Un viaggio in zattera, due musicisti di alto livello, un ospite eccezionale. Ecco come è andato il live per la release del secondo album dei Giulia’s Mother all’Astoria.
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_di Diego Indovino
_di Diego Indovino
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Giocavano in casa, è vero, ma la risposta del pubblico è stata straordinaria. E non c’è da stupirsi in fondo. Nel secondo album “HERE”, pubblicato per INRI, il folk/post rock di Andrea Balieni (chitarra e voce) e Carlo Fasciano (batteria) si è confermato qualitativamente valido e ricco di sfumature sonore alla Bon Iver.
Durante tutto il concerto la particolare chitarra acustica di Andrea, gestita attraverso una pedaliera che all’occorrenza la fa suonare praticamente come un basso, si è fusa con l’incredibile potenza della batteria di Carlo (una “spada” di batterista, passatemi il termine). Con la stessa pedaliera Andrea armonizza la sua voce creando praticamente un coro che sfocia in atmosfere sognanti.
Anche Stefano Colosimo detto Piri, eccezionale tromba dei Bandakadabra si unisce ad un certo punto al duo per l’esecuzione di un bellissimo brano. Come se stessimo navigando su di un fiume con una imbarcazione di fortuna, si passa dalla calma e la dolcezza di alcuni brani dove prevale la chitarra, a suoni potenti, tumultuosi e di burrasca dove la batteria prende il sopravvento, salvo poi tornare al perfetto equilibrio tra i due elementi. E non è un caso.
Il duo piemontese, infatti, ci racconta del progetto “One River”, un avventura che li ha visti navigare il fiume po fino al mare, a bordo di una zattera realizzata personalmente. Le immagini dell’attraversata accompagnano l’ultimo pezzo, suonato con un evidente trasporto, dimostrando il significato che questa “crociera” ha significato per il gruppo e la loro crescita personale.
Insomma, l’esibizione gentile ed emotiva dei Giulia’s Mother (con)vince: la strada, o meglio “il fiume” da percorrere è lungo ma i ragazzi hanno le carte in regola per arrivare in fondo.
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