Le proteste globali raccontate dalla World Press Photo Exhibition a Palazzo Madama

Dal 9 ottobre al 18 gennaio 2021 il Museo Palazzo Madama ospita la “World Press Photo Exhibition”, mostra internazionale di fotoreportage più importante al mondo.

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_di Giulia De Sanctis

Costituita da un tour mondiale di 100 città in 45 paesi, torna a Torino per il quarto anno consecutivo la mostra internazionale di fotoreportage “World Press Photo Exhibition”. Organizzata da CIME, organizzazione pugliese nonché uno dei maggiori partner europei della Fondazione World Press Photo di Amsterdam, e da Fondazione Torino Musei, quest’anno cambia location: dalla Ex Borsa dei Valori in via San Francesco da Paola 22 alla Sala del Senato del Museo Palazzo Madama, nella centralissima Piazza Castello. Dal 1955 la Fondazione World Press Photo, organizzazione indipendente e no-profit olandese impegnata nella tutela della libertà e dell’informazione, vanta il concorso di fotogiornalismo più importante e prestigioso al mondo che conta la partecipazione di oltre 6000 fotoreporter provenienti dalle maggiori testate mondiali, e rappresenta i più alti standard della fotografia di attualità.

La foto vincitrice dell’anno, la “World Press Photo of The Year”, viene selezionata nell’ambito di diverse categorie: Storie di Attualità, Notizie Generali, Ambiente, Progetti a Lungo Termine, Natura, Ritratti, Sport e Spot News e, oltre ad aggiudicarsi il premio, viene collocata nella mostra; dopo un lungo processo di selezione, in cui sono arrivati alla finale 44 fotografi provenienti da 24 paesi, la scelta della giuria per la World Press Photo “Photo of the Year” è ricaduta sulla fotografia della rivolta in Sudan del 19 giugno 2019, una delle molte proteste che hanno avuto inizio nel dicembre 2018 e diffuse in seguito in tutto il Paese, scattata da Yasuyoshi Chiba della Agence France-Press: un giovane uomo, illuminato dalle luci dei cellulari, recita una poesia di protesta mentre i manifestanti cantano in coro gli slogan per richiedere un governo civile, durante un blackout a Khartoum, in Sudan.

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La “World Press Photo “Story of the Year”, novità introdotta l’anno scorso per mettere in luce “la creatività visiva e l’abilità nel produrre storie fotografiche, con eccellenti editing, riguardanti un grande evento o una questione di rilevanza giornalistica”, è firmata da Romain Laurendeau e intitolata Kho, la genesi di una rivolta, resoconto delle lotte in Algeria: una storia di un profondo disagio tra i giovani che nello sfidare le autorità hanno ispirato il resto della popolazione a prendere parte alla loro azione, dando vita al più grande movimento di protesta in Algeria degli ultimi decenni.

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Entrambi i premi hanno testimoniato l’“ondata globale di proteste”, con le dimostrazioni pubbliche in costante aumento e con i cittadini che si mobilitano per salvaguardare la propria libertà e tutelare i propri diritti. Quest’anno inoltre spiccano i dieci vincitori della categoria Natura e Ambiente, i quali si sono concentrati sulle cause e sugli effetti della crisi climatica, dimostrando quanto in quest’epoca sia importante il giornalismo visivo nel portare le questioni di attualità all’attenzione del pubblico globale.

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