Burro, avocado e cacao crudo: Csaba Dalla Zorza racconta i cibi antichi e quelli nuovi, unendoli in ricette semplici e leggere, che portano rispetto a cibo, pianeta e corpo umano. Siamo stati alla presentazione del libro “Honestly good” di Csaba Dalla Zorza al Circolo dei Lettori di Torino: alla ricerca della formula per il mangiar bene, con parsimonia, gusto e onestà.
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_di Giorgia Bollati
“Ode al burro e al buon mangiare” è l’inno che accompagna Honestly good, il nuovo libro firmato Csaba Dalla Zorza, chef e scrittrice. Colei che Sara Porro ha definito, nel presentarla, “se non umana almeno umanoide” per la sua eterea eleganza, ha raccontato la sua ultima pubblicazione al Circolo dei Lettori giovedì 14 dicembre, in dialogo con un brillante pubblico e con la collega, autrice, tra le altre cose, per Dissapore.
Csaba porta con sé ricette, consigli e massime universali diretti a chiunque voglia fare del mangiar sano uno stile di vita, senza mai rinunciare, tuttavia, al godimento culinario: la filosofia di cui si fa portavoce va, infatti, in direzione contraria al neanche troppo antico adagio “se è cattivo fa bene, altrimenti no”. L’esperta parla di burro, avocado, ramen e cacao crudo e, in circa trecento pagine, ri-educa alla buona alimentazione, quella che non conta le calorie ma è semplicemente consapevole e rispettosa.
La cucina di Csaba tiene a mente l’origine degli ingredienti, non dimentica chi ha lavorato per produrli e condanna gli sprechi, definendosi “reducetariana”, non vegetariana ma con un basso impiego della carne, sostituita da legumi e cereali, esattamente come facevano un tempo i contadini il cui regime alimentare è nel libro preso a modello (ovviamente con le dovute accortezze).
Idea dell’autrice è, infatti, che sia necessario tornare a una tavola il più possibile naturale, fatta di cibo prodotto in modo sostenibile (se tutti riducessero del 20% il consumo di carne e pesca, si pensa che potrebbero sparire gli allevamenti intensivi) e preparato con ricette leggere e semplici, diversamente da quelle che si possono sperimentare al ristorante, dove il pasto diventa un’esperienza gourmand da condividere con la giusta compagnia.
Mangiare bene significa, secondo Csaba, avere consapevolezze, sapere che cosa si ha nel piatto e riuscire a limitarsi: l’obiettivo deve essere mangiare poco e mangiare meglio, ma senza privarsi di ciò che più si ama, onde evitare l’insorgere di un brutto rapporto con il cibo, dettato da mancanze e frustrazioni. Nutrirsi richiede la scelta di un’alimentazione con un adeguato apporto calorico, non inferiore al fabbisogno, perché con il cibo che ingeriamo riusciamo a compiere tutte le nostre azioni quotidiane; ma bisogna fare un uso intelligente di ciò che si ha, saperlo dosare e, eventualmente, ridurre.
Le parole utilizzate in Honestly good sono semplici, comprensibili da tutti, e le ricette sono di facile realizzazione, replicabili in tutte le cucine, perché il buon mangiare, che oggi fa tanto parlare con termini tecnici e linguaggi settoriali, non deve essere ad appannaggio dei soli addetti ai lavori, ma di tutti. Un nuovo modo di intendere il cibo, per cedere alle tentazioni senza farsi vincere da esse, per godere della bontà delle piccole cose prendendosi cura di corpo e spirito.