“Crunchy sunset vibes”: Croccante prova ad essere una serata sfiziosa come un aperitivo al tramonto. La base della ricetta è ovviamente il clubbing, nella sua eccezione più groovy, a cui si aggiunge tutto un contorno di ingredienti anche inaspettati come le performance carnevalesche, l’artigianato eccentrico o le video-installazioni, in una sorta di luna-park sul dancefloor. Abbiamo chiacchierato un po’ la crew di Croccante di base a Torino, in attesa del prossimo nonché ultimo appuntamento di stagione open air, da segnare in calendario per il 13 ottobre alla Bocciofila Vanchiglietta. Intervista a cura di Lorenzo Giannetti.
Le risposte dell’intervista non hanno per scelte un interlocutore definito e fisso, perché Croccante mi ha spiegato di volersi porre e muovere come un organismo collettivo, senza particolari referenti.
Partiamo dal principio, ovvero dalla scintilla iniziale del progetto Croccante: come nasce il progetto, con qualche concept e prospettiva?
Sicuramente un non so che di magico accompagna il progetto fin dalla sua nascita, sai quando iniziano ad accadere alcune cose e poi altre cose che si incastrano alla perfezione e non ti spieghi il perchè e pensi a chissà quali coincidenze astrali? Ecco, tutte queste suddette
cose sono anzitutto incontri. Può sembrare banale e di poco conto ma in realtà la famiglia che si è formata dietro a questo progetto è l’anima stessa dell’evento. Anzi, potremmo dire che Croccante è anzitutto il nome della nostra amicizia. Noi non siamo amici di vecchia data, molti di noi non si conoscevano prima, alcuni di noi vivono a Torino da relativamente poco, e quasi nessuno aveva avuto altre esperienze di questo tipo… poi all’improvviso è successo tutto questo, senza sapere bene come, è stato un po’ come una storia d’amore, ad un certo punto, che tu
lo voglia o no, accade. Ovviamente non è che ci siamo trovati da un giorno all’altro con uno sparabolle in mano e un impianto da montare. Avevamo a disposizione tre date alla Bocciofila Rami Secchi, che inizialmente erano destinate ad un altro format ma quel piccolo angolo magico ci è fin da subito apparso come un terreno fertile su cui far crescere qualcosa di più grande, accogliente e variopinto. La scintilla non ce la ricordiamo, ma la bocciofila è stata senza dubbio il nostro braciere! Uno spazio in cui poter convergere le energie creative di tutti per fare festa. A questo dovrebbero servire i luoghi: incontrarsi e scambiarsi i punti di vista, le storie, i colori che ci portiamo appresso. La felicità è sempre poliedrica e multiforme, una festa è sempre al plurale. Abbiamo scelto il nome croccante proprio perchè ci evocava questo gran concerto variopinto e sinestetico: a un primo sguardo una determinata consistenza del cibo, ma come provi a spiegartela meglio ecco che è già un suono, scròc, e immediatamente anche un sapore. Aggiungi poi il fatto che già al primo morso sei pervaso da un’energia frizzantina, croccante è già una voglia di vivere e fare comunità. Croccante sinestetico. Così vuole essere la festa, luogo di creazione, creazione senza confini.
E poi come avete, diciamo, affinato il vostro concept?
Il concept s’è poi sviluppato per conto suo, come fosse una creatura dotata di vita propria: tanto che, ad un certo punto, quando, dopo le prime feste, ci siamo seduti attorno ad un tavolo per cercare di chiarire quale direzione e quale identità volessimo dare a questa ‘cosa’, ci siamo resi conto che questa ‘cosa’ aveva già una personalità spiccata e indipendente: insomma era cresciuta sotto i nostri occhi senza che manco ce ne accorgessimo. Sicuramente al centro della festa c’è l’idea di Gioco, inteso nella sua accezione più spontanea e fanciullesca possibile. Croccante è acchiapparella, nascondino e le bolle di sapone. A ognuno la sua idea di festa. Pensiamo ai collettivi che lavorano sugli aspetti rituali della
festa, indagando le connessioni ancestrali e tribali, o a quelli che mettono in primo piano la natura politica e anarchica del party. Crediamo che siano tutte fondamentali. Per noi Croccante è anzitutto una riscoperta di un’innocenza fanciullesca. Per questo ci impegniamo per cercare di creare una cornice che allo stesso tempo svolga la funzione di separare la festa dal mondo esterno e accogliere i partecipanti in un mondo nuovo, alla rovescia, abitato da gatti parlanti e maghi burloni. Ci piacerebbe creare un portale d’accesso come si deve, uno specchio magico o una tana del Bianconiglio. Da qua tutto l’immaginario carnevalesco, fatto di maschere e identità capovolte: l’intento è di spogliarsi di tutte quelle categorie, abitudini e modi d’essere tipici dell’età adulta. Ovviamente non è facile: non c’è nulla di più inquietante e tristemente consumista e adulto
del luna park, ed il rischio è quello di finire per sembrare un luna park. La chiave per evitare tutto questo sta nell’autenticità, e l’autenticità passa per le persone che partecipano, a partire da noi del collettivo. Siamo i primi che devono divertirsi, sennò l’incantesimo non funziona. Per questo è fondamentale organizzarsi a modo ed essere consapevoli dei propri limiti, sennò si finisce per voler fare troppe cose e ci si dimentica, come dire, della polvere magica.
