A cura di Roberta Scalise
È possibile addentrarsi nei meandri della nostra mente, fino a scoprirne le potenzialità più nascoste, sorprendenti e inattese? Secondo il Metodo Silva, sì. E anche secondo Marisa Paschero, autrice del volume Silva Mind Control. La magia della dimensione alfa, pubblicato da Edizioni Mediterranee nel 2022.
Il manuale esplica, in modo cristallino, agile e lineare, le caratteristiche peculiari del Metodo Silva, tra i più conosciuti e funzionali per accedere alla ricchezza immaginativa che la mente reca con sé, ideato da José Silva nel 1944 e divulgato ufficialmente negli anni ’60 del Novecento.
Ogni tecnica regala, infatti, una chiave di accesso in più al nostro inconscio, aiutandoci a comprendere pienamente le vie che ci possono condurre al benessere profondo. Per analizzarle a fondo, riportiamo in forma integrale l’intervista presente nella conclusione del volume [per gentile concessione dell’autrice e della casa editrice].
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A chi si rivolge il Metodo Silva?
A chiunque sia interessato al miglioramento della qualità della propria vita. I corsi sono frequentati da genitori e figli, da nonni e nipoti, dalla madre di famiglia casalinga con problemi di stress, al manager iperattivo che deve ottimizzare il tempo, dal semplice curioso allo studioso “impegnato”, dal creativo a caccia di stimoli al logico in cerca di conferme, dallo scettico che vuole giustificazioni razionali al sensitivo (o aspirante tale) attirato da possibili implicazioni magico-mistiche, ansioso di suggestioni nuove…
Ognuno tende a concentrarsi sulle tecniche del Metodo che maggiormente gli interessano, o che gli sembra rispondano meglio alle sue esigenze.
Persone di qualunque età si incontrano ai corsi. Alcune tornano, altre si accontentano di seguire una volta soltanto, ma tutte ottengono una marcia in più nel loro quotidiano: imparano a creare una positiva dimensione mentale affidandosi a un nuovo “programma” interiore.
Si può imparare il Metodo da soli, con l’aiuto di un libro di testo, o è preferibile affidarsi a un istruttore?
Molto dipende dalle proprie esigenze e dalla quantità di tempo di cui si dispone: con un libro di testo occorre qualche settimana per imparare, frequentando un corso bastano 48 ore.
Come Silva stesso dice, frequentare un corso “farà risparmiare una enorme quantità di tempo, oltre al rischio di un insuccesso”. Inoltre, continua, “poiché le lezioni sono esperienze di gruppo guidate da istruttori esperti, i loro risultati sono più rapidi e spettacolari di quelli che avreste lavorando da soli”.
Per alcuni esercizi (nel testo vengono segnalati) la guida dell’istruttore è necessaria, mentre altri si possono senz’altro imparare anche da soli, con un po’ di pazienza e costanza nel praticarli, soprattutto se si ha già una qualche familiarità con le tecniche di rilassamento generale.
Quindi quali sono i reali vantaggi del seguire un corso?
Oltre alla maggiore velocità di apprendimento, nella presenza e nella disponibilità dell’istruttore si trova un riferimento concreto, preparato e rassicurante, con cui si rimane in contatto e a cui si potrà sempre tornare anche in seguito. Inoltre è importante il fatto di poter condividere l’esperienza con gli altri partecipanti, confrontarsi, scambiare impressioni, stabilire un legame. Infatti: “Le persone che assistono alle lezioni generano un flusso di energia che circola nel gruppo e costituisce una componente fondamentale…”
Resta comunque il fatto che un Istruttore Silva non è un coach che si frequenta individualmente per un numero più o meno lungo di sedute , né un tutore che ci segue come una mamma sollecita: ci insegna il modo di entrare in contatto con la parte più creativa della nostra mente, attiva le nostre risorse di intuizione e di immaginazione, apre la strada per un viaggio che sta a noi percorrere. Ci offre strumenti, non stampelle!
Quante volte si può ripetere il corso? C’è un limite?
Il corso si può ripetere sempre, per tutta la vita, ogni volta che lo si desideri, senza costi aggiuntivi, in qualunque parte del mondo. Gli istruttori raccomandano di tornare a seguirlo almeno una volta all’anno, per tenersi sempre aggiornati e perfezionare le tecniche che più ci interessano. “Moltissimi diplomati scoprono che gli esercizi e l’addestramento mentale si rinforzano enormemente quando ripetono il corso, anche molto tempo dopo averlo frequentato per la prima volta. Li si incoraggia perciò a ripeterlo senza alcun costo aggiuntivo”.
Come ci si presenta per ripetere il corso?
È sufficiente esibire, qualora l’istruttore non ci conosca o ci si trovi in un’altra città, il tesserino personale che ci è stato dato quando abbiamo frequentato il corso la prima volta. Il tesserino ci identifica e ci certifica come “diplomati Silva”. È valido in qualunque parte del mondo e ci permette di ripresentarci ai corsi per ripeterli dovunque. Non abilita certo all’insegnamento del Metodo, per il quale occorre essere istruttori accreditati.
Il metodo cambia nel suo svolgimento a seconda dell’istruttore?
Non cambia: “Il corso è il medesimo in tutto il mondo. Nonostante le differenze che esistono tra un istruttore e l’altro /…/, e nonostante l’ampia libertà che è loro concessa nella presentazione del corso, tuttavia l’addestramento mentale, gli esercizi ed i risultati rimangono identici”.
