[INTERVISTA] Tacchettee: maglie da calcio del colore della nostalgia

Che cos’è Tacchette? A questa domanda è facile e difficile al contempo rispondere. È facile perché, in definitiva, Tacchette è un marchio. Nella fattispecie un marchio di t-shirt completamente bianche corredate da un’elegante quanto iconografica immagine legata ad un grande campione del calcio italiano degli anni Novanta. Eppure sbaglieremmo a rispondere soltanto così…


_di Mattia Nesto

Già perché Tacchettee (e se visitate il loro sito vi è tutto molto più chiaro https://www.tacchettee.it/ ) è anche e soprattutto un’idea, molto forte, di intendere il mondo, ovvero di prendere il lato nostalgico della vita e di tradurlo in nuove idee per il futuro: non crogiolarsi nei bei tempi andati insomma ma trarre nuova forza nella condivisione di un (glorioso) passato in comune. Abbiamo raggiunto i ragazzi dietro a questo progetto fighissimo pieni di curiosità.

Ci siamo incuriositi, forse ancora prima dall’estetica della vostra iniziativa, dal fatto che sul vostro  https://www.tacchettee.it/manifesto/ campeggi un manifesto davvero molto interessante, pieno zeppo di valori, rimandi culturali e rimandi ad un immaginario ben specifico, lo sport italiano degli anni Novanta, o meglio il calcio dei ’90, quello dei campioni internazionali che si misuravano sui campi della Serie A insieme a veri e propri outsiders quali Sergio Volpi, Lamberto Zauli o Dario Hubner. Ma come nasce il vostro progetto?

“Fate Cose Belle” Motta

Tacchettee nasce davanti ad una birra tra Amici.

Partendo dalla banale constatazione di quanto Volpi e Poggi fossero veramente introvabili, Tacchettee ha preso forma, modellato sull’ossessione per il Calcio ’90s e tutto ciò che gravita attorno a quell’universo: musica, moda, arte, personaggi.

Un progetto indipendente, giovane.

Ognuno ha contribuito con quel che faceva nella vita: moda, marketing, grafica.

C’era la voglia di Creare qualcosa che non esisteva: un linguaggio per celebrare quella precisa Scena Culturale.

Scrivete nel manifesto “Adoriamo il campanilismo scellerato, amiamo l’uso dei dialetti”: ma di dove siete voi e quali sono le vostre stracittadine preferite e che non vi perdereste per nessuna ragione al mondo?

Gettiamo in parte la maschera: siamo orgogliosamente Toscani.

Quindi di campanilismi ne sappiamo. E siamo contagiati da questo sottobosco culturale e di tradizioni che valgono anche per il Calcio. Il nostro illustratore è interista e nel disegnare la Tee del Cinque Maggio ha sofferto veramente!

Ma veniamo ora alle t-shirt. La prima domanda è quasi d’obbligo: la scelta di magliette rigorosamente tutte bianche da cosa è dovuta? È un fatto di moda o una precisa scelta visuale/estetica?

Tacchettee nasce dal dogma ateo che vuole il Calcio degli Anni Novanta più simile ad uno Stato Mentale che a uno sport.

Esteticamente, la scelta di esordire con Tee bianche è stata un tributo alla scena culturale di quegli anni.

Anche se… presto scoprirete!

Come vengono scelti i “protagonisti” delle vostre creazioni, ovvero i calciatori che campeggiano sulle magliette nelle loro pose più iconiche?

Chi sta dietro Tacchettee è mosso dalla curiosità.

Nessun esterno impomatato, ad esser tacchetteezzatee sono altri tipi di personaggi.

Basta che abbiano una storia da raccontare, che possano vantare una goliardata, un aneddoto in grado di rapirci. Qualcosa che susciti un senso di appartenenza.

Che si tratti di un calciatore cresciuto nella polvere della Provincia oppure di un romantica bandiera, di qualcuno lì per caso o di un talento bruciato.. perchè alla fine, cosa c’è di più affascinante che sprecare il proprio talento?

Batigol

Lo stile delle immagini ricorda un po’ quelli delle immagini che sulla Gazzetta narravano, graficamente, le principali azioni di gioco o i gol più belli di giornata: ma da quale immaginario avete tratto spunto?

