Il Grande Animale: l’urgenza di celebrare il vuoto per mantenere vivi i ricordi

Il romanzo di Gabriele di Fronzo che parla di vita, morte ed eternità.

di Carla Paolo  –  Gabriele Di Fronzo è uno scrittore esordiente e Il grande animale è il suo primo romanzo, ma non lo si direbbe. Il modo maturo in cui si rapporta con la scrittura emerge da una narrazione complessa, veloce ma d’effetto, che arriva con fermezza e durezza dritta al punto.
L’autore decide di suddividere il romanzo in centoventicinque piccolissimi capitoli, ognuno dei quali spezzettato a sua volta, letteralmente “sezionato”, ma dotato di incredibile intensità, quasi dolorosa. La scrittura meticolosa di Di Fronzo sembra richiamare i gesti del mestiere del suo protagonista: ogni azione, così come ogni parola, deve essere misurata, sicura, precisa, senza margine di errore. Protagonista del romanzo è il tassidermista Francesco Colloneve, atipico personaggio quasi immune alle emozioni, figura insolita che tende a mettere a disagio il lettore e fa tornare alla mente Peppino, il personaggio nano del film dalle tinte fosche L’imbalsamatore di Matteo Garrone (2002).
Colloneve è abituato a districarsi tra corpi morti con distacco, ma ad un certo punto della sua vita è costretto a relazionarsi con il vuoto che una morte lascia dietro di sé, vuoto materiale al quale è abituato a far fronte lavorando sui suoi animali, ma anche vuoto emotivo derivato dalla scomparsa di una persona cara, non sempre facile da gestire.
Lungo il romanzo si intrecciano un passato tormentato in cui padre e figlio si sono spesso trovati a dover fare i conti con l’insoddisfazione reciproca e con la difficoltà ad accettarsi, ed un presente in cui il protagonista torna a vivere con il padre, che gli affida il compito di far tornare a galla i ricordi, solo quelli brutti che ha dimenticato, per accompagnarlo nelle ultime settimane di vita. Colloneve gestisce la difficoltosa convivenza applicando alla vita quotidiana gli stessi gesti metodici propri del suo mestiere, con cura, pazienza ed attenzione infinite nei riguardi di quel padre che per anni non ha fatto che procurargli sofferenze.
Questo di Di Fronzo è un romanzo che celebra allo stesso tempo la vita, la morte e il vuoto che questa lascia, facendolo diventare un elemento fondamentale della vita del protagonista, il quale, arrendendosi ad esso dopo la perdita del padre, decide di affrontarlo nell’unico modo in cui ha imparato a fare grazie al suo lavoro:
“Ho fatto esperienza che qualunque cosa non si voglia perdere va innanzitutto vuotata, bisogna fare spazio, sgomberare, portare via quello che c’era in precedenza, occorre sempre togliere: solo così, ciò che altrimenti subito scomparirebbe, rimarrà nostro”.
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cover
Gabriele Di Fronzo IL GRANDE ANIMALE pp. 161, 12 € nottetempo, Roma 2016