Mentre nessuno guarda, lontano da occhiate indiscrete: quel luogo in cui l’espressione personale non ha barriere e in cui la vulnerabilità è libera di uscire allo scoperto senza timore. È qui che Corrado Grilli, in arte Mecna, si accomoda e si racconta attraverso le 14 tracce della sua nuova fatica discografica. Futura 1993 ha recensito e illustrato per noi il nuovo disco di Mecna, “Mentre nessuno guarda”.
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_di Filippo Duò, illustrazioni di Luna Del Mar Severi e Alessandra Goldoni
In questi mesi Mecna si è periodicamente riaffacciato sulla scena con dei singoli a sorpresa dai colori estremamente vari, ma con un filo conduttore tematico e visivo ben preciso, cosa che faceva presagire che fosse imminente un nuovo disco, nonostante Neverland –gioiello in collaborazione con Sick Luke – fosse uscito solamente un anno fa. Le previsioni erano fondate: il 16 ottobre, anticipato da uno short movie diretto da Enea Colombi, il rapper foggiano ha pubblicato Mentre Nessuno Guarda, lavoro di raffinatissima cura, a partire dall’artwork. In copertina un dipinto di Richard Wilson raffigurante Mecna intento a tirare fuori un fazzoletto per piangere, metaforica rappresentazione del concept alla base del lavoro. Il tutto è stato completato da un gigantesco graffito ad opera dello stesso artista britannico realizzato nei pressi dell’Università Statale di Milano e divenuto già meta di pellegrinaggio dei fan.
Nell’album troviamo un Corrado capace di mettere insieme, in maniera imprevedibile, rassicuranti mood malinconici ed improvvise sterzate up sfacciatamente pop e cantabili a squarciagola. Il team lavorativo è quello di sempre: Lvnar, Iamseife e Alessandro Cianci si alternano alla produzione delle quattordici tracce, con l’unica incursione esterna da parte di Zef nel singolone Paura Di Me, amalgamandosi senza fatica per ottenere una coerenza di sound fatta di bassi che trafiggono lo stomaco, synth alla Fatboy Slim e ritmi percussivi incalzanti. La maturazione di Mecna è percepibile soprattutto dalla necessità di mostrare un nuovo lato di sé: non viene rinnegato il lato oscuro e introspettivo che fin qui lo ha caratterizzato, ma quest’ultimo non domina più l’atmosfera complessiva, grazie a sprazzi maggiormente solari e grintosi, per un ventaglio di emozioni che il rapper non vuole nascondere. Alla fine è proprio questo il cardine attorno a cui ruota il disco: mentre nessuno guarda si può essere sinceri fino in fondo, con tutte le proprie fragilità e insicurezze, figlie di paranoie e dubbi inscindibili dall’animo umano. I brani sono un susseguirsi di tutto ciò: delusioni ed euforia, paura e felicità.

Si passa allora da Demoni, apertura potente e piena di contaminazioni black all’elettronica minimale di Così Forte, in una narrazione che non lascia nulla al caso, in cui confluiscono un gran numero di giornate e drink, incomprensioni e nuovi spiragli luminosi. Le produzioni mantengono alti i bpm, con degli uptempo potenzialmente radiofonici, soprattutto per la grande attenzione alle melodie e alle parti cantate. Oltre al singolo già citato ne sono una prova Vivere in coppia con Izi, Amore Mio e Punto Debole insieme a Guè Pequeno. In questo pezzo sono evidenti alcuni dei richiami sonori dominanti dell’opera: la scena elettronica UK, dal big beat fino alla techno hardcore, con una trascinante citazione di Mindfields dei The Prodigy. In Non mi va/Con te e Coltello Nel Burro, amare confessioni aperte ricche di consapevolezza e desiderio di guardare oltre, non manca l’R&B a fare capolino tra riff dance e strutture più tipicamente hip-hop.
Tutto Ok, ultimo singolo estratto, vede un featuring che era destino si realizzasse prima o poi: stiamo parlando di quello con Frah Quintale. Il cantante di casa Undamento, infatti, nei temi affrontati è sempre stato simile a Mecna, condividendo con lui una buona fetta di fanbase, e ora i due si sono finalmente incontrati, unendo dosi di disillusione su una base di sample vocali degni dei migliori Chemical Brothers. A completare le collaborazioni ci sono altri due nomi di peso: Ernia fa brillare con il suo classico stile Wow, forse la canzone più sperimentale del lotto, tra citazioni di Tolkien, Kafka e Fratelli Grimm, mentre Madame si lancia in un rappato serrato e intricatissimo in Alibi, dimostrando ancora una volta di essere destinata a traguardi sempre più grandi. A conclusione della tracklist c’è Scusa, il brano più emotivamente sentito e d’impatto, in cui l’artista pesca dal mazzo il mood più amato dal pubblico e si mette a nudo senza filtri, chiedendo perdono a tutte le persone a cui non è mai riuscito a dirlo a voce, degna conclusione del viaggio.
Mentre Nessuno Guarda è l’ottima fotografia di un percorso evolutivo, fatto di crescita personale e nuove strade. L’amore viene cantato con maggiore disinvoltura, abbandonando il timore di mostrarsi poco virili e abbracciando un hip-hop che fa da ponte fra passato e futuro. C’è dentro tanto il Jovanotti di Serenata Rap che il Kevin Abstract di Georgia. Viene dunque restituito il riflesso di una persona che si guarda allo specchio e nota tutti i propri punti deboli, mettendoli in luce e cantandoli al mondo. Mecna è sempre lui: notte, pioggia e inverno sono gli elementi essenziali della sua poetica, stavolta però dal respiro più ampio e onnicomprensivo, rasentando la perfezione in diversi momenti. Corrado non è più un ragazzino, ne ha viste tante, ha saputo dar nuova voce ai demoni interiori con l’obiettivo di esorcizzarli e ha imparato a prendere la vita come viene, senza provare ad incasellarla in schemi mentali limitanti. Da qui si riparte per terreni inesplorati, senza dimenticare però di mettere l’ascoltatore di fronte alle sue sensazioni più pure.
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