Quali sono i maggiori benefici del Metodo Silva?
Innanzitutto, potremo apprezzare, grazie alla capacità di gestire l’accumulo di stress, immediati benefici di salute in senso generale. Miglioreranno le nostre capacità di concentrazione e di memoria, man mano che impareremo a raggiungere, e a conservare, una sorta di “quiete della mente” persino nelle situazioni di massima tensione. Anche nel nostro carattere si evidenzierà un netto miglioramento: un maggiore autocontrollo e un atteggiamento tendenzialmente ottimista ci aiuteranno a padroneggiare il quotidiano senza farci mai scoraggiare. Inoltre, essere in grado di utilizzare le facoltà del cervello destro, con le sue risorse di intuizione e di creatività, ci permetterà di modificare o rinnovare il nostro lavoro, di misurarci con esperienze per cui forse non pensavamo di sentirci pronti, di cambiare percorso con quel tanto di coraggio e di fiducia nel trovare le soluzioni che ci assicureranno il successo…
Automaticamente, anche le relazioni interpersonali assumeranno una qualità ben diversa: rapportarsi agli altri con affabilità e sicurezza, coltivare l’empatia, trovarsi a proprio agio dovunque, trasmettere quella piacevole sensazione di disponibilità, di serenità e di equilibrio di cui è capace una persona “realizzata” sono i regali del Metodo Silva.
Ritroviamo in questa visione il concetto di autorealizzazione sviluppato da Abraham Maslow, il padre della Psicologia Umanista, attorno agli anni ’50 del secolo scorso.
Anche Maslow era convinto della grande importanza dell’atteggiamento mentale positivo sul nostro benessere: aveva elaborato una gerarchia dei bisogni umani (la famosa “piramide di Maslow”) che vedeva l’autorealizzazione, ossia la capacità di utilizzare al meglio tutto il potenziale individuale, come punto più alto e obiettivo finale.
Anche per Maslow, una delle caratteristiche più significative delle persone “autorealizzate” è senz’altro la creatività, intesa non come eccezionale talento, ma come immaginazione costruttiva, apertura mentale, realistica padronanza e integrazione “intelligente” delle energie di cui si dispone.
Pensare ed esprimersi in questa direzione significa cancellare con spontaneità e immediatezza qualsiasi giudizio che non sia costruttivo: significa creare, nella dimensione interiore, immagini che prenderanno forma e vita nella direzione migliore per noi, accompagnandoci sempre.
Qual è il momento migliore per programmare le tecniche?
Sicuramente quello in cui le onde cerebrali si trovino già a una frequenza più bassa, cioè di notte.
Ma in quale parte della notte?
Silva ci spiega che: “Sarà il vostro cervello a deciderlo. Prima di addormentarvi, programmatevi per svegliarvi durante la notte al momento ottimale. Quindi, la prima volta in cui vi svegliate nel corso della notte, raggiungete il livello alfa e procedete nel modo prescritto. In questo momento sarete al livello alfa profondo e la programmazione sarà decisamente efficace.”
Un altro momento adatto alla programmazione è la sera sul punto di coricarci, perché nell’istante in cui ci abbandoniamo al sonno avviene un effettivo cambiamento del livello di coscienza: il confine tra conscio e inconscio si assottiglia e diviene molto labile, rendendo possibile la comunicazione fra i due piani.
E poi ancora la mattina al primissimo risveglio, quando non si è del tutto usciti dal sonno della notte: si tratta di restare immobili, con gli occhi chiusi, cominciando appena a percepire gradualmente il contatto con il corpo. In questa fase, inoltre, le nostre “richieste” saranno più facilmente ascoltate dal nostro inconscio: infatti questo è anche il momento più adatto per pronunciare e ripetere la frase di Coué.
Le tecniche si dimenticano?
“Le tecniche non si dimenticano mai e possono essere facilmente richiamate nel momento del bisogno”.
Durante il corso, si può avere l’impressione di avere dormito profondamente?
Succede spesso! E a molte persone, che temono di avere perso intere parti del corso. In realtà non è così. Anche se ci si assopisce il nostro cervello sta comunque registrando e memorizzando a livello alfa.
Quindi assolutamente nulla di quanto abbiamo ascoltato va perduto.
Quanto tempo bisogna dedicare ogni giorno alle tecniche?
Quando si inizia con il Metodo Silva l’esercizio di permanenza a livello alfa deve essere praticato con costanza, almeno tre volte al giorno, per circa un quarto d’ora, rispettando la sequenza indicata.
Le ore più adatte per esercitarsi con questa prima tecnica sono quelle del mattino subito dopo il risveglio, dopo pranzo e la sera prima di addormentarsi.
Con il conto alla rovescia la reazione che si innesca è sempre automatica: il corpo si rilassa, la mente rallenta il fluire dei pensieri, la frequenza cerebrale si abbassa, l’emisfero destro si attiva.
Alcuni utilizzano l’esercizio del mattino per programmare la giornata, altri per “energizzarla”. Chi ha l’abitudine di un riposino dopo pranzo sostituisce la permanenza nel luogo ideale di rilassamento alla pennichella… e si trova benissimo! Chi ha qualche problema di insonnia scopre che andare a livello, oltre a creare uno stato di completo abbandono di ogni tensione, favorisce il sonno: addormentarsi mentre si è nel luogo di rilassamento assicura una condizione positiva che armonizza i bioritmi sonno-veglia e accompagna il riposo notturno.
