La Barcelona Gypsy balKan Orchestra ha fatto tappa al Circolo Magnolia, dando vita un miscuglio di suoni e culture diverse in quel di Segrate.
di Sean Cronin – I BGKO sono una piccola orchestra formatasi nel 2012 a Barcellona, evoluzione della Barcelona Gipsy Klezmer Orchestra, composta da musicisti di nazionalità diverse tra di loro: la cantante catalana Sandra Sangiao, il francese Julien Chanal alla chitarra, il nostro connazionale Mattia Schirosa alla fisarmonica, il serbo Ivan Kovacevic al contrabbasso, il greco Stelios Togias alle percussioni, lo spagnolo Joaquin Gil al clarinetto e l’ucraino Oleksandr Sora al violino. Negli ultimi anni hanno riscosso largo successo andando in tour per tutta l’Europa. Nelle loro performance tendono a proporre e anche reinterpretare in modo moderno la musica tradizionale dei Balcani e dell’Est Europa, delle culture gipsy ed ebraiche. La musica suonata dalla band va comunque ben oltre i confini geografici o le etichette di genere. Ovviamente per capire a pieno di cosa sto parlando l’unica cosa da fare è andare a sentirli in concerto, dove tutto diventa un miscuglio di suoni e sapori, e dentro scorrono immagini di viaggi lunghi come una vita.
Sin dall’inizio del loro spettacolo ci si ritrova immersi e ci si lascia andare ai suoni dell’Anatolia, ma l’atmosfera cambia continuamente, di canzone in canzone. La chitarra a ripetizione rastrella il ritmo, il clarinetto suona così dolcemente da teletrasportare tutti da un’altra parte. Sono suoni che permettono di viaggiare per il mondo senza passaporto, cavalcando su cavalli persiani al ritmo delle stesse mani che suonano il jambé. Arrivati a questo punto si vede che il pubblico è un serpente incantato, obbligato a lasciarsi andare leggero e sorridente. Sempre impegnata anche nel sociale, la band ci tiene a sottolineare che recentemente ha avuto la fortuna di poter prendere parte alla manifestazione per accogliere i rifugiati tenutasi a Barcellona, per cui sono scese in piazza 160 mila persone. Proprio in onore dell’unione tra culture si continua a suonare e il pubblico continua a ballare, sempre di più, e tra volteggi e salti tiene il tempo battendo costantemente le mani.
Molto poeticamente Sandra canta a una farfalla che dal nulla decide di passare proprio sotto i riflettori e fermarsi davanti a lei. La band fa finta di concludere il tutto con una speciale rumba albanese, ma poi pezzo su pezzo si va avanti e le gambe si piegano come i tasti della fisarmonica, certe volte anche più velocemente. Il concerto si conclude con l’esecuzione del brano che dà nome all’ultimo album pubblicato dalla band nel 2016, “Del ebro al Danubio”. Il concerto, durato più di un’ora e mezza, sarà pure finito, ma la festa continua con gli stessi membri della band. Basta spostarsi un po’ più in là, dove intorno al banchetto dei dischi un dj set a tema continua a far ballare le persone.