Premio Buscaglione 2025: un contest con più anima e meno algoritmi

A cura di Lorenzo Giannetti. L’ottava edizione del contest-festival dedicato alle nuove proposte cantautorali nostrane si rivela ancora una volta una genuina occasione di aggregazione e confronto: il Buscaglione è attento alle nuove tendenze ma mai schiavo del mercato, fedele alla prova del palco e contrario alla rincorsa di numeri troppo spesso effimeri. Come hanno urlato gli ospiti Voina alla fine di un concerto da lacrime: “Non badate più di tanto a questi cazzo di streaming o post. Per noi la vera vittoria è quando una persona arriva da noi col tatuaggio di una nostra canzone”.

Tre serate andata giù tutte d’un fiato come un whiskey facile che hanno decretato la vittoria dell’electro-pop di Alec Temple (un po’ la cassa dritta di Cosmo e un po’ il pathos di Mahmood). Il premio della critica e il premio riflettori (quelli in cui pesa di più il voto dei mediapartner del festival) sono finiti a 1 44 98: nome complicato da gestire per un giovane e atipico rapper torinese, perfetto outsider di questa edizione con una proposta fresca quanto personale e intransigente in bilico tra penne non allineate come Pufuleti, Mecna e il Dargen più introspettivo.

Tra un ascolto e l’altro, ne abbiamo approfittato per confrontarci un po’ con gli headliner delle tre giornate di live: è venuta fuori una intervista multipla piena di suggestioni legate alle dinamiche del concorso in primis, anche anche sullo stato generale della musica underground italiana, tra racconti di gavetta e prospettive future.

Ma prima, ecco il comunicato ufficiale di chiusura del festival: 

“Vincitore assoluto è Alec Temple, cantautore di Cremona che ha convinto pubblico e critica con le sue esibizioni ipnotiche e di grande energia, la sua voce limpida e le melodie elettroniche. Alec si aggiudica inoltre il Premio Booster e il Premio Discografico. Premio della Critica e Premio Riflettori a 1 44 98, artista torinese che unisce alla matrice hip-hop della sua musica, le influenze cantautorali del suo percorso da ascoltatore.

Il Premio Santeria e il Premio Produzione vanno invece ad Androgynus, artista toscano nella cui musica il suono e la parola convivono per riaccendere la loro potenza evocativa e veicolare significati spirituali.

Grande successo anche per i Katana Koala Kiwi, che hanno aperto la serata finale con una performance di grandissima potenza.

Indimenticabili le performance degli headliner, che per le tre serate del Premio hanno accompagnato gli artisti in gara: Folcast che ha aperto il Premio con una performance elegante e coinvolgente, Cmqmartina che ha regalato al pubblico un live di grande energia ed infine i Voina, che per il gran finale non si sono risparmiati, offrendo ai presenti un live che difficilmente dimenticheranno.

Infine, un momento certamente speciale è stata la consegna della Targa Gran Torino a Cristiano Godano, icona della musica italiana che ha regalato al pubblico la performance in acustico di alcuni suoi brani, tra cui la meravigliosa “Nuotando nell’aria”.

Dichiara Francesca Lonardelli, organizzatrice del Premio Buscaglione: “L’edizione che sì è appena conclusa segna per il Premio Buscaglione un traguardo importante. La qualità artistica è stata davvero alta e siamo molto felici di aver ospitato alcuni di quelli che sicuramente sono astri nascenti della musica italiana e che fra qualche anno vedremo su palchi importanti. Il parterre di giurati di quest’anno non ha visto eguali in passato: abbiamo avuto personalità rilevanti del mondo musicale, ulteriore marchio di qualità della manifestazione. Ancora una volta il Premio Buscaglione è un grande happening che porta a Torino artisti di tutta Italia. Ci stiamo già preparando per la prossima edizione!”

E ora le chiacchiere con gli artisti non in gara.

L’idea è semplice: fare una intervista multipla a tutti gli headliner e ospiti del Premio Buscaglione per parlare di un po’ di tematiche care al festival/concorso e ricorrenti nelle ultime edizioni. Vediamo come si intrecciano ricordi e riflessioni. Nell’ordine ci interfacciamo con Yosh Whale, Folcast, Voina e Cmqmartina.