Come ci si rende conto di essere sicuramente “a livello alfa”?
Questa è una domanda che ricorre spessissimo, e in realtà ciascuno trova la propria risposta in tempi piuttosto brevi, se ha la costanza di ripetere sistematicamente la prima tecnica.
Per alcune persone la dimensione alfa è una sensazione di riposo di tutto il corpo e di abbandono degli arti, con una leggera vibrazione alle estremità; per altre è avvertire i globi oculari come immersi in un liquido; per altre ancora è un senso di quiete totale che si accompagna tuttavia a una straordinaria presenza e reattività agli stimoli.
C’è chi parla di questa particolarissima sensazione come di un accentuarsi della sensibilità a tutti i livelli, e chi la descrive come l’affiorare spontaneo di immagini e visioni all’interno di un sogno…
Effettivamente ciascuno di noi ha il “suo” livello alfa, che impara a riconoscere, ad attendere e a ricreare.
A questo proposito Silva dice che “quanto più avrete fatto progressi, tanto più il livello alfa vi sembrerà più simile al livello beta: e questo perché avrete imparato a impiegarlo in forma cosciente. Essere ben svegli e in piena efficienza mentale quando si è in alfa è una speciale caratteristica del Mind Control. Quando procedete nei vostri progressi e ritrovate la vecchia sensazione di essere in alfa, vuol dire che in realtà state scendendo a un livello più profondo, forse il theta”.
Per quanto tempo è bene rimanere “a livello”?
La mente tende naturalmente a tornare a livello cosciente dopo una permanenza di 15-20 minuti a livello alfa.
Quando questo non succede significa che l’organismo ha un particolare bisogno di ricaricare energia: in tal caso è bene lasciare che il ritorno in beta avvenga spontaneamente.
Che cosa significa esattamente “visualizzare”?
Significa formare una “immagine mentale”, evocarla dedicandole tutta l’attenzione possibile, percepirla attraverso l’immaginazione, vederla con gli occhi della mente, lasciarsene impregnare.
L’immaginazione abbraccia tutto ciò che può essere concepito, senza limiti né regole… e nel magico teatro della mente qualunque scenario è rappresentabile.
Quindi la visualizzazione si collega alla “Legge di attrazione” di cui parlano i facilitatori di Miracles Coaching? Il discorso non è un po’ troppo semplice?
Molte sono le obiezioni rivolte, talora giustamente, alla banalizzazione del “pensiero positivo”, spesso ridotto a formule e formulette, o avvicinato a tecniche pseudo-magiche.
Oggi il Metodo Silva, come anche la Dinamica Mentale o l’Alfa Training, vengono riproposti all’interno di varie discipline di “crescita personale” in una chiave estremamente semplificata e mirata più che altro al marketing: come se, a distanza di 20 o 30 anni, a livello di qualità si fosse fatto un passo indietro.
Il grande successo di pubblico riportato da libri come The Secret o The Key, che assicurano “straordinarie rivelazioni”, e promettono di mettere finalmente (sic!) alla portata di tutti “segreti tramandati attraverso i secoli per attrarre salute, ricchezza, successo e felicità” conferma quanto sia facile, nella società attuale globalizzata, in cui culture diverse tendono a confondersi e a sovrapporsi, scadere nella superficialità, o peggio nell’illusione del “perfezionamento personale” a ogni costo, senza alcun tipo di approfondimento critico.
In realtà nella cosiddetta “Legge dell’attrazione” esistono interazioni energetiche complesse, che obbediscono a dinamiche sottili, e che non sono riconducibili soltanto alla antichissima formula “Il simile attrae il simile”, da sempre utilizzata dalla magia.
Stiamo parlando di immaginazione o di fantasia?
Nel linguaggio comune spesso i due termini tendono a coincidere, e a collegarsi entrambi a qualcosa di “irreale”.
I ricercatori contemporanei distinguono invece nettamente tra fantasia e immaginazione, consapevoli del fatto che l’immaginazione è dotata di un “potere creativo”, di una specie di “energia di manifestazione”, che la fantasia non possiede.
Ne erano ugualmente convinti gli antichi alchimisti, che vedevano l’immaginazione come “chiave per la rivelazione”, e quindi come un mezzo indispensabile per la riuscita dell’opera di trasmutazione. Paracelso collocava la fantasia nel mondo fisico, lontana dalle verità più profonde, e riconosceva invece all’immaginazione una funzione spirituale e una forza vitale risanatrice: la forza che “costringe le erbe a sprigionare la loro essenza nascosta”.
I grandi mistici concedevano un ruolo chiave all’immaginazione nel loro sistema teologico: la consideravano l’espressione stessa della saggezza divina, il mezzo attraverso il quale Dio aveva creato l’universo.
Nell’attuale cammino dedicato all’esplorazione del mondo interiore l’immaginazione riveste un ruolo di grandissima importanza: diversamente dalla fantasia, che è sempre centrata sul’io cosciente e sui suoi bisogni, ripetitiva e, benché allettante, fondamentalmente sterile, fonte di illusioni e non certo di intuizioni, la vera attività immaginativa è in grado di andare oltre, di trascendere l’io per “collaborare” con l’inconscio, aprendosi a esperienze ben più costruttive che possono davvero “dare vita” a una forma e produrre un cambiamento.
“Vedere al di là delle illusioni create dalla fantasia mette in moto processi di autoespressione e di trasformazione, e permette al potere dell’immaginazione di mostrarci nuove modalità di esistenza”.
