Gli attori sono messaggeri di parole: Gigi Proietti in Omaggio a Shakespeare si fa messaggero di emozioni fra storia ed attualità al Globe Theatre di Roma.
Probabilmente scrivere un commento, una riflessione o persino esprimere un giudizio seppur modesto, circa il trionfo di Gigi Proietti in scena per la prima volta sul palco del Silvano Toti Globe Theatre con il suo Omaggio a Shakespeare, potrebbe rivelarsi un fallimento di intenti e parole. L’omaggio al bardo messo in scena dall’artista e curato anche da Loredana Scaramella, non è semplicemente un dono dedicato al quattrocentenario shakespeariano ma è un regalo offerto al Teatro, proprio quello con la T maiuscola, quello che si libera dei manierismi per far vibrare l’anima dell’attore stesso.
La vita non è che un’ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla – MacBeth –
Il testo, con brani tratti da Edmund Kean scritto da Raymond Fitzsimmons per Ben Kingsley, venne portato in scena dallo stesso Gigi Proietti a Taormina ventisette anni fa. Il valore di questo spettacolo è tridimensionale. E’ la celebrazione del genio inglese del teatro, è la rivoluzione narrata del modo di intendere la recitazione ed è infine il canto d’amore di uno dei più grandi artisti che il bel paese possa vantarsi di avere. Il rosso predomina la scena al Globe Theatre di Roma, il rosso del vino che accompagna Kean durante la sua vita tormentata, il rosso della passione per le opere di Shakespeare a lui così care, il rosso del dolore, del sangue e del successo che tutto offre e tutto toglie. Una matassa di filo pregiato intreccia le parole di Riccardo III, Amleto, Shylock, Macbeth ed Otello. A tenere il filo di questo delicato intreccio è l’interpretazione che lascia senza parole del grande maestro. È l’attore che guida le parole o sono le parole che prendono liberamente forma e che Proietti lascia fluire ipnotizzando il pubblico presente? Un pubblico attento con il quale l’artista ha persino “giocato”, interagendo e sostenendo le vibrazioni che lui stesso percepiva.
E’ forse questo che rende un attore un grande attore? Vivere il palco, immergersi in esso lasciando che le emozioni degli spettatori si facciano parte viva da restituire ancora più pulsanti?
Rosso come la vita che pulsa potremmo aggiungere infine. Il volto di Gigi Proietti in scena è un quadro degno del Caravaggio illuminato dalla luce dell’Arte. Omaggio a Shakespeare è un testo che va assolutamente scoperto ( sarà in scena fino al prossimo 17 luglio) perché permette di entrare nel cuore delle opere shakespeariane lasciando alla personale curiosità di guidare l’approfondimento verso un autore così tanto amato e celebrato. Omaggio a Shakespeare è anche un delirante invito a guardarsi dalla dannata ambizione che confonde il peccato con il peccatore. Nessuna parola però sarà in grado di descrivere l’emozione di Gigi Proietti inchinato davanti al calore ed all’amore del pubblico al termine della sua immensa prova. L’ Arlecchino di Kean è la ricerca della dignità nelle cose apparentemente inutili. La poesia di Shakespeare è l’omaggio più completo alla vita che la letteratura potesse concepire.