A distanza di due anni dalle sue ultimi apparizioni nel nostro paese, il “diavolo del rap” si ripresenta per una data milanese.
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_di Filippo Santin
Machine Gun Kelly, recentemente, è stato uno dei rapper più odiati nel rap game. Per quale motivo? Beh, perché ha avuto le palle – o per altri, la sconsideratezza – di sfidare il rapper più famoso del pianeta: Eminem. Le prime frizioni si hanno nel 2012, a causa di un tweet nel quale Mgk fa degli apprezzamenti su Hailie, figlia di Em. Da qui parte uno scambio continuo di accuse, velate o non, che l’anno scorso è culminato rispettivamente con “Rap Devil” e “Killshot”, canzoni nel quale i due si dissano senza alcun giro di parole.
Anche chi non conosceva Mgk, allora, ha avuto modo di conoscerlo. Soprattutto la mole oceanica di fan di Slim Shady, che si sono riversati contro di lui per difendere il loro idolo. Ma il rapper di Cleveland, a dire il vero, non è affatto alle prime armi. Sono quasi dieci anni infatti che calca i palchi, dopo che nel 2011 nientemeno che P. Diddy lo ha messo sotto contratto con la Bad Boy.
Da allora Mgk è andato ritagliandosi un ruolo speciale nella scena, dimostrandosi diverso dalla maggior parte degli altri rapper. Partendo dall’estetica, che pur non rinnegando i fasti tipici del genere, sembra avvicinarsi più allo stile del rocker – come da noi Achille Lauro. E di frequente anche influenze musicali vicine al rock, soprattutto quello più “emo”, caratterizzano le sue canzoni.
Nonostante questo, Mgk si è dimostrato negli anni anche un ottimo rapper – non certo un “mumble rapper”, come invece lo ha definito Eminem – collaborando con i nomi più in vista dell’ambito mainstream. Incurante di tutti gli attacchi che gli sono piovuti addosso ultimamente, quindi, si è lasciato alle spalle la faida con l’ex-biondo di Detroit e ha continuato a far uscire altra musica.
Dopo averlo visto interpretare i panni di Tommy Lee nel biopic sui Motley Crue di Netflix, infatti, abbiamo avuto modo di ascoltare il suo ultimo album, quarto della carriera: “Hotel Diablo”.
Anche qui si ha prova del suo estro poliedrico. Ci sono episodi che vedono la collaborazione di stelle della trap come Lil Skies e Trippie Redd, momenti più pop come “Waste Love” e “Death in My Pocket”, ma soprattutto momenti spruzzati di alternative rock come “Hollywood Whore” e soprattutto “I Think I’m Okay”, con la partecipazione di Travis Barker e di Yungblud.
Le tematiche sono spesso quelle che, già in passato, hanno contraddistinto i testi di Mgk: estremamente emozionali, che raccontano di disagio personale e traumi del passato – in questo, malgrado il “beef”, si trovano somiglianze con Eminem. Mgk è dunque pronto per portare “Hotel Diablo” in tour, e una delle sue date europee comprende anche l’Italia, dove è già stato nel 2017: questa volta si esibirà al Fabrique di Milano, l’8 settembre. E si preannuncia uno show di fuoco, visto che il “Rap Devil” è celebre per la sua straordinaria carica live, dove tra l’altro verrà accompagnato dalla sua band di fidati musicisti.
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Ecco alcuni dei prossimi appuntamenti al Fabrique:
- Wilco (19 settembre)
- Solomun (20 settembre)
- One More Light Memorial III (21 settembre)
- Jon Bellion (1 ottobre)
- Julia Michaels (2 ottobre)
- Achille Lauro (7 ottobre)
- Don Diablo (12 ottobre)
- Volbeat (14 ottobre)
- Blackbear (17 ottobre)
- The Struts (29 ottobre)
- Lewis Capaldi (30 ottobre)