Watersnakes di Sandoval tra amore, sogno e misticismo

Sono ormai anni che Tony Sandoval ci regala vere e proprie opere d’arte sottoforma di albo illustrato. Ora attendiamo trepidanti il sequel di Watersnakes, edito da Tunué. 


_di Lorenza Carannante

Ci troviamo fuori dalla realtà, o almeno questa è la primissima sensazione che traspare dall’incipit di Watersnakes, graphic novel scritto e illustrato dal messicano Tony Sandoval, già autore di albi come Il cadavere e il sofà e Doomboy. Il paesaggio è di una rarefazione tipica delle sue composizioni, e a poco a poco si distinguono i primi personaggi, tutti caratterizzati da tratti puliti e arricchiti da una colorazione ad acquerello e tempere che, mescolata a pastelli dalle tonalità in questo caso fedeli al paesaggio marino, sono tutti assolutamente unici.

Protagoniste della scena sono Mila e Agnes, due esili adolescenti dai capelli lunghissimi e gli occhi brillanti. Si conoscono durante un bagno in cui Agnes pensava di essere inosservata in una natura silenziosa e vibrante. Sarà allora che Mila, pensando di esserle trasparente, capirà invece che la ragazza dai lunghi capelli neri in realtà è in grado di vederla nonostante il maleficio che affligge la sua anima, costringendola ad una vita da fantasma. Ben presto le due inizieranno a provare un sentimento sconosciuto l’una per l’altra, reso attraverso tavole di una bellezza insuperabile, avviando così un’intensa amicizia che culminerà nella decisione di affrontare, insieme, il secolare scontro tra il bene e il male.

Gli albi di Sandoval sono da leggere come viaggi onirici, visioni quasi, iridescenze in grado di trasportare il lettore in mondi “liquidi” in cui vigono ancora antichissime Leggi. È un’operazione interessante, sia da un punto di vista stilistico che linguistico, poiché la sua arte è assolutamente unica nel suo genere: al gusto mistico legato alla tradizione messicana, viene affiancata una narrazione ludica e gioiosa che, nonostante questo, nasconde sempre una certa nostalgia, come se le illustrazioni fossero in qualche modo velate e pittoricamente incrinate dall’ambiguità di ciascun personaggio. Una cosa però è certa: non vediamo l’ora di leggere il secondo capitolo.