
Reportage a cura di Roberta Scalise
È incredibile come un’opera che fece la sua prima apparizione nel 1816 possa ancora provocare risate autentiche e divertite nel 2023. A 207 anni dal suo debutto, infatti, Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini continua a solleticare l’umorismo e l’ilarità dei suoi spettatori, confermandosi, anche a distanza di due secoli dalla sua genesi, l’opera buffa per antonomasia.
A darne l’ennesima testimonianza è stata l’Anteprima Giovani tenutasi sabato 21 gennaio al Teatro Regio di Torino, il primo appuntamento del nuovo anno dell’iniziativa promossa dalla Fondazione e rivolta agli Under 30: un progetto che offre a questi ultimi la preziosa opportunità di presenziare (al prezzo simbolico di 10 euro) alle anteprime delle opere in programma presso il teatro di piazza Castello, condividendo un aperitivo con i propri coetanei e partecipando, prima della replica, a una breve presentazione “pop” dell’opera in scena.
Gremita di volti giovani ed entusiasti, la platea ha, dunque, accolto con curiosità ed emozione la rappresentazione dell’opera di Rossini, filtrata dalla sensibilità onirica e poetica del regista Pierre-Emmanuel Rousseau, la cui versione brillante e briosa ha calcato per la prima volta il palco sabaudo proprio in occasione dell’Anteprima Giovani.
Di nuovo a Torino, invece, il Maestro Diego Fasolis, il quale ha diretto appassionatamente l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio immergendo gli astanti in un’atmosfera giocosa e andalusa ricolma di espressività e colore sonoro, arricchita, a sua volta, da costumi vivaci ispirati ai quadri di Goya.

Ed è incredibile – ancora una volta – pensare che Gioacchino Rossini avesse la stessa età di molti degli uditori presenti in platea, quando, a 24 anni, decise di comporre “in fretta e furia” – come suo solito – l’opera “più buffa tra le buffe”, ispirandosi all’omonima commedia di Pierre Beaumarchais ed eclissando, così, quasi del tutto la versione precedente di Giovanni Paisiello – nonostante il “chiasso” imputato alla sua resa da parte dei detrattori del compositore pesarese.
Nonostante sia stato – insieme alla Traviata e a Madama Butterfly – uno dei “flop” più celebri della storia operistica alla sua prima presentazione al pubblico, Il barbiere di Siviglia conserva intatta la sua verve e la sua vis comica, al punto da figurare, ancora oggi, tra le opere più eseguite e interpretate al mondo. Merito, senza dubbio, del suo intreccio, semplice quanto spassoso: il conte d’Almaviva, nobile spagnolo ricco e potente, si infatua di Rosina, una giovane sivigliana, la quale è, però, ostaggio del suo tutore Don Bartolo, pazzamente innamorato di lei e deciso a sposarla. Per evitare sorprese, il tutore tiene Rosina segregata in casa proibendole ogni contatto con l’esterno. Deciso nel suo intento di conquistare Rosina, tuttavia, il conte d’Almaviva si presenta in incognito sotto il nome di Lindoro, e Figaro, barbiere di Siviglia, riconosce l’amico e decide di aiutarlo, tramutandosi in un vero e proprio deus ex machina della situazione. Fra travestimenti, calunnie, finte lezioni di musica e segretissimi biglietti, Almaviva riuscirà, quindi, a sposare Rosina, lasciando il tutore burlato e beffato da tutti.
Ed è così che, tra sotterfugi, cambi di costume ed equivoci, si dispiega una delle trame più ironiche e coinvolgenti del patrimonio musicale italiano: un ingranaggio perfetto, dove il suono quasi “veste” i protagonisti e si distingue per ciascuno di essi, divenendo talvolta vitale (quando Figaro intona la sua celebre cavatina Largo al factotum), altre dolce e romantica (come in Ecco ridente il cielo, la serenata del conte d’Almaviva a Rosina), talvolta ancora pedante (quando Don Bartolo canta A un dottor della mia sorte), e altre vivace e briosa (con, per esempio, Una voce poco fa di Rosina).

Un suono “camaleontico”, che si adatta ai singoli interpreti e alle peculiarità dei loro personaggi e che è stato reso magistralmente dall’Orchestra e dai cantanti in scena sul palco del Teatro Regio: Santiago Ballerini (conte d’Almaviva), Leonardo Galeazzi (Don Bartolo), Josè Maria Lo Monaco (Rosina), John Chest (Figaro), Guido Loconsolo (Don Basilio), Rocco Lia (Fiorello) e Irina Bogdanova (Berta).
In seguito alla replica, si è poi tenuto, nel Foyer del Toro, il primo appuntamento di Contrasti, il progetto realizzato dal Teatro Regio e The Goodness Factory in collaborazione con OFF TOPIC, che prevede cinque happening musicali, uno per ogni Anteprima Giovani, con i protagonisti della scena musicale torinese. Il primo ospite è stata la band degli Eugenio in Via Di Gioia.
I prossimi appuntamenti di Anteprima Giovani saranno i seguenti:
- Aida – Venerdì 24 febbraio, ore 20;
- Il flauto magico – Giovedì 30 marzo, ore 20;
- La figlia del reggimento – Venerdì 12 maggio, ore 20;
- Madama Butterfly – Sabato 10 giugno, ore 20.