Consigli letterari di ottobre

Novità, riscoperte, rarità. La breve selezione letteraria – fatta pensando proprio al concetto di “outsiders” – privilegia le realtà maggiormente propense a stuzzicare l’interesse di un lettore onnivoro e curioso, magari desideroso di avventurarsi in qualche azzardo letterario… A cura di Alessio Moitre. 

Ottenebrati dal flusso interminabile di pedanterie sulle ovvietà, ci stiamo dimenticando che la bellezza della lettura è anche retroattiva. Alcuni avveduti hanno scavato durante l’anno nelle proprie librerie o autentiche biblioteche, ringiovanendo improvvisamente. Ma siccome non si può far a meno di vivere, giusto aggiungere al pane azzimo un set di condimenti. Perché, che lo sia abbia previsto oppure no, le velleità del futuro si faranno prima o poi ritrovare. Dunque meglio ragionarci per tempo.

Domenico Starnone, “Via Gemito”, Einaudi

Il libro ha compiuto vent’anni che il suo autore ha ben passato continuando a scrivere su giornali e nel privato. Ma non vi è stato necessità di scavare alla ricerca dell’ignoto per riconsiderare uno scritto che da molti viene qualificato come un classico dei nostri tempi.
Federì è un personaggio non toccato dal tempo e la sua vicenda, umana come sociale, mi convince senza dubbio della necessità di raccontare, per evidenziare e non solo per leggera inclinazione.

Angelo Carotenuto, “Le canaglie”, Sellerio

Mi sono subito affezionato a questo libro. Ho conosciuto la leggenda della squadra della Lazio degli anni settanta, solo dai racconti e ridurla, come spesso mi capitava di udire, a scontata gazzarra da curva, è davvero una mancanza di approfondimento. Il libro di Carotenuto è una piacevolezza anche per chi non ha dimestichezza con il pallone e lo è nella forma di raccontare non solo una società sportiva ma l’anima degli uomini che hanno istoriato una narrazione tanto eccezionale quanto letteraria.

James C. Scott, “L’arte di non essere governati. Una storia anarchica degli altopiani del Sud-est asiatico”, Einaudi

Zomia. Ho una predilezione per la geografia nonché un certo talento nel riconoscimento delle bandiere ma mai mi ero imbattuto in quest’area montagnosa del Sud-est asiatico, grande quanto l’Europa ed incline storicamente all’insubordinazione e al proprio concetto di civiltà e di governo. Proprio la parola “civiltà” è il fulcro e come essa possa essere oppressiva e inopportuna. Un saggio, una storia, un racconto, di un libro inserito in una collana “La biblioteca”, davvero affascinante per contenuti e scoperte.

Vera Zamagni, “Occidente”, il Mulino

Come stiamo ad Europa? E L’Occidente me lo sta curando? Un medico bizzarro potrebbe anche chiedercelo. Forse la nostra intelligenza ci prescriverebbe maggiori dosi di cultura, di società o di intraprendenza. Il libro di Vera Zamagni appare come il controllo annuale, che spesso ognuno di noi balza distrattamente salvo poi pentirsene per senso di colpa. Noi in purezza siamo Occidente e a veder bene un check up non guasterebbe. Potrebbe persino ridarci vitalità.

Karel Capek, “La Fabbrica dell’Assoluto”,Voland editore

Posso definirmi un capecchiano convinto. In Italia qualcosa sul fronte delle sue opere si sta muovendo, e per fortuna. Un romanzo -feuilleton come sempre arguto, spassoso, inquietante e mordace. Un gas è nell’aria, si chiama Assoluto. Chi lo inalasse sarebbe
colpito da attacchi religiosi e stimoli alla bontà. Il risultato si può anche immaginare, nella cornice di un mondo messo sottosopra, preda di incontenibili istinti e nuove istiganti necessità. Scritto nel 1922. Mica oggi.