Che diversità c’è tra il “Luogo ideale di rilassamento” e il “Laboratorio”?
Il luogo ideale di rilassamento è il nostro “mondo amico”: è il posto da raggiungere con l’immaginazione per ricaricarci, eliminare tensioni, riposare la mente, prepararci agli impegni della giornata, superare un momento di stress… è lì che possiamo fermarci a trascorrere mentalmente una breve vacanza rigenerante quando ci sentiamo particolarmente stanchi, demotivati o snervati, dal momento che venti minuti a livello alfa equivalgono, per il nostro organismo, a una buona dormita.
Quando invece si è alle prese con un obiettivo preciso è meglio fare un ulteriore passo avanti e utilizzare il laboratorio, completo di tutti i suoi strumenti e, soprattutto, con l’assistenza dei consiglieri: qui, non ci stiamo soltanto piacevolmente rilassando, ci stiamo dedicando a un progetto, stiamo risolvendo un problema, stiamo svolgendo un lavoro. Il laboratorio è il luogo ideale del nostro potere creativo.
I Consiglieri sono sempre gli stessi, o possono cambiare?
I Consiglieri sono creazioni del nostro inconscio, immagini interiori che prendono vita grazie alla capacità di raggiungere una condizione di particolare recettività una volta entrati nel laboratorio: questa condizione è molto simile allo stato di passività in cui ci troviamo quando dormiamo.
Per questo i Consiglieri somigliano alle figure che incontriamo nei nostri sogni, e si delineano con la loro stessa evanescente “consistenza”.
Tutta la sapienza del nostro inconscio, con i suoi messaggi, le sue premonizioni, i suoi suggerimenti, le sue soluzioni geniali viene personificata nelle sembianze umane di queste due figure (per quanto mi sia capitato di incontrare ad un corso una signora che aveva come Consigliere un grosso cane parlante, nero e indolente, che si esprimeva con grande pacatezza e un notevole senso dell’umorismo).
Forse i Consiglieri sono, come avrebbe detto Jung e come anche Silva supponeva, “manifestazioni dell’immaginazione archetipica”? O forse nascono con l’emergere delle memorie rimosse e dei complessi che Freud descriveva annidati nella zona più profonda e nascosta dell’iceberg-simbolo della nostra psiche, di cui conosciamo solo la minima parte visibile in superficie? O forse ancora, come azzardava un partecipante ai corsi particolarmente aperto alle suggestioni magiche di altre tradizioni, i Consiglieri sono dei Tulpa, ossia delle “forme visibili” coagulate dalla concentrazione di un pensiero, destinate ad assumere nel tempo una personalità propria? D’altra parte, sosteneva qualcun altro ancora, anche la preghiera può creare un Tulpa nella mente di un devoto…
Una cosa è certa: talvolta, per alcune persone, e in qualche caso particolare che Silva stesso racconta, i Consiglieri si sono rivelati sconcertanti, se non addirittura disturbanti.
Per questa ragione la regola iniziale, che stabiliva queste due figure come definitive una volta create, si è stemperata in una visione molto più possibilista e fluida, che prevede di “creare” altri Consiglieri se necessario.
Perché il Metodo Silva non sempre funziona?
Innanzitutto perché a volte, anche se si è convinti di quello che si desidera e fiduciosi nella riuscita, viene meno la terza delle condizioni indispensabili, ossia l’aspettativa, quella capacità di visualizzare ogni risultato come se fosse già presente.
Talvolta si tratta soltanto di una mancanza di costanza, per cui si getta la spugna poco prima che le cose comincino a funzionare, e in questo modo si alimenta una specie di “meccanismo di insuccesso”.
A volte si è fin troppo preoccupati di vedere se il metodo funziona oppure no, e ci si concentra sul risultato dell’esperienza, invece di abbandonarsi semplicemente all’esperienza di per se stessa.
Oppure ci si lascia sconfiggere dal nemico peggiore, ossia la pigrizia, che ci impedisce di far fronte all’impegno, che inizialmente dev’essere rigoroso, di andare a livello ogni giorno, per almeno tre volte, per circa un quarto d’ora, a orari regolari.
Una cosa è certa: pensare di poter utilizzare con successo qualunque tecnica, o di poter mettere in moto qualunque meccanismo di auto-aiuto senza coinvolgimento e pieno controllo del livello alfa, è del tutto illusorio.
Quindi, delle tre condizioni che assicurano la riuscita del Metodo, l’aspettativa è quella più importante?
Più che di una gerarchia, si tratta di una sinergia fra “i tre fattori miracolosi”. Silva più volte ribadisce che il desiderio è il primo passo per iniziare qualunque progetto, la convinzione è l’atteggiamento fiducioso e positivo sul fatto che il progetto desiderato si realizzi, e l’aspettativa è la capacità di vivere la realizzazione del progetto come se fosse già presente. Quest’ultimo fattore appartiene specificamente alla dimensione alfa, perché solo a questo livello è possibile andare oltre i limiti dello spazio e del tempo, facendo esistere nella realtà del “qui e ora” ciò che si materializzerà nel futuro.
È meglio chiamarlo Metodo Silva oppure Mind Control?
