre con ottimi ingredienti, freschi e lontani dal consueto sapore “di finto” nordico, e presentano abbinamenti dal più classico come uovo sodo e verdure, allo stuzzichevole prosciutto, brie, marmellata di ribes, insalata e chutney di mango.
Per i pasti in casa, invece, sono leggere ma nutrienti le zuppe vendute in barattolo nel reparto di alimentari in scatola (buonissime quelle Heinz); da non snobbare, inoltre, i pomodori islandesi prodotti dall’azienda Friðheimar, che coltiva in serra diversi tipi di verdura e frutta con particolare attenzione all’ecosostenibilità e offre ai turisti la possibilità di visitare la fattoria, dove si può anche prendere un delizioso piatto di zuppa di pomodoro.
Rendere l’Islanda meta di pellegrinaggio gastronomico risulterebbe forse un po’ esagerato, ma di sicuro non si può dire che la cucina non sia appetitosa.