  • Per molti dei partecipanti al contest si tratta di una delle prime volte su di un palco così prestigioso e davanti ad un parterre così gremito. Vi va di tornare indietro nel tempo e raccontarci quand’è l’ultima volta che avete vissuto questa sensazione di “battesimo”? O comunque se va di raccontarci qualche esibizione memorabile della/nella vostra gavetta?

    Yosh Whale: In realtà ciò che ricordiamo con grande emozione e piacere fu la finale del premio Buscaglione 2018 che vincemmo. Ricordiamo che gli Headliner erano i Canova e l’Hiroshima Mon Amour era strapieno, considerando che le esibizioni al premio erano tra le nostre prime esperienze tutto il festival e in particolare quella serata furono davvero un battesimo per noi. Lo ricordiamo davvero con tanta emozione. Folcast: Sembrerà banale dire che ogni volta che salgo su un palco mi sento sempre molto emozionato. Non so se è la stessa sensazione che provavo agli inizi, ma è sempre forte, tanto da farne sentire la mancanza quando non c’è da un po’. Ci sono diverse esibizioni che ricordo con affetto: quelle in cui forse ho provato di più la sensazione di “battesimo” sono l’apertura ai 99 Posse con il mio vecchio gruppo WWFunk nel 2014, la presentazione del mio primo EP (Folcast) nel 2017 e, sicuramente, Sanremo 2021. Voina: Essendo una band di sfigati che viene da una regione che musicalmente è oggi famosa per aver dato i natali ad un membro del Volo si può facilmente immaginare che viviamo praticamente ad ogni concerto la sensazione del “battesimo”. Una sorta di sindrome dell’impostore perenne.
    Per quanto riguarda la nostra meravigliosa gavetta, che un giorno approfondiremo in un libro da almeno 500 pagine, posso solo dire che più la serata più fa schifo e più in qualche modo diventa memorabile. Quindi fatene il più possibile. Cmqmartina: Ogni volta che salgo su un palco, anche se ho fatto tanti concerti, quella sensazione non se ne va mai completamente. Un ‘battesimo’ degno di nota è quello delle audizioni di X-factor, l’inizio di un intenso e nuovo lungo percorso. Ricordo che oscillavo tra adrenalina e ansia.
    Nella gavetta, però, ci sono stati tantissimi live che mi sono rimaste impressi: forse il mio preferito è stato nel 2019, all’Hall di Padova, in cui mi sono rotta un legamento del ginocchio ballando come una pazza sul palco dopo il concerto. Il live del giorno successivo a Bologna lo feci seduta con il tutore e le stampelle.
  • Ora voi siete gli headliner, ma facciamo un gioco ribaltando la prospettiva: qual è un artista o quali sono gli artisti al quale/ai quali sareste felicissimi di aprire un concerto?

    Yosh Whale: Ci piacerebbe molto aprire il concerto di Bon iver oppure mkgee o Dijon. Aprire comunque un concerto di artisti che stimiamo e consideriamo delle influenze. Folcast: Ho già avuto il piacere di aprire concerti per alcuni artisti italiani che avrei voluto conoscere e con cui avrei voluto condividere il palco, come Silvestri, Ghemon e Gazzè. Forse ora mi piacerebbe conoscere Elisa. E poi mi vengono in mente solo nomi stranieri: Jordan Rakei, Anderson Paak, John Mayer, Tom Misch. Voina: Sulla musica italiana abbiamo già raggiunto il nostro acme avendo avuto la possibilità di aprire tutte le band che hanno segnato indelebilmente il nostro io adolescente. Tre su tutte: Afterhours, Verdena e Marlene Kuntz. Siamo figli sani dei mitici 90’. Se però dovessi esprimere un desiderio davanti a San Pietro chiederei di suonare sullo stesso palco di una reunion dei Fugazi. Cmqmartina: Se ci penso un po’ mi piacerebbe suonare con la mia super band prima di un concerto di Lola Young. Lei mi piace moltissimo e il suo sound di più.
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  • So che non è mai facile mettersi nella posizione di “dare consigli” ma, a sentimento, in base alla vostra esperienza degli ultimi anni, che consiglio vi sentireste di dare ai partecipanti del Buscaglione?
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    Yosh Whale: Sembra banale ma il consiglio che ci sentiamo di dare è di credere nella musica e nei sentimenti. Di credere nel palco, nella musica dal vivo e se lo senti di dedicare tutta la vita a questo. Folcast: Fare la propria musica senza paura del giudizio e senza inseguire quello che “funziona” o che potrebbe essere giudicato più o meno vendibile da chissà chi. Scoraggiarsi e poi rialzarsi. Suonare. Andare ai concerti. Scrivere tutto quello che passa per la mente, anche la cosa che sembra più stupida. Voina: Per la serata un solo consiglio: divertitevi e non pensate alla competizione. Le aspettative sono il nemico numero uno di un gran concerto. Per quanto riguarda invece la futura carriera di queste giovani leve credo proprio che siamo assolutamente i meno adatti a dare consigli. Ogni scelta ponderata nella nostra carriera si è rivelata una scelta pessima. Se volete possiamo vederci dopo il concerto, davanti ad una birra, e vi spieghiamo per filo e per segno cosa dovreste fare nel vostro futuro da musicisti così da poter prendere appunti e fare esattamente il contrario. Cmqmartina: Non è facile dare consigli perché ognuno ha il proprio percorso. Però, se posso dirlo con il cuore, il mio consiglio è di restare sempre fedeli a se stessi. Non lasciatevi mai distrarre da ciò che gli altri pensano o da quello che potrebbe sembrare più facile. La cosa più importante è sentirsi veri, essere onesti con la propria arte. Credo di aver capito che le cose che vengono dal cuore arrivano più lontano.
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  • E a proposito, allarghiamo un po’ il campo: a vostro parere come sta questa scena musicale italiana “post-tutto”? Trovate delle differenze sostanziali rispetto a quando avete iniziato a muovere i primi passi voi?