La dizione esatta è Mind Control, ma siccome il concetto di “controllo mentale” rischia di dare adito a fraintendimenti, si preferisce chiamarlo semplicemente Metodo Silva. Purtroppo è facile, nell’immaginario comune, scivolare nell’idea del “dominio psichico”, della strumentalizzazione del pensiero, temendo l’invasione nella nostra vita di seduzioni subliminali, o peggio ancora di tattiche oscure di persuasione occulta. Il Metodo Silva è all’opposto di tutto questo: anzi, svolge un’azione schermante e protettiva.
Saremo sensibili ai messaggi subliminali?
Assolutamente no! È proprio quello che il Metodo Silva ci darà la sicurezza di evitare. Tra le “affermazioni benefiche” che cominciamo a interiorizzare con la prima tecnica c’è una frase in particolare, che ha lo scopo di salvaguardare la manipolazione della nostra mente da parte di agenti esterni: “Io ho il controllo totale e il dominio completo delle mie facoltà e dei miei sensi, a questo livello mentale e ad ogni altro livello, incluso il livello di consapevolezza più esterno”. Questa semplice frase contiene una grande protezione e ci mette al riparo dalle strategie di coinvolgimento psicologico da parte dei media: ci sottrae alla pressione che continuamente rischiamo di subire, ci impedisce di lasciarci accecare dagli schematismi delle ideologie.
Potremo subire degli “attacchi psichici”?
“L’uomo è sottoposto a vari tipi di suggestione. Vi sono quelle dell’ambiente esterno e vi sono quelle occulte, a opera di individui che agiscono col pensiero, e che chiameremo suggestioni telepatiche. Queste sono le più pericolose perché occulte, delle quali non ci avvediamo, che avvertiamo soltanto nei loro effetti micidiali, trasmesse attraverso l’azione da mente a mente e fatte da chi conosce la potenza del pensiero. È la più colossale opera di magia che sia mai stata vista nei secoli. /…/ È necessario difendersi da tutto questo, è necessario opporre a queste magie una magia difensiva, per non rimanere soccombenti e vittime”. Sono davvero molte le pratiche di “magia difensiva”, gli accorgimenti più o meno complicati, più o meno misteriosi, dai piccoli rituali scaramantici ai potenti esorcismi, che vengono descritti e messi in atto per neutralizzare le forze invisibili a cui siamo esposti. Credo che a tutti noi sia successo di provare, magari all’interno di certi ambienti, o in presenza di determinate persone, una strana sensazione di disagio, di svuotamento, come un’inspiegabile stanchezza, una improvvisa perdita di tono, di volontà e di vitalità… purtroppo è innegabile il fatto che esistano i cosiddetti “vampiri energetici”.
Sono figure ambigue e piene di ombre, ma spesso magnetiche, seduttive e accattivanti: mentre assorbono la linfa vitale degli altri irradiano un fluido malefico, a livello sia fisico che psichico.
Il fluido è un’emanazione dell’anima. Appare come una sostanza impalpabile, come un soffio di invisibili onde, come un volo di vibrazioni trasparenti che partono da noi e si diffondono nell’aria, ma in realtà ha una sua consistenza: i veri sensitivi, i soggetti più emotivi, e sicuramente anche gli animali, hanno la capacità di entrare in risonanza con fluidi sprigionati dalla persone.
Per quanto mi riguarda, ogni volta che sento il bisogno di proteggermi, mi affido alla frase di Jose Silva: “Pensieri, persone ed influenze negative non avranno alcun potere su di me”.
Tra tutte le “affermazioni benefiche” la ritengo senz’altro una delle più preziose. Sono convinta che questa frase, pronunciata mentre siamo a livello, oppure anche richiamata al momento necessario con il meccanismo attivatore delle tre dita, possa creare davvero una sorta di “immunità psichica”.
Ho avuto modo di sperimentarne la forza e di servirmene, in più di un’occasione, come di uno scudo difensivo che si oppone alle energie oscure che talvolta ci circondano, molto spesso a nostra insaputa .
C’è la possibilità di influenzare negativamente altre persone? Esiste il pericolo di nuocere a qualcuno?
Nessuno più di Silva poteva essere consapevole dell’enorme “potere” della mente. Infatti non manca mai di sottolineare come un “crescente senso di responsabilità” sia destinato ad accompagnare, in maniera del tutto naturale, l’acquisizione delle nostre nuove facoltà di controllo mentale. Silva non perde occasione di sottolineare come i “nuovi poteri” dei suoi diplomati debbano essere impiegati solo ed esclusivamente per “migliorare il genere umano”.
A pagina 40 del Manuale Operativo leggiamo: “Voi non ‘potete’ creare un problema. Qui non parliamo del fatto che non lo ‘dovete’ fare, ma del fatto che non lo ‘potete’ causare. Questa è una legge fondamentale che controlla tutto. Quando si lavora in modo dinamico a livello alfa siamo in contatto con l’Intelligenza Suprema. /…/ Se cercaste di sintonizzarvi, a livello meditativo, con qualche tipo di intelligenza che sia disposta ad aiutarvi in un vostro disegno malvagio, questo vostro tentativo non sortirebbe alcun risultato: è come se cercaste di sintonizzarvi con una stazione radio che non esiste.” Per la stessa ragione, tra le “affermazioni benefiche” che interiorizziamo nel corso della prima tecnica, compare anche questa “formula positiva” che, in qualche modo, tende ad arginare la “Legge del ritorno” cara agli occultisti, per cui chi fa del male si aspetterà il male: “Le mie facoltà mentali si sviluppano sempre di più per servire me stesso e per servire meglio l’umanità”.
