FUTURA 1993 X OUTsiders | [INTERVISTA] In volo con Wrongonyou

Wrongonyou, al secolo Marco Zitelli infila il piede nella porta di Sanremo con Lezioni di Volo, il brano che il cantautore italiano porta sul palco di AmaSanremo con gli occhi puntati su un orizzonte ancora più ambizioso: accedere alla lista delle nuove proposte del Festival di Sanremo 2021. In occasione della finale di AmaSanremo, Futura 1993 ha intervistato per noi Wrongonyou alla scoperta delle influenze musicali e del suo trascorso artistico.


_di Veronica Piri

Si intitola Lezioni Di Volo il brano con cui Wrongonyou concorre alla finale di AmaSanremo, il contest ideato da Amadeus che permette l’ingresso alla categoria delle nuove proposte per il Festival di Sanremo 2021. Il brano è stato scritto e prodotto insieme ad Adel Al Kassem e Riccardo Scirè, dopo un periodo di crescita personale e artistica, maturata durante il primo lockdown. 

“Una scelta comune arrivata un po’ per caso ma non troppo” ci racconta il cantautore romano, all’anagrafe Marco Zitelli, in occasione dell’uscita del singolo per Carosello Records, “Non avevo mai detto di voler andare a Sanremo, ma dentro di me dicevo: ‘Speriamo che mi mandino quest’anno’ e così è stato”. 

Alla domanda se ha paura della finale, ci risponde che: “Non tanto la paura del palco o dell’emozione, quanto quella di cadere, il pezzo si chiama Lezioni di Volo, pensate che figura se vado a cadere [ride]”. 

Il brano è un inno al coraggio, un invito a lasciarsi andare, a lanciarsi senza timore e con sicurezza per affrontare le esperienze che la vita ci mette di fronte. Un salto da fare da soli o con al fianco la persona che si ama. 

La copertina del singolo è stata realizzata da Valerio Bulla: ci sono due trapezisti che per volare e sentirsi liberi devono fidarsi l’uno dell’altro, incuranti della paura di cadere. Lezioni di volo, commenta, “è una di quelle canzoni arrivate al momento giusto e che funzionano da terapia, innanzitutto per me stesso, ma spero anche per chi ascolta e ci vede un po’ di sé: serve a ricordare quanto sia importante non avere paura di sentirsi liberi e di lanciarsi, magari appoggiandosi a un’altra persona. Ho viaggiato in tutta Europa e negli Stati Uniti per presentare la mia musica. Ho macinato chilometri e preso tanti aerei, ma solo nell’ultimo anno, qui, fermo, ho capito come imparare a volare. Ci prendiamo solo il meglio che c’è”

Ma da dove viene Wrongonyou? È un ragazzo che è stato incoraggiato da un professore di Sound Technology all’università di Oxford dopo aver ascoltato sue demo su SoundCloud. Nella vita ha avuto diverse occasioni: in seguito ad esperienze nello sport e provini discografici andati a vuoto, impara a suonare la chitarra e il pianoforte e a 21 anni, dopo una serata di cover a cui partecipa all’improvviso, dà vita al progetto. Inizialmente scrive e canta in inglese perché l’italiano lo intimidisce. Tantissimi dei suoi brani diventano conosciuti nell’underground e parte per diversi live, anche all’estero. Killer è senza dubbio il primo successo dell’artista e uno dei suoi lavori più identificativi, contando tre milioni e mezzo di stream. È stato, inoltre, inserito nella colonna sonora della serie Baby su Netflix e in quella del docu-film La voce di Fantozzi su Paolo Villaggio. 

Alla domanda c’è stato un momento nella tua carriera dove avresti voluto lasciarti andare di più ma non ci sei riuscito per qualche motivo, ci risponde: “Nel disco precedente non mi sono lasciato andare come mi sono lasciato andare adesso. Un italiano canta in inglese perché un po’ si vergogna, e, comunque sia, in inglese puoi dire le cose più sdolcinate del mondo, dirle in italiano è tutta un’altra cosa. Là capisci che i Dari avevano proprio un bel fegato [ride, ndr]. In ogni caso è stato come levare uno scudo posto là davanti. Mi vergognavo a cantare in italiano. Anche a livello di scrittura, adesso mi sono molto sciolto e ho sconfitto l’imbarazzo anche per andare in diretta su Rai 1”. 