Bingo: Tacchettee è un affare di Cuore e Presunzione.

Il Cuore per rievocare un Calcio eternamente contraddittorio ma vero, genuino, goliardico.

La Presunzione di poter suscitare una sana Nostalgia in chi pesca nei ricordi sfumati dell’infanzia.

O di provare a raccontarla – dannata anagrafe! – a chi non ha potuto assaporare quel clima così magico.

Attraverso appunto illustrazioni dal tratto morbido e sognante, ammiccanti proprio a quanto avete intuito!

C’è un forte legame, almeno ci è sembrato, nei confronti di una dimensione del calcio e dello sport in genere fortemente virato verso la narrazione o del gesto epico oppure del classico “signor Nessuno di provincia” che diventa “più forte del grande campione blasonato”. In tal senso la figura di Dario Hubner è centrale, ma non solo: quali sono i giocatori più amati rispetto a questo ragionamento?

“La Provincia crea Dipendenza”Zen Circus

Tacchettee è attirato proprio da questo tipo di storie passate: figure pop, personalità fuori dagli schemi o calciatori vicini alla gente i cui aneddoti li hanno relegati in questo speciale Olimpo Giallo.

Non una corsa al giocatore sconosciuto a tutti i costi, ma una ricerca di quella Magia che si crea in equilibrio tra senso estetico e aneddoto.

Ciò, ad esempio rende molto più affascinante il Recoba – e relativa divisa nerarancioverde – svogliato ma terribilmente geniale ammirato in Provincia a Venezia piuttosto che quello milanese.

Parlare di Hubner in questo senso è emblematico: il Beesonte riassume quel Calcio.

Ci sono poi “miti per caso” di una generazione su cui sono state scritte canzoni: è il caso di Volpi e Poggi, introvabile accoppiata delle figurine Dolber.

Ma anche figure da bordo campo, come Carletto Mazzone verace condottiero delle Rondeenelle.

Ce ne sono anche altri, ma ce li teniamo stretti, magari a tempo debito usciranno..

Per tornare a Hubner il riferimento all’omonimo pezzo di Calcutta è quasi scontato giusto?

“Io certe volte dovrei fare
Come Dario Hübner” Calcutta

Il calciatore che unisce la dimensione Indie del Calcio a quella della Musica.

Decisamente Sì. 

Baggio inseguito da Conte

Ma è una nostra impressione oppure c’è sempre meno spazio nel calcio moderno per “i tipi alla Dario Hubner”?

Sicuramente.

Il calcio da un po’ di tempo sta seguendo logiche di business. Diretti verso la miseria sportiva e la solitudine dell’esperienza calcistica che è quanto di più lontano sia dal nostro pensare. Che poi la stessa cosa vale per una partita di calcio come per un concerto.

Possiamo però rifugiarci nella Nostalgia per poi celebrare la nascita di qualche sporadica figura vintage d’oggi giorno.

Per questo troviamo che celebrare gli dèi atei del Pallone sia un atto eroico.

Che musica ascoltate?


”Dimmi oggi cosa compro con la stessa somma
E tieni conto che erano pure nella stessa gomma”  Volpi e Poggi, Dutch Nazari

Sicuramente i gruppi con i quali siamo cresciuti: la Britpop d’Oltremanica di Oasis, Stone Roses, Blur, Kasabian. E poi Iggy Pop, i Flogging Molly, fino a Giovanni Lindo Ferretti…

Ma a dir la verità, da un po’ di tempo i biglietti dei concerti sono tutti per la scena italiana. I Cani, Calcutta, Gazelle, Motta, Kruger, Galeffi fino a Sick Tamburo, Ex-Otago, Zen Circus, Dutch Nazari e tutti gli altri.

Ovvio che questi suoni indirizzano Tacchettee verso un certo gusto estetico.

  1. Talvolta, in fase creativa o in momenti di “follia goliardica”, capita di concederci playlist di serie tv come Narcos – “No tengo culpa” ultimamente è diventata quasi un inno.
  2. E ovviamente c’è una playlist firmata Tacchettee su Spotify!  @tacchette
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In conclusione: ci potete dire quale sarà il testimonial, diciamo così, della vostra prossima creazione?

CR7, sicuramente CR7.

NO.

Preparatevi, sarà un autunno bollente.

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