All’interno di un lungo tour italiano (con brevi passaggi anche in Europa), i Marlene Kuntz celebrano i trent’anni del loro primo album Catartica, disco pioniere di un noise-rock italiano che puntava a essere più cantautorale e meno sperimentale, strizzando l’occhio ai grandi Sonic Youth. E lo fanno a Collegno, a non troppi chilometri dal loro cuneese, in un ambiente che per loro si può definire casa. Articolo a cura di Mario Lo Curzio.
E’ il primo giorno d’estate a Torino. Un forte caldo, ancora umido, sembra presagire la fine dell’incessante pioggia di macondiana memoria che da due mesi flagella il capoluogo sabaudo. Alle 20.45, quando arrivamo noi, il Sole è ancora abbastanza alto, Max Collini (che aprirà a breve il concerto dei Marlene) è ancora al merch, la gente beve e si rilassa.
Abbastanza puntuale, arriva il turno di Collini, ex “cantante” dei compianti Offlaga Disco Pax, che ci
narrerà le sue “Storie di antifascismo senza retorica”, una raccolta di racconti che, sulla scia dello stile degli Offlaga, catturano personalità ed eventi legati alla storia dell’antifascismo dalla seconda guerra mondiale agli anni ‘80, fatti di rilevanza giornalistica ma anche racconti intimi e che la Storia ha messo in secondo piano. Max ce li riporta in modo personale, originale e, per l’appunto, senza retorica. Accompagnato dal tutto fare Jukka Reverberi dei Giardino di Mirò a chitarre, synth e loop, con cui ha collaborato anche con il progetto Spartiti, ha eseguito di fatti anche molti brani di questi ultimi (“Ida e Augusta”, “Sendero Luminoso”, “Ordine pubblico”) e anche, per la gioia di molti, un brano degli Offlaga, “Sensibile”, che affronta con irriverenza la storia d’amore tra i NAR Giusva Fioravanti e Francesca Mambro.

Dato il lieve ritardo, il cambio palco è abbastanza rapido. Un grosso telo si accende di rosso, il colore
dominante di Catartica, dietro il palco. I Marlene, ad eccezione del percussionista/tastierista Davide
Arneodo, sono tutti vestiti in total black e ammantati da una leggera oscurità che da spazio quasi solo a delle sagome. I primi brani del concerto danno vigore al fiato adolescenziale del pubblico, un insolito misto tra quarantenni nostalgici e ragazzini col fuoco punk negli occhi.
Trasudamerica, Canzone di domani e Fuoco su di te aprono il concerto, i volumi sono spaventosi, quasi ingestibili, ma ben si sposano con l’energia dell’anima principale dei Marlene, Cristiano Godano, per quasi tutto il concerto anche in stato di grazia vocale (cosa non scontata).
Il concerto è serrato, le battaglie noise tra Godano e Riccardo Tesio si susseguono senza sosta, il palco è letteralmente in fiamme. Dopo aver eseguito ‘Lieve’ dedicata al compianto batterista storico Luca Bergia, fra i compositori di Catartica, ‘Festa mesta’ dà la miccia anche al pubblico che dopo un’ora di concerto si accende in un pogo spinto (anche se a nostro avviso non troppo ‘amichevole’). I fragori e gli scontri letali di ‘Sonica’ e la dolcezza del classico dei classici ‘Nuotando nell’aria’ chiudono il concerto in attesa del bis. In precedenza c’è stato spazio anche per i due successivi dischi degli anni ’90 ‘Il vile’ e ‘Ho ucciso paranoia’, con grandi classici come ‘Ineluttabile, ‘Come stavamo ieri’, ‘Infinità’ e soprattutto ‘Ape Regina’, eseguita nell’encore, uno dei brani noise-rock italiani più riusciti di sempre.
Chiude il concerto ‘MK’, il loro biglietto da visita sulle scene musicali trent’anni fa, la prima grande
sferragliata, quando molto prima della loro svolta più cantautoriale (seppur di sopraffina qualità), i Marlene erano il vero terremoto noise nel nostro Paese. E, in parte, lo sono ancora.
Qui le prossime date al Flowers Festival:
Venerdì 12 luglio 2024
Teenage Dream Party
da 20 euro + prevenditaSabato 13 luglio 2024
Africa Unite + Adrian Sherwood
da 15 euro + prevenditaOrario apertura
Durante il festival, l’area apre ogni giorno alle ore 19 e chiude alle 24.
