Un’estate in due minuti con Calcutta a Collisioni Festival

In 15 mila a invadere Piazza Medford ad Alba, per la prima serata della sedicesima edizione di Collisioni: un karaoke generazionale in compagnia di Calcutta e la sua “timida sfrontatezza”. A cura di Oliver Crini. 

Il mio primo concerto di Edoardo D’Erme, conosciuto dai fan – vecchi e nuovi – come Calcutta, non me lo aspettavo proprio così. È raro ascoltare in una sola sera così tante canzoni che posso legare a un ricordo, vicino o lontano, di gioia o di dolore, o anche indifferente, tipo fare la fila alle poste. Con un artista del suo calibro possiamo davvero usare l’espressione trita di “colonna sonora di una generazione” senza cringiare malissimo o compensare i nostri gusti ordinari leggendo l’Ulisse di Joyce (PS: che palle Joyce).

Ormai sappiamo tutti che il Relax Tour ha segnato il ritorno sulle scene del cantautore di Latina, da quell’ultimo concerto in Spagna, nel 2019. In mezzo c’è stata una pandemia, la tragica perdita della madre, il tramonto dell’It-pop e l’inscatolamento di quel che restava dell’indie nostrano dentro i canoni retrivi delle hit Sanremesi. Calcutta è stato lì ad osservare la tempesta, come sempre in bilico tra alternative e mainstream, a scrivere una hit dopo l’altra, salvo poi regalarle a Francesca Michielin, Elisa o ARIETE.

Persino “Tutti” traccia che chiude Relax, e ultimo brano suonato live ad Alba, era destinata a un famoso cantante italiano che doveva andare a Sanremo e che poi non rientrò tra gli artisti in gara. Ma andiamo per ordine.

Ad Alba ci attende un’ora e mezza buona di tutti i successi noti e meno noti del nostro cantautore preferito. 25 brani, 3 bis, per tre parti di concerto: questa è la formula del successo di Calcutta, che sale sul palco con un outfit preso probabilmente in sconto da Humana Vintage (non è una battuta, il nostro ci collabora davvero), fatto di immancabile baseball hat, giubbino modello “ciccio benzina” di gialappiana memoria, e bermuda sdruciti, a segnalare forte confusione sull’argomento meteo.

Scherzi e stile a parte, Calcutta va preso per la musica e quella c’è tutta, come testimonia la folla di under 30 che cantano a squarciagola tutte le sue canzoni, con picchi di entusiasmo canoro sulle hit “Cosa mi manchi a fare”, “Gaetano” e “Frosinone”. Lo spettacolo di luci strobo e il ledwall che manda in sovraimpressione alcune parole chiave delle canzoni, fa il paro con la maestria degli arrangiamenti, rivisitati per l’occasione. Ed è così che “Oroscopo” si trasforma da marchetta micidiale di Takagi&Ketra a un groove elettronico con echi ai Daft Punk e a Moroder, mentre “Le barche”, da facile stornello it-pop, diventa una introspettiva ballata piano e voce, degna del Lucio Dalla di “Come e profondo il mare”. E poi ci sono tutti i brani di Relax, il disco della consacrazione, che ascoltati live suonano più maturi nelle liriche e più ricercati nelle sonorità. I paragoni con l’ultimo Lucio Battisti non sono azzardati, e infatti Calcutta ha in comune con il suo più celebre collega l’andare e venire tra sonorità disco-pop mai banali (“Controtempo”, “Loneliness”) a brani più introspettivi (la stupenda ed enigmatica “SSD”, brano migliore di Relax, per chi scrive). Calcutta insegue Battisti anche in un certo atteggiamento sul palco, quella “timida sfrontatezza” che lo rende sicurissimo nella performance canora, quanto incerto e claudicante quando parla con il pubblico.

Stupisce sentirlo chiedere più volte a quindicimila persone urlanti se si stanno divertendo, e scusarsi con loro, perché “a volte le cose possono andare storte”, quando l’energia sottopalco è palpabile e contagiosa, anche per noi che abbiamo assistito a tutto il concerto dalle ultime file.

Ma teniamocela tutta, questa timidezza di Calcutta, se serve a trovare l’ispirazione per scrivere e interpretare canzoni come le sue, e come quelle che regala a mezzo cantautorato italiano. Noi saremo lì a cantarle a squarciagola, nei palazzetti o nelle piazze, in mezzo al traffico o in cameretta, e saranno la colonna sonora di almeno un’altra, o più, generazioni a venire.

A proposito di nuove generazioni, ricordiamo l’ultimo appuntamento del festival in programma per il 13 luglio con Capo Plaza, Anna Pepe, Artie 5ive, Paky e Tony Boy.