Shoulders è la colonna sonora del film Il Premio di Alessandro Gassman, realizzata con Maurizio Filardo, mentre il brano Proof, interpretato dall’attrice Matilda De Angelis e da lui scritto, è stato candidato ai Nastri D’Argento nel 2018. Wrongonyou è stato coinvolto nell’esperienza anche come attore accanto a Gigi Proietti e Rocco Papaleo. Proprio di Gigi ha voluto condividere con noi il suo ricordo: “Mi ha fatto malissimo la notizia della sua morte. È stato un colpo per tutti e io l’ho saputo nel peggiore dei modi alle 7 di mattina. Era una di quelle persone mitologiche che non riesci ad associare alla morte e pensi che rimangano sulla terra all’infinito. Mi ha regalato un sacco di cose senza mai chiedere nulla in cambio, è stata un’esperienza bellissima. I mesi sono stati intensi e abbiamo anche continuato a sentirci dopo il film. Un episodio pazzesco perché io avevo un rapporto molto stretto con mio nonno Bruno e avevamo in comune un amore per Gigi Proietti. Ritrovarmi dopo qualche anno a chiamare Gigi “nonno” nel film è stato qualcosa di inspiegabile. Mi ha dato tanti consigli su come approcciare con il pubblico e aveva la capacità di piegarti in due con una barzelletta ma anche di lasciarti affascinato con tutte le conoscenze che aveva. È stata una grande fortuna e una grande opportunità poter lavorare con lui”

I legami con il cinema non si fermano qui: tra le canzoni che negli anni sono state per lui un sucesso cinematrografico e televisivo, oltre che di streaming, ci sono Rodeo, tra le tracce portanti del film Sempre meglio che lavorare dei The Pills, e The Lake, nella Top Viral 50 di Spotify italia e sincronizzato in alcuni episodi della serie Terrace House: Aloha Estate prodotta da Netflix Japan, entrambi tratti dal suo EP d’esordio.

Wrongonyou rappresenta una miscela di ispirazioni e di influenze, soprattutto di quelle oltreoceano e successivamente del grande cantautorato italiano. Sin da piccolo ascolta e si innamora del folk e di tutta la discografia di artisti come John Frusciante e i Bon Iver di Justin Vernon. La sua musica prende ispirazione dai miti che lo hanno forgiato, dando vita ad un suono dotato di una forte componente emotiva e immaginifica, che con la sua voce di grande estensione e forza evocativa è capace di toccare le corde più profonde dell’animo di chi lo ascolta.

“I riferimenti di italiano continuano a non essercene così tanti. Nel modo di scrivere mi piace molto Dalla, De Gregori e Battisti, diciamo il tridente del 2001 di Totti, Montella e Batistuta. Ascolto sempre quelli e poi tento di pizzicare qualcosa dall’estero. Ultimamente mi sono piaciuti tanto Dominic Fike e i Bro Compton, un agglomerato di rapper e produttori che lavorano tutti insieme. Per quanto riguarda la canzone sanremese che ho più a cuore ho pensato immediatamente a L’uomo volante di Masini. Forse perché nel 2004 avevo 13 anni e forse l’ho associato al fatto che aveva fatto la sigla di Shaman King. Era proprio un bel pezzo e un altro che mi è rimasto in testa è Chiamami Ancora Amore di Vecchioni e Portami a Ballare di Luca Barbarossa.”

Con quattro dieci ricevuti dalla giuria di AmaSanremo, composta da Morgan, Luca Barbarossa, Piero Pelù e Beatrice Venezi, Wrongonyou è stato l’unico dei finalisti del programma a ottenere un punteggio così alto. Non ci resta che attendere il verdetto finale, senza dimenticare che, comunque vada, il futuro dell’artista romano ci riserverà ancora diverse sorprese all’orizzonte.

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