[INTERVISTA] La “legnaccia fatta bene” delle Tacobellas

Quando abbiamo ascoltato le Tacobellas per la prima volta in redazione ci siamo guardati negli occhi e abbiamo esclamato, praticamente all’unisono: “Queste fanno legna e la fanno pure bene”. Giusto per mettere in chiaro, fin da subito, come l’energia del gruppo sia non soltanto contagiosa e irrefrenabile ma anche consapevole e ben studiata. Ecco perché abbiamo raggiunto Valentina per farci dire come si possa, in musica, esprimere tutta questa potenza. Perché, come recitava un antico adagio, “la potenza è nulla senza il controllo”.

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_di Mattia Nesto

 

Una delle prime cose che ci hanno colpito del vostro gruppo è stata questa foto: https://www.instagram.com/p/BtDrnqIB8yI/ Ci potete spiegare che cosa volevate “dire” con questo incredibile scatto?

A volte la vita è come un film, ci scorre davanti, lo stiamo a guardare, magari in 3D e magari con un sacchetto di pop corn in mano. Comunque per la maggior parte del tempo non reagiamo e ci limitiamo a guardare. La foto serve per esorcizzare e ironizzare su questo aspetto. Noi vogliamo entrare nel film, farne parte ed essere le protagoniste. Questa è la nostra filosofia. E poi è stato troppo figo stare in mezzo ai pop corn e ci siamo divertite molto a realizzare il set.

Ma come sono nate le Tacobellas?
Io (Valentina) e Greta ci conosciamo da un po’ di anni e abbiamo condiviso altri progetti musicali in passato. Con questo progetto chitarra e batteria però abbiamo trovato il nostro equilibrio; gli anni di conoscenza che avevamo alle spalle ci sono serviti a creare subito un’intesa unica e insostituibile.

A livello di immaginario sonoro, musicale ma anche filmico quali sono le vostre “stelle fisse”?

A livello di immagine non ci ispiriamo a nessuno in particolare; ci piace il trash, soprattutto quello italiano e forse questo un po’ emerge nelle cose che facciamo. Qualche 90s vibe si percepisce nel nostro modo di suonare e tutte le ore passate ad ascoltare i Sonic Youth sicuramente hanno inciso. Ma anche molte ore di di Donatella Rettore.

Come sono andate le registrazioni di “Total 90”?

È stato molto interessante, ci siamo divertite ma abbiamo anche imparato molto da questa esperienza. Il disco l’ha registrato Raffaele Marchetti di Audio Brothers che davvero ci ha messo anima e core. Registrare è stancante, a volte snervante perché devi suonare e risuonare le parti, ma quando metti le cuffie e ascolti il disco per la prima volte è sempre un’emozione indescrivibile.

Sulla vostra pagina Facebook abbiamo letto un commento molto interessante: “Due ragazze, legnaccia fatta bene. Poco da aggiungere”. Potrebbe essere un buon modo, anche se chiaramente molto sintetico, per descrivervi?

Yeah! A noi piace suonare forte! E ci fa piacere che chi ci ascolta abbiamo questo riscontro. Ci piace il pubblico carico, che poga durante i pezzi! Come disse Margaret dei Demolition Doll Rods quando suonammo assieme (lei con il progetto Heartthrob Chassis) ‘Se chiudo gli occhi e vi ascolto, non sembrate due piccole ragazze che suonano, ma dieci uomini grossi sul palco’. Tutto con una cento americano e un’espressione entusiasta!