È possibile agire, oltre che sulla nostra mente, anche su quella altrui? Ad esempio, si può aiutare qualcuno a distanza?
Ci sono modi diversi di aiutare qualcuno a distanza, magari una persona ammalata, concentrandosi mentalmente sull’immagine della sua guarigione. In un certo senso è quello che facciamo ogni giorno, spontaneamente, quando salutiamo un amico in difficoltà dicendogli “Ti penserò”, sollecitando in qualche modo il potere di una buona intenzione.
Ma con il Metodo Silva facciamo di meglio: a livello alfa possiamo raggiungere il nostro laboratorio, dove incontreremo idealmente la persona che soffre e la visualizzeremo alle prese con il suo problema.
Quando il nostro desiderio di portare aiuto è in armonia con le leggi dell’universo, e non reca danno a nessuno, viene accolto dalle Intelligenze Superori, che si muoveranno a nostro favore. Nel laboratorio avremo modo di ascoltare i suggerimenti dei nostri consiglieri e di servirci di tutti gli strumenti di guarigione che riterremo necessari. Il “trattamento” e la guarigione dovranno essere visualizzati come compiuti e totalmente realizzati: in questo modo, nel prendere congedo, trasmetteremo uno stato d’animo, una visione e un’aspettativa di perfetto benessere. Oppure, più semplicemente, la sera prima di dormire potremo andare a livello alfa e visualizzare la persona che ci interessa aiutare. Quando avremo la sua immagine proiettata sul nostro schermo mentale ci diremo: “Mi sveglierò quando… (pronunceremo il suo nome) si troverà nel suo momento di maggiore recettività”.
Ad un certo punto della notte ci sveglieremo: sarà questo il momento giusto per trasmettere energia dalla dimensione soggettiva, utilizzando lo specchio con la cornice bianca e luminosa.
Esiste una tecnica specifica per l’auto-guarigione?
Innanzitutto possiamo servirci delle tecniche di cui abbiamo appena parlato, visualizzando noi stessi come doppio. Oppure possiamo procedere, utilizzando lo specchio della mente con le sue cornici, con una sequenza di questo tipo:
– a livello alfa creare la propria immagine mentale nelle condizioni attuali, sullo specchio con la cornice blu scuro;
– analizzare la patologia o il dolore che ci disturba;
– concentrare l’attenzione sul punto problematico;
– ascoltare le emozioni legate al disturbo;
– affidarsi all’immaginazione per visualizzare la malattia mentre si dissolve come fosse polvere, mentre fuoriesce dal corpo come un liquido, mentre si trasforma in una bolla che vola via e si disperde nell’aria… non serve che l’immagine si avvicini alla realtà anatomica, ma che comunichi un messaggio diretto all’inconscio, che comprende chi gli parla per simboli;
– quindi, sullo specchio con la cornice bianca, proiettare l’immagine del nostro corpo perfettamente sano;
– associare a questa visualizzazione la sensazione di essere in totale armonia con la volontà dell’universo, meritevoli della salute ritrovata, fiduciosi nelle capacità di auto-guarigione del proprio organismo, in ogni sua cellula;
– rinforzare la sensazione di completo benessere con delle affermazioni benefiche prima di tornare a livello beta.
Questa tecnica, o altre tecniche rivolte a problemi di salute, possono sostituire una terapia medica tradizionale?
No, nella maniera più assoluta. Nel suo libro Guarisci te stesso, in cui vengono presentate e approfondite tutte le tecniche dedicate al benessere psico-fisico, Silva in più di un’occasione chiarisce che non sostituiscono l’approccio medico, bensì lo integrano. L’intervento su problemi di salute, in senso generale, si focalizza sugli aspetti spirituali della guarigione e, dal momento che agisce a livello mentale, non invade il campo medico.
Inoltre Silva raccomanda, quando si voglia aiutare qualcun altro a guarire, di non operare mai sulla persona “in presenza”, in modo da non essere accusati di un esercizio illegale della medicina. Tanto più, sottolinea, che un diplomato Silva è in grado di “raggiungere rapidamente il livello alfa profondo che consente di guarire gli altri a distanza”.
Per Silva la “guarigione ideale” contempla, o dovrebbe contemplare, una sinergia tra le tecniche oggettive della medicina ufficiale, che agiscono sul piano fisico, e le tecniche soggettive del suo Metodo, che lavorano su piani più sottili.
È possibile utilizzare il Metodo Silva quando ci sono problemi oncologici?
Possiamo utilizzare la tecnica di auto-guarigione per qualunque problema, compresi quelli oncologici. Ormai anche la medicina ufficiale accetta l’idea che le immagini mentali influenzino il sistema nervoso centrale: possono aprire la strada della salute come della malattia.
Una sofferenza prolungata, un evento traumatico, un distacco, un lutto non elaborato, una cattiva notizia, così come la consapevolezza di un grave problema di salute, creano forme-pensiero depressive, di sfiducia e di impotenza, che influenzano negativamente la neurofisiologia regolatrice del sistema immunitario. Ma fortunatamente le forme-pensiero positive seguono identiche vie neurali attraverso il sistema limbico (che interviene a tutti i livelli dell’elaborazione delle informazioni che riceve), e quindi gli stessi meccanismi responsabili della malattia possono essere utilizzati per curarla, e forse anche per guarirla.
