[REPORT] Bombino e Viterbini “on fire” alle OGR di Torino

Il chitarrista e cantautore nigerino di etnia tuareg è stato il protagonista del terzo e ultimo appuntamento della rassegna “Africa Now”, con il suo blues rock congiunto alle sonorità proprie dell’Africa sahariana e i nuovi brani dell’ultimo album, Deran. Live infuocato e duetto inaspettato col chitarrista dei BSBE Adriano Viterbini. 


_di Roberta Scalise e Luciano Morciano

L’open space dedito ai concerti ci invade con la sua soffice luce viola. Il palco è pronto, le persone anche: si muovono irrequiete, in attesa di essere trasportate in un contesto altro dalle voci rassicuranti e dai canti propri del popolo africano. Cala il silenzio: on stage, il polistrumentista e cantante Ramon Caraballo e il tellurico, ipnotico e rurale chitarrista Adriano Viterbini. Il duo lascia tutti sorpresi e ammutoliti: sulle note di alcuni degli ultimi brani dell’ultimo disco dello stesso Viterbini, Film -O- Sound, il ritmo diviene coinvolgente e travolge gli astanti, che osannano i due musicisti, dotati di una bravura e di una tecnica sublimi. A osservarli, un po’ discostati, anche Bombino e alcuni membri della sua famiglia, che ben presto, però, spariscono dietro i tendoni del backstage.

Di nuovo silenzio, infatti, e poi, eccolo: Bombino effettua il proprio ingresso accompagnato dai componenti della sua band, vestito di una lunga tunica azzurra e di una semplice pashmina bianca, utilizzata quasi alla stregua di una difesa dall’affetto esuberante del pubblico – lui, si sa, è molto timido.

Adriano Viterbini

L’apertura del live è “elettrica”, in tutti i sensi, e la pulsazione, nel corso di tutto il concerto, scivola incessantemente lungo climax crescenti e decrescenti, inseguendo sonorità rock arricchite da ritmi africani che culminano in una serie di acmi vertiginosi e temi che mutano repentinamente. Il collettivo dimostra una solidità sonora corroborata rispetto agli esordi e un interplay notevole, che dà luogo a un vero e proprio “muro del suono”, il quale sovrasta e penetra nei corpi degli auditori. Menzione d’onore, inoltre, per l’eccelso batterista, Corey Wilhelm, una sorta di “drum machine” umana, dal tiro martellante, concentrato e ipnotizzante: un saldo e continuo riferimento per la band.

Da citare, infine, anche il duetto, assolutamente inaspettato, tra Bombino e Adriano Viterbini, “amico, compagno di viaggio” del primo, il cui risultato è stato un dialogo potente e vitaminico, sfumato dai toni profondamente blues emessi dal chitarrista romano. A seguire, ancora sorrisi, esultanze e suoni del deserto, in una danza perpetua e vitale che ha soddisfatto tutti i componenti del pubblico.

Il live torinese si è rivelato un appuntamento imperdibile, mentre Bombino ha riconfermato il suo talento innato caratterizzato da un sound ineguagliabile e sui generis.

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