Sotto la pelle di Roma: il mistero del Mitreo del Circo Massimo

Roma è una città costruita per strati: alcuni molto noti e conosciuti, altri completamente ignorati dalla maggior parte dei turisti. Tra i luoghi più misteriosi di Roma compare il tempio di Mitra: un sito sotterraneo situato sotto la Basilica di San Clemente

Situato a tredici metri sotto terra, custodito da mura umide e corridoi in penombra, il tempio è un santuario pagano dove, duemila anni fa, gli uomini si spogliavano della loro identità per rinascere iniziati. Facendo accesso al sito, ci si trova in un ambiente raccolto e austero: una stanza lunga e stretta, con banchi in pietra lungo le pareti dove sedevano gli adepti, avvolti dal buio e dal silenzio. 

In fondo, verso la parete di roccia, si erge ancora l’altare con la scena della tauroctonia, il simbolo centrale del culto: Mitra che uccide il toro sacro, mentre attorno serpeggiano animali simbolici – il cane, il serpente, lo scorpione – ognuno dotato di un preciso significato esoterico.

Chi era Mitra?

Mitra è una figura complessa, probabilmente derivata dalle religioni persiane come lo zoroastrismo. Già nel II millennio a.C., in Iran, era venerato come divinità della luce, delle promesse e della verità. Il Mitra romano si discosta da questa immagine storiografica: è una figura misteriosa, che non compare in testi sacri scritti, senza prediche né templi alla luce del sole.

Mitra è essenzialmente un dio iniziatico, che permette ai suoi adepti di nascere due volte: una volta nel ventre della madre e una volta nel buio della grotta.

Il mito più celebre lo raffigura nell’atto di uccidere un toro sacro – stiamo parlando della tauroctonia: il gesto iniziatico che dà vita al cosmo. Dal sangue del toro sarebbero infatti sgorgati fiumi, piante, stelle. Si tratta di un atto violento, una specie di sacrificio offerto dal dio per portare il mondo alla luce, molto distante dalla Genesi di cui si parla nella Bibbia.

Secondo le fonti, il culto di Mitra si diffuse a Roma tra il I e il IV secolo d.C., soprattutto tra soldati, funzionari e mercanti, abituati a viaggiare tra l’Occidente e l’Oriente. Era un culto prevalentemente maschile, con una forte componente esoterica e dunque segreta. I fedeli passavano attraverso sette gradi di iniziazione, ognuno legato a un simbolo (corvo, leone, padre, ecc.). E l’iniziazione avveniva proprio nei templi dedicati a mitra, anche chiamati mitrei: ogni mitreo era una piccola grotta simbolica di cui ancora oggi si può avvertire tutta la forza tenebrosa.

Una visita al Mitreo: come andarci

Per visitare il Mitreo romano, il nostro consiglio è quello di noleggiare una bicicletta: è il modo migliore per assaporare Roma al ritmo giusto, evitando il traffico e gli ingorghi. Dato che il Mitreo è situato sotto la Basilica di San Clemente in Via Labicana 95, a pochi minuti dal Colosseo, la fermata metro più vicina è “Colosseo” (Linea B): da lì, in meno di cinque minuti a piedi o due in bicicletta, si raggiunge la basilica.

Un’alternativa è cominciare a pedalare da Piazza Venezia, godendosi così un giro turistico del centro. Anche salire in bici al Campidoglio è possibile, ricordando che in queste strade non esistono però piste ciclabili dedicate. Meglio affidarsi allora a una bici elettrica: più adatta ad affrontare le lunghe salite romane e le tipiche strade in sampietrini. Per il servizio di noleggio biciclette esistono diverse società specializzate.

La visita ai sotterranei non è inclusa nel prezzo di ingresso alla basilica, ma va acquistata a parte (il costo è di circa 10€). Le visite si svolgono in fasce orarie precise e spesso in piccoli gruppi, quindi ti conviene prenotare in anticipo o arrivare presto.

Una porta nell’oscurità

Oggi si fa ingresso nel mitreo attraverso un corridoio basso, passando accanto a una sorgente ancora viva. In fondo, si può subito ammirare l’altare con la tauroctonia – Mitra che uccide il toro – scolpita nella pietra. La luce nel mitreo è davvero poca; i suoni dei passi sono ovattati; l’aria di sacralità pervade ogni angolo di questo luogo misterioso e troppo poco conosciuto.

Basilica di San Clemente: fondazione e storia

Subito prima del mitreo, è doveroso visitare la Basilica di San Clemente: un gioiello romanico che risale al XII secolo. Nella Basilica è possibile osservare mosaici dorati, pavimenti cosmateschi (stile di origine bizantina) e affreschi medievali. 

Oltre al mitreo, la Basilica custodisce un altro piano sotterraneo con una basilica paleocristiana del IV secolo, ormai in penombra, dove si riconoscono ancora gli archi, l’abside e diversi affreschi risalenti al IX e XI secolo. L’affresco più famoso è quello che rappresenta San Clemente che calma il mare; da ricordare anche l’immagine del miracolo della lingua parlata dai buoi.

Infine, al secondo piano sotterraneo, si fa ingresso nel mitreo. E così la visita iniziatica, a due passi dal Colosseo, è giunta al termine.