In parole molto semplici: così come abbiamo la capacità di favorire la malattia, abbiamo anche il potenziale per liberarcene. Per questa ragione il famoso medico Carl Simonton, padre della Psico-neuro-oncologia, unisce ai trattamenti tradizionali tecniche di rilassamento e di visualizzazione che appartengono anche al Metodo Silva (d’altra parte spesso citato nei suoi libri), allo scopo di aumentarne l’efficacia.
Simonton ribadisce la sua piena fiducia nelle tecniche di controllo mentale: nella sua clinica (Simonton Cancer Center) guida i pazienti a “immaginare” la propria patologia, e a visualizzare una forza guaritrice più grande, in grado di sconfiggerla. Il livello alfa, come sappiamo, stimola il sistema immunitario: grazie a una migliore gestione dello stress e delle emozioni, il paziente oncologico vive la sua condizione e i trattamenti terapeutici in modo più costruttivo, riuscendo a migliorare sensibilmente la qualità della propria vita. Il malato, oltre a elaborare il trauma della diagnosi infausta, attiva tutte le sue difese diventando “protagonista” della propria guarigione.
Il Metodo Silva può essere utile in caso di depressione?
Chiamata “sindrome depressiva” o anche, molto più poeticamente, “buia notte dell’anima”, la depressione rimane comunque una delle patologie più diffuse, pericolose e inquietanti del nostro tempo.
Jung la descriveva come un “male spirituale legato con la profondità della natura umana”: in effetti può presentarsi, in molti casi, come una forma di malinconia più o meno struggente e costante che tinge di una tonalità grigia il susseguirsi dei giorni. Ma spesso questo “male oscuro” peggiora con il procedere del tempo, e si trasforma in una vera e propria patologia: un disagio cronico che si nutre di disperazione, frantuma il ritmo dell’esistenza, segna il naufragio di ogni volontà, il vuoto di ogni desiderio. Nei casi estremi il circuito sfocia nella più temibile delle forme depressive, ossia nella psicosi maniaco-depressiva, che alterna momenti di esaltazione e di euforia ad altri di totale prostrazione e abulia.
Jose Silva ha prestato molta attenzione al problema della depressione, dedicando a questo disturbo, della cui gravità era perfettamente consapevole, alcune tecniche specifiche nel suo libro Guarisci te stesso:
“Quanto più profonda è la depressione, tanto più profondo è il livello alfa necessario per sconfiggerla. Quanto più positive sono le tecniche di programmazione che bisogna usare, tanto più frequentemente è necessario applicarle. /…/ Quando vi sentite esauriti è opportuno che diate il meglio di voi. Può sembrarvi contraddittorio, ma spesso le situazioni della dimensione oggettiva possono capovolgere quelle della dimensione soggettiva. In quest’ultima, infatti, quanto più si dà, tanto più si riceve. Quindi, aiutando gli altri, aiutate voi stessi.
Per guarire dalla depressione fatevi coinvolgere in attività che implichino il contatto con altre persone, anche se non prevedono ricompensa in termini di denaro. Quando siete impegnati in attività costruttive e creative, capaci di migliorare il mondo , il ‘vostro’ mondo diventa a tutti gli effetti più piacevole”.
A chi voglia approfondire un trattamento di auto-aiuto relativo alla depressione propongo, in alternativa alla sempre provvidenziale tecnica delle tre dita, questa precisa sequenza che si svolge secondo le cinque fasi che conosciamo:
1) portarsi a livello alfa ed eventualmente scendere a livelli più profondi con un ulteriore conteggio alla rovescia;
2) identificare il problema “depressione” ed enunciarlo;
3) affermare il suo contrario dicendo mentalmente che, quando ci si troverà al numero 5, ci si sentirà perfettamente bene;
4) visualizzare la soluzione in atto utilizzando lo schermo mentale: dapprima, sullo specchio con la cornice blu, proiettare l’immagine di noi stessi alle prese con la sofferenza causata dalla depressione; quindi spostare il quadro per far comparire, nello specchio con la cornice bianca, l’immagine di noi stessi in ottima salute, a testa alta, con le spalle dritte, pieni di vitalità e di entusiasmo;
5) concludere la tecnica tornando in beta contando da 1 a 5 e facendo la consueta pausa al numero 3.
In che cosa il Metodo Silva differisce dall’ipnosi?
Il soggetto indotto in ipnosi si trova in uno stato mentale di passività: è in grado di rispondere alle domande che gli vengono rivolte, ma non di formulare egli stesso delle domande. La sua intelligenza può seguire percorsi induttivi, ma non deduttivi: questo significa che può fare quello che gli si dice di fare, ma non è in grado di decidere liberamente quello che vuole fare. Inoltre, quando viene “risvegliato”, non ricorda nulla.
Nel Metodo Silva, viceversa, siamo sempre noi a dirigere la nostra mente, che si mantiene in una condizione di totale autonomia pur trovandosi in uno stato di recettività. Non soltanto non dimentichiamo nulla, ma attiviamo e miglioriamo tutte le capacità mnemoniche, a breve e a lungo termine. Conserviamo quella indipendenza di pensiero, di giudizio e di comportamento che ormai sappiamo essere basilare per il Mind Control, e inoltre ci mettiamo al riparo da qualunque idea di applicazione di poteri ipnotici a fini impropri.
Ricordiamoci l’affermazione di Silva – forse la più citata – che si trova pressoché sempre in apertura ai suoi corsi:
“Tu appartieni a te stesso e solo a te stesso. Il Metodo Silva ti aiuta a creare nuove forme di comunicazione con gli altri, ma l’obiettivo principale è che tu sia sempre fedele solamente a te stesso”.
