[INTERVISTA] Collettivo EBLTZ: arte contemporanea e scatolette di tonno

Alla scoperta del sodalizio artistico formato da Elisa Baldissera e Luigi Leto tra grafica e serigrafia, musicisti e pescatori.

di Andy McFly  –  Il 27 novembre è uscito il nuovo disco di Willie Peyote, rapper torinese, amato per il suo stile atipico, fuori dagli schemi, la metrica pungente e le parole taglienti su temi ancora più affilati. Ad incorniciare i suoi meravigliosi brani, una magnifica copertina realizzata dal collettivo “EBLTZ” ; anche loro talentuosi torinesi, classe ’84.

EBLTZ Nasce nel 2012 dall’unione di EB (Elisa Baldissera, 1984, illustratrice, visual artist, diplomata in incisione all’Accademia Albertina di Torino) e LETAZ (Luigi Leto, 1984, illustratore, graphic designer, tipografo). Lavorano insieme principalmente nell’ambito dell’arte contemporanea (disegno, pittura, installazioni), della poster art e serigrafia, della grafica. Vincono importanti contest in tutto il mondo (SAN DIEGO LATINO FILM FESTIVAL, USA) Vengono pubblicati in molti siti internazionali, partecipano ad alcune delle più importanti manifestazioni di arte contemporanea italiane come “THE OTHERS ART FAIR” e “SETUP ART FAIR”, facendosi notare e apprezzare.

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Dopo aver seguito la tappa sabauda di Willie Peyote al Cap10100, ci è venuta voglia di approfondire la poetica di EBLTZ. Abbiamo intervistato Luigi, metà di EBLTZ, per analizzare alcuni aspetto del lavoro in tandem con Elisa, dal loro processo creativo ai sogni nel cassetto, passando per i progetti per il futuro.

Come siete entrati in contatto con Willie Peyote e com’è nata l’idea della copertina?

Conoscevamo già da un po’ la musica del Peyote, grazie ad amicizie comuni, e perchè Elisa è sempre stata un’appassionata di rap. Inoltre avevamo già seguito un lavoro per i Funk Shiu, gruppo in cui canta oltre alla carriera solista. Lo abbiamo sempre reputato “diverso” dagli altri rapper, tanto diverso da uscire dalla gabbia del “genere” e per questo guadagnarsi la nostra stima. Questo è stato fondamentale nella ricerca del “vestito” giusto per il suo ultimo disco “Educazione Sabauda”, perché ci ha dato la possibilità di realizzare un artwork emozionante, qualcosa di inatteso. L’idea è nata confrontandoci con lui e Frank Sativa (producer), partendo dai concetti intrinsechi nelle parole “educazione” che concerne la scuola, l’insegnamento, la tradizione e il tramandarsi di essa in famiglia; e dentro l’aggettivo “sabaudo”, ossia tutto ciò che è Torino e il piemontese, con tutti i suoi clichè, i suoi difetti e le sue virtù. Dopo il brainstorming iniziale, siamo stati molto liberi di creare. Si è fidato e noi abbiamo fatto del nostro meglio. la copertina è stata realizzata prendendo delle illustrazioni fatte a mano (inchiostro su carta) e il lettering fatto anch’esso a mano, che cerchiamo di usare il più possibile e che crediamo sia un forte tratto distintivo dei nostri lavori grafici. Il tutto montato in digitale. Per i colori ci siamo ispirati al verde della lavagna, ma anche al “toret” (fontana tipica di Torino) e alla Guernica di Picasso.

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Siete stati da poco a Bologna per “SETUPART FAIR”, raccontateci dell’ambiente che si respira in eventi del genere e dell’istallazione che avete presentato.

“Quando partecipiamo a queste grandi esposizioni, ci sentiamo vivi, nel posto giusto al momento giusto, a fare ciò per cui viviamo. E’ incredibile quanta ispirazione si può captare guardandoci intorno e parlare con le persone del nostro lavoro, vederne il sincero interesse, ci ripaga dei grandi sforzi che facciamo. Durante SETUP abbiamo presentato il secondo capitolo di TUNABOX (il primo lo portammo alle ex carceri Le Nuove durante The Others Art Fair). “TUNABOX” è un progetto itinerante iniziato nel 2015 che vuole rappresentare la leggendaria mattanza del tonno, metodo di pesca tradizionale praticato in Italia nelle isole del Mediterraneo. Attraverso le immagini del tonno, della tradizione, dei canti popolari, della religione, vogliamo ripercorrere le tappe della pesca al tonno moderna: Sicilia, Sardegna, Olanda e Giappone. Il progetto è in continua espansione perchè il tonno è forse tra gli animali più mangiati, ed è sicuramente il più pop. La storia raccontata dai pescatori, lo scontro tra vita e morte.”

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Da cosa nasce la vostra idea di arte? In cosa concentrate maggiormente la vostra ricerca artistica?

“Ognuno di noi ha il proprio “sentimento” rispetto a ciò che facciamo. Talvolta lavoriamo in simbiosi completandoci, talvolta lavoriamo separatamente per poi unirci, talvolta lavoriamo con lo scontro delle nostre tecniche. Ciò che ci accomuna in questa visione, è dove vogliamo arrivare grazie al nostro lavoro. Il nostro è un progetto di vita, si potrebbe dire. Abbiamo affrontato diverse fasi stilistiche, e tutte vanno ad aggiungersi, per cui siamo in continua sperimentazione su più fronti. In questo momento siamo maggiormente concentrati su serigrafia, disegno, inchiostri e pastelli ad olio, strati su strati, scatolette di tonno, e come sempre sulla grafica.”

Quali sono le vostre più grandi fonti d’ispirazione?

“Ci sono molti artisti che ci ispirano, altri che sono un vero riferimento. Ma cerchiamo soprattutto nel nuovo gli input utili alla creazione. Noi cerchiamo di apprendere sempre, e poi andare avanti. Probabilmente siamo molto più influenzati dalla musica che ascoltiamo. Lavorare in coppia, oltre che individualmente, fa si che ci siamo dati grande forza in questi anni e abbiamo fatto in modo che le cose accadessero. Ci ispiriamo a vicenda, ognuno con le proprie influenze.”

Guardando al panorama italiano delle arti visive, cosa pensate delle opportunità che offre, degli artisti in circolazione e del mercato dell’arte?

“Noi crediamo che non sia per forza necessario andarsene dall’Italia per avere successo. Importante però è fare uscire il proprio lavoro da qui, fare vedere quanto valiamo. Grazie a internet, tenacia e qualche sacrificio si può intraprendere la strada dell’artista. Bisogna però crederci, sbattersi sempre, produrre tanto e cercare di aprire più strade possibili. Se si ha del talento, e qualcosa da dire, arriverà il momento di raccogliere i frutti di tanto lavoro.”

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Progetti importanti per il futuro? Qualche sogno nel cassetto?

“Ora siamo concentrati sul portare TUNABOX in altri contesti, e luoghi, ma non solo. Stiamo sperimentando nuove tecniche per lavorare “sovrapposti”, il probabile inizio di quel che sarà un grande progetto per l’anno prossimo. E poi c’è il lavoro individuale, abbastanza impazzito. Un sogno che realizzeremo è quello di continuare a produrre arte che ci soddisfi e che raccolga buona critica, sia nell’arte contemporanea, sia nella grafica. Vogliamo continuare a sentire questa sensazione che dice di andare avanti, viaggiare grazie al nostro lavoro, conoscere nuovi artisti, e un giorno ringraziare noi stessi per averlo fatto.”

Spulcia il loro sito QUI

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