    Yosh Whale: Secondo noi si suona di meno live, ci sono meno posti dove poter suonare dal vivo, alcuni locali storici sono chiusi, ma in compenso la musica è sempre più varia con influenze molto più internazionali. Folcast: Ormai sembra tutto un post-tutto. Basta vedere cosa sta facendo Trump in America. Sembra di essere in un post-mondo dove tutto è arrivato all’estremo. Forse la prima cosa che mi viene in mente, e che ha cambiato radicalmente la scena negli ultimi 10-15 anni, è stata l’esplosione dell’indie calcuttiano. Questo ha sicuramente spostato tanto l’industria verso altri interessi. Voina: Rispetto a quando abbiamo iniziato noi è cambiato praticamente tutto. Noi abbiamo iniziato alla fine di un decennio che nel bene e nel male aveva delle regole ben precise che in qualche modo rendevano più facile incasellarsi e definirsi. Oggi è tutto più confuso ma non per questo è obbligatoriamente un male. Non ci sono più etichette e si è in generale più liberi di fare ciò che si vuole artisticamente. C’è moltissima musica valida. Il vero problema forse è che ce ne è troppa e spesso si perde in un mare di musica di merda. Cmqmartina: Questa scena è un grande mix! Per fortuna. Da un lato c’è una grande libertà, ognuno può scrivere e produrre quello che vuole, senza barriere. La musica oggi può essere pubblicata subito e girare velocemente. Ma allo stesso tempo, in mezzo a questo mare di artisti e progetti non è facile mantenere salda la propria identità ed emergere. Forse sono la sincerità insieme alla visione-concezione artistica del proprio progetto che fanno fare davvero la differenza. In questi anni i social sono cresciuti, è vero, ma non credo che questo sia stato diverso quando ho iniziato a fare musica.
  • Domande di rito: come sta andando/è andato il vostro tour e cosa bolle in pentola per il futuro.

    Yosh Whale: Stiamo lavorando e sperimentando cose nuove, abbiamo voglia di vivere questo percorso di conoscenza di noi e della musica con tranquillità. Non vediamo l’ora di farvi sentire cose nuove. Folcast: E per il futuro si naviga a vista Voina: Il tour sta andando oltre le nostre più rosee aspettative. Abbiamo festeggiato questi dieci anni in club storici pieni di persone che ci seguono da tempo e che ci hanno mostrato quanto in qualche modo questa folle corsa non sia stata inutile. Se ci vedessero i nostri io quindicenni sarebbero davvero fieri di noi. Speriamo di ripeterci anche qui a Torino. Cmqmartina: Il tour sta andando molto bene, non vedevo l’ora di tornare nella mia dimensione preferita, quella del palco. Io e la mia band stiamo portando in giro per i club il mio disco nuovo, Brianzola Issues! Ci divertiamo in modo sincero sul palco, siamo molto affiatati. Spero di fare più concerti possibile e di continuare a condividere quello che scrivo con chi ha voglia di ascoltarmi!