Qual è il vantaggio del Metodo Silva rispetto ad altre tecniche, ad esempio lo Yoga?
Sicuramente la semplicità degli esercizi e la brevità del tempo necessario per imparare a raggiungere un profondo livello meditativo, dove sviluppare al meglio tutte le risorse della mente in una condizione di silenzio creativo. Essere a livello alfa equivale a una meditazione prolungata molto efficace: fin dai primi giorni di pratica è possibile trovarsi in uno stato di rilassamento, di concentrazione e di quiete mentale pari a quello che si otterrebbe con anni di pratica regolare di altre tecniche.
Dopo il corso di base è possibile proseguire imparando altre tecniche?
Dopo il corso di base si è in grado di accedere a un enorme potenziale, e si può proseguire con un secondo livello che prevede tecniche più complesse e sottili: si tratta di esercizi che allenano alla produzione di onde cerebrali sempre più lente (onde theta e onde delta), il cui raggiungimento era già stato sperimentato con l’involucro anestetico. Qui la mente si abitua a rimanere cosciente, pur addentrandosi a livelli progressivamente più profondi, soprattutto attraverso esperienze di psicometria, destinate ad aprire nuovi “canali” di sensitività e di comunicazione con mondi paralleli. Fin dal termine del corso basico, con l’esperienza della diagnosi a distanza, è possibile capire se si possiedono effettivamente doti di sensitività o di preveggenza, o entrambe, e se si desidera veramente coltivarle.
Già a quel punto la strada è aperta per chi vuole proseguire fino al terzo livello, definito “del dominio del tempo”, dove la coscienza individuale si fonde con l’Intelligenza Cosmica che unisce tutti gli esseri viventi.
Qui viene sperimentata la Regressione nel tempo, considerata l’esercizio d’elezione per lo sviluppo mentale e la crescita spirituale. Col terzo livello sarà possibile perfezionare la capacità di agire “energeticamente” a distanza per mezzo della tecnica delle mani vibranti, soprattutto in caso di problemi di salute generali o localizzati, utilizzando preziose risorse per noi stessi e per gli altri.
Come si collega il Metodo Silva alla “legge di risonanza”?
La “vibrazione” che emettiamo è quella che attiriamo: ci sono persone definite comunemente “sfortunate”, la cui sola presenza ha un effetto debilitante, e altre a cui la vita, pur con le sue difficoltà, sembra voler sorridere. Persone preziose, capaci di influenzare costruttivamente l’ambiente che le circonda, superando il senso di egocentrismo che limita pericolosamente la visione del reale. Praticando le tecniche di Silva si coltiva un atteggiamento interiore che risuona su frequenze positive e sempre più elevate: questo significa indirizzarci – e indirizzare gli altri – verso aspettative serene, verso la soluzione di un problema, e non verso la frustrazione del suo ripetersi. Questo è l’effetto di risonanza che valorizza in modo particolare il Metodo Silva.
C’è un’età della vita particolarmente adatta per seguire un corso di Mind Control?
Qualunque età è adatta per questa importante esperienza! Praticare il Metodo Silva permette ai giovani di raggiungere una migliore visione dei propri obiettivi e una maggiore consapevolezza dei propri talenti.
In alcuni Paesi le tecniche vengono insegnate a scuola: grazie alla possibilità di utilizzare razionalmente il cervello destro i ragazzi imparano ad ascoltare le proprie intuizioni, a coltivare la fiducia in se stessi e a moltiplicare le potenzialità di un pensiero equilibrato e creativo. In questo modo avranno a disposizione le armi migliori per affrontare il mondo e la vita.
Alle soglie della maturità, soprattutto se si è insoddisfatti della propria condizione (affettiva o lavorativa che sia), e magari si è alla ricerca di un riferimento, di un “centro” che dia significato al proprio divenire, il Mind Control può essere determinante per risolversi a un cambiamento, per ritrovare la vitalità, la sicurezza e l’entusiasmo che credevamo perduti, per scoprire che si ha ancora moltissimo da fare, da offrire, da realizzare… e decidere di “ripartire” con coraggio. Incontrare Silva ”nel mezzo del cammin” è un privilegio!
E quando si entra nella cosiddetta “età del raccolto” le tecniche diventano un piacevole appuntamento quotidiano che scandisce, in maniera puntuale, discreta e sempre amichevole, le nostre giornate.
Per rappacificarci col passato, per annullare i rimpianti, per fare tesoro delle proprie esperienze senza più giudicarle, per vivere appieno ogni attimo, per apprezzare il dono della serenità come il vero e grande successo di un’esistenza, per coltivare ogni giorno il delicato fiore dell’indulgenza, per se stessi e per gli altri, per conservarsi in buona salute, per non farsi mai mancare l’energia, né il sorriso… Com’è bello incontrare Silva “verso sera”, quando comprendiamo di appartenere a una totalità che si manifesta, nelle sue infinite diversità, attraverso una sua compiuta armonia.
Sentirci all’interno di questo disegno collettivo ha un immenso valore: significa non smarrire più la strada, fluire in una sorta di coesione dove ogni evento della nostra vita, ogni incontro, ogni sbaglio, ogni illusione, ogni esperienza appaiono in una luce diversa e, in fondo, perfetta.
Come in un quadro più grande ogni particolare entra a far parte del tutto, assume il suo significato profondo, si colloca nel suo giusto spazio, e trova quiete.