Mondovisioni affronta il dibattito sulla “procreazione a tutti i costi” in Future Baby

Maria Arlamvsky racconta il mondo della procreazione assistita che oggi permette a molte coppie di poter avere un figlio in maniera “artificiale”. Fin dove è legittimo spingersi? Il documentario fornisce gli spunti per un dibattito troppo spesso sottovalutato, senza moralismi e sensazionalismo. 

di Erica Di Cillo  –  I bambini di domani saranno concepiti all’interno di un utero artificiale, e frutto di una pianificazione a tavolino. O forse no? L’austriaca Arlamovsky ha girato molti paesi per farsi un’idea sul futuro della riproduzione umana. Intervistando medici e biologi, ricercatori, ma anche madri surrogate che mettono a disposizione l’utero, e coppie tanto desiderose di un figlio da attendere per anni di avere per poterselo permettere, prova a guardare la questione da tutti i punti di vista. Non emette giudizi e non si lascia abbindolare da facili moralismi.

Il futuro della riproduzione è già dietro l’angolo, e si mescola inscindibilmente con il presente: negli ultimi trent’anni, circa cinque milioni di bambini sono nati grazie all’aiuto della medicina o tramite il ricorso a tecniche di fecondazione. L’inarrestabile progresso in tutti gli ambiti tecnologici non deve però agire come una spugna e fare piazza pulita delle incertezze e delle questioni etiche. Dubbi, perplessità, interrogativi sono del tutto legittimi, perché se è vero che molte coppie vedono nella possibilità di avere un figlio la più piena realizzazione del loro amore, è anche vero che l’uomo ha dei limiti biologici che meritano di essere quantomeno tirati in ballo nel ragionamento.

È un dibattito che vale la pena di scatenare e di affrontare. La riproduzione è un atto grazie al quale si tramanda di generazione in generazione il proprio patrimonio genetico: e se da una parte può apparire legittimo per due persone che non riescono ad avere un figlio in maniera naturale, cercarlo affidandosi alle tecnologie, dall’altra esiste il rischio di voler a tutti i costi un figlio perfetto (secondo i canoni di chi?) e questo significa sempre voler un po’ giocare a fare Dio. Un eventuale futuro in cui sarebbe possibile scegliere il colore degli occhi o altre caratteristiche del nascituro, non è quanto di più lontano si possa immaginare dall’amore genitoriale? È che forse a volte bisognerebbe chiedersi in nome di cosa si agisce, è forse questo il problema? L’adozione non è una strada altrettanto percorribile? Ma non ci si può fermare qui. La macchina della riproduzione è anche l’ennesimo meccanismo col quale una parte di mondo più ricca sfrutta una parte di mondo più povera…

Come conciliare tutte queste domande con la voglia di avere un figlio, di desiderarlo più di qualunque altra cosa? Da dove nasce un bisogno tanto profondo?  Future Baby tocca una corda scoperta, interessandosi anche al vissuto di ragazzi nati grazie a questo tipo di procedure, alle diverse emozioni suscitate in loro, per esempio, dalla consapevolezza che non potranno mai conoscere il loro padre.

Mondovisioni #2: Future Baby di Maria Arlamovsky, martedì 28 febbraio, Cinema Europa, ore 21.15 (alle 19.30 aperitivo e incontro sul tema del film al Loft Kinodromo). La serata sarà realizzata in collaborazione con Associazione Orlando, Civico 32 e Famiglie Arcobaleno.