Presentateci il collettivo che lavora a Croccante, ci piace dare spazio a tutte le anime di un progetto.
Considerato quanto già prolissa è stata la risposta alla prima domanda, vi evitiamo un papiro infinito di nomi, aggettivi e storie annesse. Anche perché viviamo fin dal primo momento in uno stato indeterminato della materia, inquantificabili, provi a fare la conta e succede
sempre qualcosa, si aggiunge un nuovo membro alla ciurma, qualcun’altro si prende una pausa perchè purtroppo il tempo è quello che è, altri ancora si trovano momentaneamente su altre rotte in altri oceani, ma la nave va avanti, eh, vento favorevole o meno!
Quel che è certo è che rivendichiamo una delle ciurme più variopinte e variegate dei sette mari. La musica è in mano ai nostri resident DJ ma tutti quanti proponiamo artisti che ci intrigano. Abbiamo un gruppo installazioni che ci dà un mare di soddisfazioni con personalità
dal teatro, cinema e mondo del VJing, e che include un pool di orafe e designer che hanno sempre portate un tocco di stile ed eccentricità sia all’interno della festa che nella sua vetrina mediatica con il grande aiuto di alcune illustratrici che periodicamente producono dei
capolavori per presentare le nostre feste. L’organizzazione in generale è da considerare un nostro carattere distintivo che fin da subito ci ha permesso di crescere tranquilli grazie ai nostri ingegnerini ai loro excel, power point e software matti. Al di fuori di queste macro
categorie abbiamo un universo di anime che gravitano intorno all’evento, chi più vicino, chi sporadicamente un po’ come delle comete e che ogni volta trovano un modo di rendere speciale l’evento.
Come vivete la scena torinese attualmente? Proviamo a confrontarci un po’ su pro e contro di questa città e di questo momento storico.
Domanda complessa sulla quale noi stessi abbiamo impressioni diverse. C’è chi è qua da poco e viene da città molto più tristi e smorte che sta vivendo il suo momento di incantamento per Torino. Oggettivamente la città brulica di eventi e feste e cose da fare. Serve un minimo di olfatto, sapere fiutare le giuste situazioni, saper costruire le giuste situazioni, ma è innegabile che ci sia una scena popolare, underground, comunitaria, poco pretenziosa, autentica, e non interessata alle becere prospettive di profitto. Ovviamente è la bolla underground di una città in cui poi c’è tanto altro.
Potremmo aprire mille discorsi, su un certo tipo di movida, su un certo tipo di locali, sui prezzi di un certo tipo di locali e sui gestori
di questi locali. Forse certe serate sono troppo dj-centriche, e poco interessate a indagare altri aspetti della festa, ma onestamente non ci interessa fare i bacchettoni a riguardo. Se è vero che c’è vita a Torino, e che esistono oasi felici in cui poter portare la propria idea di festa, bisogna allo stesso tempo riconoscere che ci sono tanti compromessi e limiti a cui sottostare che spesso tarpano le ali: vuoi perché gli impianti sono quel che sono, perchè gli spazi non sono attrezzati o i servizi non adeguati, e ovviamente impatta la qualità di quello che vuoi portare. Ben più serio invece è il discorso sui vergognosi episodi di violenza che ogni tanto accadono, specialmente la notte, e che sono indice che in questa città non va tutto bene, che forse è giusto per un attimo uscire dalla propria bolla felice per capire come poter agire a riguardo .
A livello strettamente musicale come inquadrereste la vostra serata?
Ci piace essere variegati. Da disco e funky spaziando per electro, break, jungle, trance,techno, insomma, basta che sia croccante! Diciamo che se siamo stati bravi e la festa viene bene allora il dj dovrà solo percepire le frequenze che aleggiano nell’etere, e sarà naturalmente guidato alla scelta dei pezzi più appropriati (ci piace portare quei dj che quando sfogliano i dischi e scavano tra le cartelle sono un po’ come rabdomanti, è il bastoncino di legno a scegliere la musica, mica loro). In futuro speriamo di riuscire ad aumentare la musica suonata dal vivo (che fino ad oggi abbiamo esplorato solo in chiave elettronica), ma non c’è cosa più croccante di un synth accompagnato da un qualche sassofono e da un percussionista che ci faccia sudare sul dancefloor.
