Il prossimo 13 settembre le librerie accoglieranno il nuovo volume della Tunuè: La Saga di Grimr di Jérémie Moreau, albo già vincitore del prestigioso premio Fauve D’Or durante l’edizione 2018 del Festival International de la Bande Dessinée d’Angoulême.
_di Lorenza Carannante
Le terre del Nord Europa hanno sempre goduto di un fascino particolare per i loro paesaggi ma anche per le leggende che si tramandano di generazione in generazione attraverso tradizioni di Scaldi (skáld in norreno e islandese), cantastorie che hanno contribuito a diffondere le gesta eroiche e i miti di quei luoghi incantati. La Saga di Grimr di Jérémie Moreau parla anche di questo. Siamo nel XVIII secolo, in un’Islanda che soffre la schiacciante presenza dell’occupazione danese.
Grimr, un bimbo rimasto orfano dopo l’eruzione di un vulcano, si ritrova ad affrontare la realtà in solitudine fino all’incontro con quello che diverrà poi il suo benefattore nonché la chiave di volta dell’intera vicenda, consentendogli di sfruttare al meglio il suo essere “figlio di nessuno” in una terra che valuta l’importanza di una vita attraverso la propria discendenza familiare.
Grimr ha un carattere impetuoso ed irascibile, mitigato soltanto da una vicenda personale che lo vedrà innamorato per la prima volta. Questo sentimento contribuirà a farlo rientrare, successivamente, nelle leggende eroiche islandesi. Egli è sempre pronto a battersi con determinazione e impeto, accompagnato di volta in volta da punti di riferimento, piccoli spunti che lo aiuteranno durante la narrazione.
Al di là della trama, però, è interessante notare quanto, nonostante la sua impetuosità, Grimr mantenga sempre una certa ingenuità e dolcezza, un’umanità che lo rende – in un certo senso – più umano degli altri, empatico e sincero, puro, ma soprattutto in grado di riconoscere i suoi limiti, così da riuscire ad entrare nel mito.
La scelta stilistica di Jérémie Moureau è lineare e raffinata, e unisce l’uso dell’acquerello e dei pastelli ad una linea pulita e sinuosa, sottile, che quasi trasmette l’aria di quei luoghi. La palette di colori è calda o fredda all’occorrenza, spesso giustapposta a creare magnifici contrasti, e raggiunge picchi cromatici in tavole mute che si esprimono attraverso la rappresentazione di paesaggi vulcanici o di incantevoli aurore boreali, tra l’altro in perfetto equilibrio con le evoluzioni caratteriali del protagonista. Delicato e ricco, l’albo di Moureau è una leggenda illustrata destinata di certo ad occupare un posto d’onore tra le nostre letture.