Non bisogna mai giudicare i libri dalle copertine, ma è difficile non farlo quando sono delle piccole opere d’arte su carta. La mostra “Soglie Narrative” al Circolo Culturale Antonicelli di Torino riflette sul sottile confine tra ciò che sta sul libro e ciò che sta nel libro.
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_di Miriam Corona
Basti pensare a quei libri dei quali, solo con il loro titolo, visualizziamo mentalmente l’immagine fisica; la mano del burattinaio che manipola il titolo de Il Padrino, gli occhi del Dottor Eckleburg che ci giudicano dalla copertina notturna de Il Grande Gatsby, il maiale de La Fattoria degli Animali, il fossile minaccioso del tirannosauro di Jurassic Park o i più recenti coltelli rosa su sfondo nero di Gomorra. Oppure, se scaviamo nei ricordi della nostra infanzia, non possiamo non scordare le varie serie de Il Battello a Vapore, ognuna di un colore diverso, o la cornice giallo paglierino della collana degli Istrici Salani.
C’è da dire che negli ultimi anni la grafica di molte copertine ha subito delle trasformazioni con l’avvento degli e-book e dei cataloghi online, rendendole più minimal e prive di arricchimenti o dettagli che non vengono recepiti a colpo d’occhio quando si scorrono le pagine internet, usando colori più audaci e vividi che attirano maggiormente l’attenzione.
Infatti in sede d’acquisto non possiamo essere attratti da un libro se non dall’impatto visivo che ha nei nostri confronti. E’ il fattore iniziale che ci fa capire lo spirito e il tipo di comunicazione che l’editore vuole dare e che si può sposare o meno con la nostra lettura “ideale”. Succede di amare un titolo e contemporaneamente lottare con la sua copertina, o viceversa; chi non ha storto il naso di fronte a quelle copertine che propongono una scena del film tratto dal libro in questione, azione di marketing che eppure lascia perplessi molti? Dunque, mai giudicare un libro dalla copertina ma mai sottovalutare il potere che ha. D’altronde è l’elemento che, in un mare di carta, ci porta a scegliere un determinato libro e a lasciare nell’indifferenza gli altri.
In questa lotta tra “spessori”, il sottile rivestimento di un libro pesa almeno quanto lo stesso? E il suo ruolo propende più verso il marketing editoriale o la realtà artistica?
Intorno a tali questioni il Circolo Culturale Antonicelli presenta la mostra “Soglie narrative” che inaugura l’11 Aprile presso la sua sede in Via Cesare Battisti 4/B, affrontando il rapporto tra il lettore e il libro riflettendo sul sottile confine tra ciò che sta sul libro e ciò che sta nel libro, e il processo che porta a tale concezione. Le venti copertine esposte sono realizzate per l’occasione dal collettivo “Le Mele”, un gruppo di illustratori che organizza eventi inerenti al mondo dell’illustrazione. Alle 18:00 intervengono Erik Balzaretti, Guido Scarabottolo e Joey Guidone sulla funzione estetica delle copertine nel corso della storia.

“Soglie Narrative” al Circolo Culturale Antonicelli con la partecipazione del collettivo Le Mele – 11 Aprile h. 17:00 – 10 Maggio, Via Cesare Battisti 4/B
La mostra si iscrive nel ciclo di incontri “Viaggio nell’industria dell’immaginario” dedicato a storia e critica dell’illustrazione tra 800 e 900 di cui ricordiamo qui il programma:
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Ph di copertina: Chiara Grossi