Colori, aromi e sapori più o meno esotici: la prima edizione del Festival del Tè ha portato a Bologna oltre 300 tipologie di una bevanda che sta coraggiosamente trovando la sua strada. In un’atmosfera rilassata, elegante, giovane, con pochi cellulari e tante chiacchiere.
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_di Erica Di Cillo
Chiude con 11.000 tè offerti e 5700 visitatori il primo Festival del Tè (Bologna, 7-8-9 aprile, Palazzo de’ Toschi, piazza Minghetti). Nato dalla passione e subito pronto a camminare sulle sue gambe, In Tè Festival ha trovato un pubblico attento e interessato a tutte le attività organizzate, come workshop e cerimonie del tè. Perché- diciamocelo – resistere al fascino di una gestualità orientale e elegante, di una sapienza antica, è quasi impossibile.
10 gli espositori, tra loro anche Filicori Zecchini, storico marchio bolognese, che dal caffè ha ampliato la sua selezione di prodotti anche al tè, e Palazzo di Varignana, resort di Castel San Pietro (BO) inaugurato nel 2013. “Abbiamo implementato il reparto hotelerie”, ci raccontano, “e parallelamente abbiamo iniziato a produrre una linea di te, di vini e di oli.” La prima linea di vini sarà pronta ne 2018, con vitigni coltivati nei territori del resort. La scelta del tè è collegata anche alla presenza dei giardini botanici e della spa.
«Il tè si abbina a momenti di grande convivio: nel mondo, è sempre un momento di accoglienza, di eleganza, un momento da dedicare a se stessi ma anche agli altri»
“Abbiamo attivato percorsi al termine dei quali facciamo delle degustazioni di tè”, raccontano ancora da Varignana. “La differenza tra un tè e l’altro la fa il modo in cui vengono trattate le foglie e il territorio in cui viene coltivato. Un tè che proponiamo sempre è il Don Carlo, il primo che abbiamo “sviluppato”. Un tè di base nero, molto apprezzato per il pomeriggio”.
Liana Bertolazzi è presidente dell’associazione In Tè, che ha organizzato il festival. “Abbiamo immaginato una grande sala da tè con i nostri exibitor”, racconta. “In tre giorni abbiamo cercato di far conoscere il mondo molto variegato del tè. Il paese ospite era lo Sri Lanka, che celebrava i 150 della prima piantagione, quindi c’è stata una prevalenza di tè di quel territorio, ma non sono mancati tè giapponesi o cinesi. Il consumatore italiano è ancora molto orientato sul tè aromatizzato, ma durante questa manifestazione lo abbiamo visto avvicinarsi anche al tè in purezza, non particolarmente fruttato o alterati dall’aroma”.
Un’occasione per mostrare i vari utilizzi di questa bevanda non prettamente destinata alla colazione, ma che può essere consumata a pranzo, calda e fredda, e che si può abbinare ai cibi. “Palazzo Varignana è stato nostro partner per i cibi contenenti tè”, spiega la Bertolazzi. “La bellezza di questo festival è stato poter dialogare con molti giovani. Ho visto pochi cellulari e molte chiacchiere, un intenso momento di incontro anche per persone di parti del mondo diverse, che non si vedevano da tempo. Il tè si abbina a momenti di grande convivio: nel mondo, è sempre un momento di accoglienza, di eleganza, un momento da dedicare a se stessi ma anche agli altri.”
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