5 canzoni per piangere e pogare con i Modern Baseball

Si avvicina l’unica data italiana della band statunitense capitanata da Brendan Lukens, pronta a portare sul palco del Magnolia di Milano il mix di folk, punk ed emo.

I Modern Baseball sono quattro ragazzi di provincia che macinano migliaia di chilometri in tour, distribuendo in egual misura sorrisi e lacrime.

Per affrontare al meglio uno dei live più interessanti e attesi della stagione – supportato da NoReason Booking e New Life Promo – ecco una mini playlist con le cinque tracce da conoscere assolutamente prima di imbarcarsi in questo live che promette un calderone emotivo non da poco. L’appuntamento è per il 29 gennaio. 

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“The Weekend” da Sports, 2012

Ogni video dei Modern Baseball è una storia a sé, ma con “The Weekend” veniamo catapultati direttamente nell’atmosfera che la band si auspica di trovare a ogni live. Ritornello da hand clapping (…most of my old friends I can only stand for the weekend /  But that doesn‘t apply here, doesn‘t apply here), stage diving, birrette, sorrisoni ma quella malinconia sempre presente, nonché marchio di fabbrica del gruppo.

“Your Graduation” da “You’re Gonna Miss It All”, 2014

Forse il brano più punk dei MB, e senza dubbio il più carico di stage dives del loro secondo lavoro. Cruciale a 1.05 l’ingresso del batterista Sean Huber alla voce, con la quale prepara il campo a uno dei ritornelli più emo degli ultimi anni (You weren’t the only one who thought of us that way / I spend most nights awake / wide awake).

“Fine, Great” da “You’re Gonna Miss It All”, 2014

In un album che non sbaglia un colpo, non si poteva che cominciare il tutto con una delle canzoni più folk-rock del repertorio dei quattro nerd di Philadelphia. Come sempre, figura femminile che è causa e cura di mille problemi di cuore: problemi che rimangono incollati al passato, impedendo di pensare al futuro (“I hate worrying about the future / Cause all my problems are based around the past”).

“Pothole” da “You’re Gonna Miss It All”, 2014

100% emo, il brano che ci si aspetta per spaccare in due l’atmosfera festaiola e riportare tutti mano nella mano, sudore contro sudore, birre in alto e Vans sporche di polvere. Senza dubbio uno dei punti più alti della discografia dei MB, con la voce di Brendan che sembra arrivare dal fondo della strada, vuota e illuminata da pochi fasci di luce (“I like the silence / I like the empty streets”).

“Wedding Singer” daHoly Ghost”, 2016

Virata pop punk con quest’album strepitoso, che mette al centro i riff di chitarra in stile Boston Manor e Moose Blood a discapito del folk/punk degli esordi. Nonostante la presa bene, non manca il solito retrogusto nostalgico (Said goodbye from the front porch / I always wonder if you‘re smiling at us or if you‘re looking away) celato un po’ da un sound di batteria bello incalzante e dall’assolo iniziale molto Stickup Kid.