Lo “Spleen Tropicale” di FR∆CT∆E e Bea Zanin

Vi presentiamo in anteprima il nuovo singolo di FR∆CT∆E e Bea Zanin: ve li immaginate Drake e i Righiera “on a solitary beach”? Al fondo trovate anche la nostra intervista ai due artisti torinesi, che ci raccontano come è nata questa collaborazione estiva e come si comportano in spiaggia…

Spleen Tropicale” è’ il nuovo singolo estivo di FR∆CT∆E e Bea Zanin, artisti emergenti della scena torinese, in cui la parola “spleen” utilizzata per esprimere malinconia e insoddisfazione immotivata, viene contrapposta alla spensieratezza del mood tropicale.
 –
Il suono del brano vuole tracciare una linea immaginaria tra Calvin Harris e Giuni Russo, tra Drake e i Righeira. “Spleen Tropicale” fa il verso alle hit, esplorando con leggerezza e ironia quei momenti di vacanza in cui ci si sente fuori luogo.
Nel testo si passano in rassegna alcune brutture del nostro tempo e qualche cliché estivo come i balli di gruppo in spiaggia, che finiscono per diventare situazioni al limite del comico e del grottesco. Allora un posto finestrino in un treno affollato diventa luogo privilegiato di riflessione esistenziale, mentre tutti cantano la hit del momento che inevitabilmente l’anno dopo finirà nella cesta dei cd “tutto a 6,99” di un autogrill sulla A14.
 –
Nel video di “Spleen Tropicale” i registi Anna Cordioli e Francesco Moroni Spidalieri aka FRANA, vogliono trasportare lo spettatore in una brillante cartolina della riviera. I colori esasperati e la cornice pacchiana aprono la strada ad una italianissima commedia estiva: un inesperto nuotatore, Fractae, si invaghisce della bagnina, Bea, e per non sfigurare si sfila i braccioli prima di entrare in acqua.
Nella confusione dei sensi causata dall’annegamento si vede proiettato in tre coppie di tipi da spiaggia: i nerd alle prese con game boy e cucciolone, i tamarri chiassosi re dei selfie e i darkettoni, terrorizzati dalla luce del sole. Nel finale l’immancabile prestante bagnino riporta il malcapitato Fractae alla realtà.

Come vi siete conosciuti? e qual è stata la scintilla che ha dato il via a questa collaborazione?
 
B.: Ci siamo conosciuti ad un concerto: i capelli biondo platino di Paolo spiccavano nella massa. Avevo avuto modo di ascoltare le sue produzioni, fresche e originali, così gli ho proposto una collaborazione. La scintilla è stata certamente un vodka-lemon, ma anche la voglia condivisa di scrivere qualcosa di divertente ed estivo.
 
P.: Ci siamo incrociati questa primavera al fondo di un locale affollato per un festival, Bea mi ha proposto di fare qualcosa insieme ma ero sovrappensiero e devo aver fatto una faccia a metà tra quella di Grignani a capodanno e quella di Andreotti da Paola Perego. Comunque abbiamo subito suggellato il neonato sodalizio artistico ordinando un vodka lemon al bar perché nessuna collaborazione è mai iniziata con una mezza naturale
 
E come vi siete organizzati per registrare il pezzo? musica, testo etc sono arrivati tutti abbastanza in fretta, in maniera estemporanea o c’è stata una lunga gestazione?
B.: Paolo è una macchina da guerra: non fai in tempo a tirare fuori un’idea che lui ne ha già buttate giù dieci. Abbiamo lavorato sia insieme sia separatamente durante una primavera torinese caratterizzata da piogge monsoniche e da sbalzi climatici degni delle aree prossime all’equatore. Queste condizioni meteo, accompagnate da paralleli sbalzi umorali tendenti ad una stabilizzazione sullo spleen, hanno fatto da ciliegina sulla torta all’intera produzione.
 
P.: Ho buttato giù una strofa-ritornello al piano e l’ho registrata col cellulare: la melodia ci ha convinto da subito ma non si può dire lo stesso per il testo. Lo abbiamo riscritto da zero seguendo il leitmotiv del titolo-ossimoro che mi era venuto in mente. In questa fase sono stati molto importanti gli input di Bea: mi ha spronato a trovare soluzioni stilistiche senza compromessi, è stato un processo creativo molto proficuo.
blank
 –
 
Quali sono i rispettivi progetti per l’estate e per il futuro?
 –
B.: Prima di stabilirmi sulla spiaggia dell’Abruzzo, sarò lieta di suonare le mie canzoni il 19 luglio a Reggio Emilia, il 22 luglio a Vicenza, il 23 luglio ad Acqui Terme, il 5 agosto al Lido di Lugano in Svizzera. Poi mi prenderò una pausa per lavorare intensamente al mio secondo album.
 
P.: Stare con i piedi a mollo nell’enorme piscina (d’oro) che ci compreremo dopo l’uscita del $ingolo. Io mi prenderò una pausa solo il 10 Agosto per suonare al Carroponte
 
 –
Per ultimo, non posso esimermi, che “tipi da spiaggia” siete nella realtà?
 –
B.: Posso definirmi un ibrido tra la dark e la tamarra. Generalmente detesto stare esposta al sole, tant’è che non mi abbronzo mai, preferendo il bar o le letture spleen sotto l’ombrellone, ma una certa duplicità caratteriale si mostra anche nell’ambito vacanziero: nella mia testa risuona sempre una cassa dritta e la frase “vamos a la playa oh oh oh oh oh”. Allora inforco gli occhiali da sole e comincio a ballare.
 –
P.: Ammiro un sacco i tamarri, vorrei essere come loro: sciolti, energici e perfettamente a loro agio nell’ecosistema della spiaggia. La realtà è che dopo un po’ di beach volley mi gira la testa per il troppo caldo e al gioco aperitivo non ho mai vinto neanche un Crodino.