[INTERVISTA] Concert Jouet: tra voce e violoncello, teatro fisico e pantomima musicale

Al Cap10100, in occasione del Torino Fringe Festival, le irresistibili Paola Lombardo e Paola Torsi allestiscono il loro personalissimo Concert Jouet, tra effervescenza creativa e virtuosismo musicale. 
_di Silvia Ferrannini
Quante storie si possono raccontare attraverso la voce e il corpo? Laddove la sceneggiatura non serve ed è la sola invenzione creativa a dettare le leggi della rappresentazione, per la regia di Luisella Tamietto, Paola Lombardo e Paola Torsi allestiscono il loro personalissimo Concert Jouet: concerto semi-serio per voce e violoncello, scegliendo consapevolmente di andare oltre le righe e sfidare l’autorevolezza del proscenio tra canzoni, piccole gag, trascinanti note di violoncello e accenni di danza.

Tra gli spettacoli più frizzanti e applauditi del Torino Fringe Festival (grazie anche alla consulenza scenica di Nicola Muntoni) il più semi che serio Concert Jouet oscilla con grazia tra musica e fisicità, dichiarando fin dall’inizio una semplice verità: se è vero che non ci si sente mai veramente pronti per un’esibizione, tanto vale usare al meglio le proprie risorse, e incoraggiare il buonumore del pubblico. Quel che conta è uscire alla sala con il sorriso.
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Ad accogliere lo spettacolo, l’ampio spazio del Cap10100, nel quale abbiamo intervistato Paola Lombardo e Paola Torsi. 
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Innanzitutto, presentatevi!
Buongiorno a tutti i lettori di Outsiders! Siamo due Paole! Ovvero Paola Lombardo e Paola Torsi… siamo la voce, il violoncello, e la fisicità bizzarra di Concert Jouet.
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Come vi siete avvicinate all’arte? Come vi siete conosciute?
Proveniamo da due ambiti diversi. Paola T. ha frequentato il Conservatorio G.Ghedini di Cuneo dove si è diplomata nel 2001 e ha all’attivo un’intensa attività musicale, nonchè è docente di violoncello presso la scuola di musica “F. Quaranta” di Grugliasco.
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Paola L. ha studiato un po’ al conservatorio ma poi è fuggita e si è dedicata per una decina di anni alla musica popolare in giro per L’Italia. Nel 2011 ha ripreso a studiare. Questa volta però una forma d’arte diversa, quello del teatro fisico, frequentando l’atelier di P. Radice a Torino.
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Entrambe oltre alla musica, avevamo già prima vissuto esperienze teatrali che ci avevano appassionato e che ci hanno spinto ad esplorare questo mondo. Chiacchierando davanti ad un caffè in via Po a Torino nell’estate 2015, abbiamo scoperto di condividere questa passione e abbiamo deciso di unire le nostre competenze. Avevamo alcune idee musicali e abbiamo deciso di affidarle alla direzione di Luisella Tamietto che ci sembrava la persona più adatta. Eravamo rimaste colpite da alcuni suoi lavori con dei musicisti e ci piaceva il suo approccio alla comicità densa di ritmo e trovate! Nicola Muntoni invece era già una nostra conoscenza che ci ha affiancato durante il montaggio di Concert jouet dandoci dei preziosi consigli artistici e scenici.
Quali esperienze passate vi hanno portato alla creazione di Concert Jouet?
Sicuramente il percorso fatto da Paola L. presso l’atelier di P. Radice ha destato in lei un interesse verso la musica comica e la pantomima musicale. Il resto è venuto da se, alimentato da tanta passione e studio di artisti che hanno saputo miscelare la musica con l’espressività fisica come clown musicali, quartetti d’archi comici e brass band strampalate ma virtuose al contempo!
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Assistendo al vostro spettacolo, non pochi hanno parlato di “teatro fisico”. Si tratta perlopiù di una categoria miscellanea concepita per comodità, per sostanzialmente incasellare tipi e genere di rappresentazioni teatrali (ma anche di danza, musica, arte circense) che rifiutano una definizione esatta.
Qual è la vostra idea in merito e, alla luce di questa, dove collochereste (se voleste, naturalmente) il vostro spettacolo?
