Un vademecum critico per arrivare preparato alla maratona cinefila sabauda. Al fondo dell’articolo trovate il nostro specchietto con i consigli quotidiani, per stilare un programma mirato giorno per giorno.
di Luca Richiardi — Ormai tutto è pronto per l’edizione 2016 del Torino Film Festival. La città è invasa da poster e programmi sulla cui copertina danza David Bowie, e il calendario di incontri di avvicinamento si fa sempre più fitto. La direttrice Emanuela Martini, come tradizione del festival nato come “Cinema Giovani” nel 1982, ha incontrato gli studenti del DAMS di Torino per presentare le sezioni in cui si divide questa edizione.
Punk
Al 34esimo Torino Film Festival si celebra la nascita del punk, fatta coincidere (anche un po’ forzatamente) con l’uscita del primo singolo dei Sex Pistols, il leggendario Anarchy in the UK datato 26 novembre 1976. Tra i sei film della sezione I did it my way – Essere punk è proposto innanzitutto Jubilee (1978), il film di Derek Jarman con David Bowie che ritroviamo come immagine guida del festival; ma come non pensare anche alla storia parallela del punk americano, documentato da Amos Poe e Ivan Kral con The Blank Generation (1976), un film-testimonianza della giungla sotterranea del CBGB, storico locale newyorkese nel quale si susseguono artisti del calibro di Ramones, Talking Heads, Television, Iggy Pop, Patti Smith e tanti altri – tutti nell’apice della propria vitalità e prorompenza.
Sci-fi
Ritorna anche quest’anno la sezione dedicata al cinema di fantascienza, Cose che verranno – La terra vista dal cinema, una vasta e varia selezione di film che dal passato (dal ’62, anno dello sperimentale film a fotogrammi fissi La Jetée di Chris Marker, fino ai più recenti Battle Royale di Fukasaku e A.I. Artificial Intelligence di Spielberg, unici due film del nuovo millennio appartenenti a questa sezione) ci proiettano in visioni spesso inquietanti e problematiche di un futuro che possiamo ormai confrontare con la realtà del presente. All’interno di questa sezione segnaliamo Ikarie XB1 (1963) di Jindrie Polak, adattamento di un romanzo di Stanislav Lem, che precede per tematiche e direzione artistica i progetti fantascientifici autoriali di Tarkovsky e Kubrick ma anche delle saghe più popolari come Star Wars e Star Trek. Per il secondo consiglio ci affidiamo al gusto di Quentin Tarantino: A boy and his dog (1975) di L. Q. Jones è uno dei film di culto che il regista italo-americano ci ha fatto riscoprire, omaggiandone spesso i dialoghi grotteschi e comici tra il giovane Vic (Don Johnson) e il suo cane telepatico e misantropo Blood, sopravvissuti che s’aggirano nel deserto post-apocalittico del 2024.
Horror
La direttrice Emanuela Martini non ci nasconde la personale preferenza per un’altra rassegna di genere che ritorna nel programma quest’anno: After Hours, dedicata interamente all’horror, al midnight cult movie, al mockumentary, e persino al “trash”. Antiporno (2016) è il film in anteprima di Sion Sono, regista giapponese amatissimo dal festival (già ospite nel 2011): si tratta del quarto di cinque film commissionati dalla leggendaria casa di produzione Nikkatsu per celebrare il 45esimo anniversario della nascita del “roman porno”, genere culturalmente fondamentale per la società Giapponese. Con Yoga Hosers (2016) ci spostiamo all’estremo opposto, geograficamente e tematicamente: nel nuovo film di Kevin Smith, secondo capitolo della trilogia “true north” iniziato con Tusk (2014), ritroveremo probabilmente echi del leggendario Clerks (1994), ma con protagoniste femminili e presenze demoniache che si prendono forma di piccoli bratwurst nazisti. Ripescando nel classico come non segnalare l’incredibile esordio di Mario Bava in uno dei più grandi horror gotici della storia del cinema, La maschera del demonio (1960): l’occasione di rivederlo sul grande schermo è assolutamente imperdibile. La tripla combo della Notte Horror di sabato 19 novembre sarà poi l’occasione per riconoscere i veri irriducibili fan del cinema di genere; si parte a mezzanotte con Sam was here (Christophe Deroo, Francia/USA, 2016), si prosegue con il classico The return of the living dead (Dan O’Bannon, USA, 1985) e si conclude con l’anteprima di Sadako vs Kayako (Koji Shiraishi, Giappone, 2016), il primo film a riproporre in salsa di soia il cliché “alla Freddy vs Jason”, facendo scontrare le due presenze mostruose degli ormai classici dell’horror nipponico Ringu (The Ring, Hideo Nakata, Giappone, 1998) e Ju-on (The Grudge, Takashi Shimizu, Giappone, 2003).
“Devo ringraziare questi cinque film, questi Cinque pezzi facili (ma non semplici), perché sono tra quelli che mi hanno impedito di fare l’avvocato” scrive Salvatores. “Un film può cambiarti la vita? Nel mio caso la risposta è sì.”
Padrino d’eccezione
Il guest director di quest’anno è Gabriele Salvatores (Marrakech Express, Mediterraneo, Io non ho paura, etc). Al regista partenopeo è toccato riempire la sezione Cinque pezzi facili, da lui simpaticamente ribattezzata “cinque motivi per cui non sono diventato un avvocato” – ovvero cinque film che hanno acceso la sua passione per il cinema e hanno influenzato la sua sensibilità registica. Cinque film accomunati da uno spirito ribelle e anticonformista, come quello che ha animato la nouvelle vague di cui ha fatto parte Francois Truffaut, autore di cui potremo vedere Jules et Jim (Francia, 1962), oppure quello che dieci anni dopo animerà le rivolte studentesche del ’68 documentate da The Strawberry Statement (Stuart Hagmann, USA, 1970). Salvatores incontrerà inoltre il pubblico di Torino, nell’occasione di un dibattito sulla relazione tra cinema e musica, il 21 novembre al grattacielo San Paolo.
Clicca qui per il programma completo del TFF
°
I consigli del giorno
venerdì 25/11
h 09:30 e h 21:30
“FREE FIRE” di Ben Wheatley – sala 1 e sala 3 del cinema Reposi
h 15:00
“THE DEER HUNTER” di Michael Cimino – sala 1 del cinema Reposi
h 22:15
“THE BLANK GENERATION” di Ivan Kral – sala 4 del cinema Reposi