Non solo musica però: si percepisce la volontà di creare un “contorno” all’experience sotto cassa in senso stretto. Come avete gestito questo aspetto fino ad ora e cosa vi piacerebbe fare in futuro?
Ecco, questo è il punto fondamentale! Diciamo che la filosofia delle chef è di rendere il contorno una portata principale. Ogni collettivo ha la sua personale gastronomia della festa, noi di Croccante serviamo il dolce all’inizio e grandi insalate al posto della classica tagliata.
O forse siamo qualcosa di più simile a un gran banchetto composto di soli primi piatti. Insomma… L’idea è che non si esce fuori semplicemente a fumare un cicco, ma in qualche modo, dovunque ti trovi, sei sempre in un certo senso sotto cassa. Siamo una festa all’insegna della Musica, ma intesa più in senso etimologico, come arte delle Muse. Grossa parte della fase organizzativa consiste nell’incontrarsi al Nido e nello scovare,
invitare e coinvolgere artisti, artigiani e creativi di ogni tipo e genere. Questo ci permette anzitutto di fare comunità, che in fondo è l’unico vero motivo per cui facciamo tutto questo. Fare festa è fare comunità. Quando ci ritroviamo per proporre nuove idee e capire chi invitare, spesso passiamo la sera tra un “Guarda che fighe queste cose!”, “Dobbiamo assolutamente contattare questa persona!”, e così via.
In più ci siamo resi conto di quanto il contesto riesca a esaltare e infondere di una straordinaria magia quelle attività che, inserite in un contesto quotidiano, risulterebbero poco speciali. Dallo scartare le caramelle a farsi un braccialetto di perline, da mangiare una banana a disegnare con le matite colorate: diciamo che a croccante è tutto più croccante.
«Così vuole essere la festa, luogo di creazione senza confini»
Potendo sognare in grande, una location incredibile dove vi piacerebbe portare la vostra serata?
Quando facciamo le riunioni abbiamo sempre dei momenti in cui sogniamo in grande senza farci limitare dai problemi concreti di budget. Più che la location spesso ci perdiamo in strane idee strampalate su attività e persone da invitare, non so, telescopi per guardare le stelle, piscine di liquidi non newtionani, mongolfiere, saltinbanchi e così via. Sarebbe grandioso organizzare un vero e proprio festival, di modo da sfruttare al meglio tutta la giornata.
Un pezzo a testa per raccontare il DNA di Croccante. Con una descrizione a piacere della canzone (spiegando perché la ritenete importante per descrivere il vostro mood).
Yellow Magic Orchestra – Tong Poo
Pezzo di chiusura del primo Croccante.
Henri Texier – Les Là Bas (Bonobo remix)
Per me Croccante è come il Soul. Le voci di ciascun individuo si fondono per dar vita a un
unico motore pieno di amore, forza e condivisione.
Cuca Rafa – The one who spoke is no longer here
A me, raga, questa ricorda troppo le vostre vocine durante il Croccante, o comunque sono
vibes che mi ricordano voi croccantini.
Tiga & Hudson Mohawke – Silence of Love ft. Jesse Boykins III
Oltre ad essere un pezzo che mi immagino tantissimo in una chiusura di un Croccante, è un
pezzo super bello che con i suoni e le parole dipinge scene romantiche in pista. E devo dire
che spesso durante le nostre feste ho avuto quella sensazione di amore per l’intera pista e
di sentirmi in un grande abbraccio.
Markus Nikolai – Passion
Passion …
Ascendant Verge – Influencer
Questa traccia per me significa liberazione, lasciar scivolare ogni possibile sensazione
negativa lungo il mio corpo. Ed è quello che mi fa provare Croccante: libertà, senso di
appartenenza, disinnescamento di ogni ingranaggio bloccato. Ogni individuo che ne fa parte
si unisce l’un l’altro senza limiti e senza pregiudizi, ed è una sensazione meravigliosa.
D’Arabia, Dj Rou – Continuamente
Shanti Celeste – Cutie
Una storia Instagram memorabile che annunciava la prima serata croccante al Bunker con
questa soundtrack
Ràpido – Le Motel Clara
Primo brano di Ulsa a Croccante, è entrata così e ha spaccato tutto.
Whodamanny – Baila Chica!
Primo mio Croccante, me l’avete fatta entrare in testa.
La Femme – Sacatela
Questa in chiusura ci sta bene.
Amplified People – FREIPARTEI
Prima volta che ho suonato a Croccante, questo è il momento in cui tutto è iniziato a saltare
per aria…
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