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Il termine “Teatro Fisico” è un contenitore molto ampio, e in effetti piuttosto “comodo” anche per chi come noi si misura con un’interazione fra due linguaggi come la musica e il teatro. Essendo “Concert Jouet” privo di verbalizzazioni, le interazioni teatrali sono principalmente fisiche. Questo riporta al mondo della pantomima musicale. I nostri due caratteri sono però, come dinamiche di relazione, vicini al clown o meglio ai personaggi clowneschi (che rispetto al clown dal naso rosso risultano esser più dinamici) . Accadono infatti durante il concerto fallimenti e situazioni buffe e clownesche, e modelli musicali vengono parodiati.
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Scenografia poco complessa, messinscena agile ed effervescente, nessun dialogo; ma anche doti canore e musicali altissime. Il vostro lavoro è davvero in equilibrio tra semplicità e, per così dire, difficoltà: cosa vi aspettate (o cercate) dal pubblico?
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Grazie per questo bel complimento!! Siamo felici di riuscire a creare questo effetto! Desideriamo giocare con la semplicità e il nostro potenziale musicale! Cerchiamo prima di tutto di divertirci e trovare piacere in quello che facciamo. Ci vien difficile cucirci addosso un vestito se non lo sentiamo tanto nelle nostre “corde”. Di conseguenza non facciamo riferimento a priori ad un gusto di comicità che sappiamo esser per forma e contenuto popolare, ma ricerchiamo attraverso le nostre esperienze, il nostro gusto, i nostri caratteri, una comicità che speriamo possa esser gradevole e nella quale il pubblico possa in qualche modo riconoscersi! Cerchiamo anche di dare molto spazio alla musica, cercando di valorizzarla senza mai sacrificarla in nome della comicità. Insomma, come recita la presentazione del nostro spettacolo “Concert Jouet” è sempre … “in costante ricerca di equilibrio”…
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Raccontateci qualche anedotto interessante relativo a Concert Jouet.
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Ve ne sono parecchi!! anche perché nei viaggi per portare in giro lo spettacolo cerchiamo sempre di trovare momenti piacevoli anche per noi, per i nostri caffettini e dolcetti oppure per conoscere e chiacchierare con le persone che incontriamo… Oltre a questo , succedono spesso dei momenti buffi durante lo spettacolo con quei famosi imprevisti che sul momento ti creano il panico, ma poi a fine esibizione, davanti ad una birretta sono spunti per risate spontanee. Un esempio… l’anno scorso a Pisogne, sul lago di Iseo, partecipavamo alla mostra mercato con spettacoli sparsi per la cittadina…
Rapido cambio abito di Paola L. per il bis con Paola T. che intrattiene il pubblico sola in scena col suo violoncello… Paola L. si dirige rapidamente verso la quinta posta dietro Paola T. … inciampa nei gradini e gattonando nel tentativo di frenare raggiunge col volto la tela elastica della quinta… e alla spalle di Paola T. prende forma attraverso la tela tesa il faccione di Paola L… in perfetto stile film horror!
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Avete miti/modelli/canoni a cui guardate più frequentemente?
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Sicuramente le coppie comiche! Tutte le coppie sono per noi fonte di ispirazione. Ci divertiamo a scoprirne sempre di nuove!! Da Stanlio e Ollio a coppie comiche musicali passando per le coppie di clown musicali da circo o teatro. Ognuna di noi ha poi modelli musicali o teatrali di riferimento legati al proprio percorso di formazione. Paola T arriva da un percorso puramente classico, tuttavia la ricerca e la curiosità nel corso degli anni l’ha portata a sperimentare nuovi linguaggi componendo, arrangiando e anche improvvisando generi musicali differenti e Paola L sta approfondendo lo studio del teatro fisico e del clown musicale ispirandosi a modelli di cantanti che si sono avventurate nel mondo della comicità.-
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Classica ma fondamentale domanda di chiusura: i vostri progetti futuri?
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Continuare a far “crescere” Concert jouet, rendendolo sempre più solido e ricco ;stiamo valutando di lavorare su qualcosa di nuovo, ma per ora siamo ancora nella fase delle idee… sicuramente per entrambe la musica è fonte di ispirazione e rappresenta il motore della nostra unione!