“La scelta”: la “paranormal romance” firmata da Morgane Mentil

In bilico tra storia d’amore e avventura di stampo fantascientifico, l’ultimo romanzo di Morgane Mentil è una atipica love story ambientata in uno scenario pseudo-apocalittico tutto italiano. 

Nella Milano dei giorni nostri si intrecciano amicizia e amore, saga familiare e affresco sociale: la scelta evocata dal titolo è effettivamente il filo conduttore di questa ultima fatica firmata da Morgane Mentil. I protagonisti di questa storia -ambientata nel presente ma che in maniera più che verosimile sembra guardare al futuro – si ritrovano a dover prendere delle decisioni importanti, di quelle che cambiano la vita, a sé stessi e agli altri.

Tutto parte da una situazione che pare riprendere alcuni script del mitico J.J. Abrams. Il brulicare metropolitano della city meneghina viene bruscamente interrotto da una serie di esplosioni. All’inizio pare si tratta di episodi sparuti, ma la situazione degenere in fretta. Come spesso accade di questi tempo, il primo “spettro” a presentarsi di fronte agli occhi dello spettatore è quello del terrorismo. Tuttavia ne “La scelta” la faccenda si fa presto più complicata e torbida di così…

Ad affrontare una situazione ai limiti del kafkiano, troviamo la giornalista Sarah Terenzi, affiancata dall’amico ed ex fidanzato Michele e dal “terzo incomodo” Andrea, di professione cameraman. Un squadra di reporter d’assalto, che si ritroveranno – attorniati da una serie di mirabili personaggi di contorno – a fronteggiare pericoli contingenti e demoni interiori, l’ansia per la possibile perdita di un futuro ma anche quella per l’eterno ritorno dei problemi irrisolti nel passato.

L’autrice, lombarda classe 1975, ama giocare con le tinte fosche e crepuscolari, dando un sentore “dark” alla sua prosa. Perfetto, direi, per una Milano in preda al panico e in versione polveriera, che pare evocare il piombo dei Settanta.
È bello (quanto angosciante) “vivere” una storia di questo tipo “all’ombra del Duomo”: in generale fa piacere vedere la fantascienza nostrana affrancarsi da modelli, cliché e – giocoforza – anche ambientazioni del genere sci-fi tipicamente americano-britannico.

In controtendenza – o almeno in parte – non si punta al catastrofismo più squillante e telefonato, concedendosi un finale che ruota attorno ai valori positivi di libertà, accoglienza e perdono. Tutto filtrato dalla voglia di non arrendersi mai, tipica delle “storie di sopravvivenza” di oggi, di ieri e di domani. LA scelta, allora, potrebbe essere la più coraggiosa di tutte: avere la forza di non arrendersi mai.