Il party dei Kool & The Gang continua da sessant’anni

La storica band americana si è esibita a Bologna, per festeggiare sessant’anni di carriera e l’imminente introduzione nella Rock & Roll Hall of Fame. Report a cura di Filippo Santin. 

I Kool & The Gang sono un gruppo leggendario. Attivi ormai dal lontano 1964 – seppur andando incontro nel tempo a vari cambi di formazione – soprattutto negli anni Settanta e Ottanta hanno sfornato un successo dopo l’altro, definendo il suono R&B, funk e pure disco dell’epoca.

Sono anche uno di quei gruppi, però, che a sentirlo nominare alcune persone potrebbero rispondere con un “chi?”. Ma poi basterà canticchiare “Jungle Boogie”, per esempio, o “Get Down On It”, “Celebration”, per sentire quelle stesse persone dire: “Aaah, certo!”.

La musica dei Kool & The Gang è stata usata in film storici come “Rocky” o “Pulp Fiction”, oppure è stata campionata spesso nel rap, sopravvivendo così al tempo che passa.

La band capitanata dal bassista Robert “Kool” Bell, uno dei membri fondatori, si è dunque messa in viaggio per festeggiare i sessant’anni dal suo esordio, imbarcandosi in un tour europeo che ha toccato anche l’Italia – con due date, a Bologna e a Taranto.

Nel capoluogo emiliano, grazie all’organizzazione di Django Music e Teatro EuropAditorium, sono stati ospitati all’interno della rassegna Sequoie Music Park, che ogni estate anima il Parco Caserme Rosse.

Il pubblico accorso è composto in buona parte da persone che hanno dai cinquant’anni in su, ma si possono notare anche ragazzi e ragazze che, magari, si sono interessati ai Kool & The Gang attraverso le canzoni hip-hop in cui sono stati campionati, o a cui piace ballare generi come il funk, l’R&B, il jazz.

 

Prima che la band metta piede sul palco, passano in rassegna sul maxi-schermo spezzoni che mostrano le varie fasi di carriera dei Kool & The Gang dagli inizi a oggi. Poi finalmente i membri del gruppo fanno la loro comparsa, e diciamo che – giustamente – non badano alla sobrietà nel loro abbigliamento: ognuno di essi, infatti, indossa camicie o pantaloni coperte di lustrini, che luccicano sotto i riflettori, retaggio estetico di quell’epoca passata che come già detto i Kool & The Gang hanno contribuito a definire.

Accompagnati dal suono delle trombe e dei sassofoni, chiedono al pubblico: “Are you ready to party?!”. È la premessa che annuncia un concerto il quale sarà, in fondo, un enorme party capace soprattutto di riportare indietro nel tempo.

Si parte non per nulla con “Fresh”, hit del 1984 che subito fa scatenare nel ballo i presenti. È facile la sensazione di sentirsi davvero catapultati in quell’epoca, con la band che pure ironizza “muovendosi da robot”, in perfetto stile anni Ottanta.

Da qui in poi, per tutta la durata del live, si respirerà l’aria di un altro tipo di intrattenimento rispetto a quello a cui siamo abituati oggi. La musica pop, infatti, negli ultimi anni si è fatta spesso più malinconica rispetto a una volta, basata magari su un intrattenimento più “minimale” e laconico, non soltanto nelle sonorità. I Kool & The Gang invece sembrano riprendere quella sfarzosità – detto con accezione positiva – e quell’entusiasmo tipico degli anni Ottanta, quando la società viveva il senso di fiducia di un nuovo boom economico, e sembrava aver ritrovato la voglia di divertirsi liberamente dopo gli anni bui dei Settanta.

Tutto lo spettacolo ha forti tinte kitsch, per esempio nei visual che mostrano cuori fucsia o forme geometriche fluo che si intersecano rapidamente, ma è stemperato dalla straordinaria bravura tecnica di ogni membro sul palco – tant’è che una ragazza, a fianco a me, dirà al fidanzato: “Non sono abituata a musicisti che suonano così bene”.

Si passa poi attraverso vari assoli di chitarra o di batteria, che tuttavia non suonano come virtuosismi tirati troppo per lunghe. Fino a che non giunge il momento del giusto tributo a Robert “Kool” Bell, introdotto dagli altri membri della band i quali ricordano tutto ciò che ha ottenuto lungo sessant’anni: dall’elenco di tutti i premi vinti con i Kool & The Gang, fino all’annuncio che nell’ottobre di quest’anno il gruppo verrà introdotto nella “Rock & Roll Hall of Fame”. Lo storico bassista si racconta un po’, ricordando la strada percorsa fino a qui e ringraziando il pubblico. Subito dopo però ricomincia il party, in una parte che viene dedicata soprattutto “to all the ladies”, con pezzi come “Joanna”. Ma il climax si raggiunge poco dopo, quando il gruppo suona le hit che tutti aspettavano, ovvero “Jungle Boogie” e “Hollywood Swinging”, con le quali è davvero impossibile non dimenarsi.

Per far riposare un po’ i muscoli c’è poi spazio per un momento più tranquillo, anche emotivo, con “Summer Madness” – spettacolare il crescendo dei synth nella canzone, mentre sullo schermo pulsa piano un grande sole arancione – e con la malinconica “Cherish”, che fa alzare gli accendini al cielo.

Ma al termine di queste si riparte a ballare con “Ladies Night”, e poi, per concludere, è tempo finalmente della canzone più celebre dei Kool & The Gang, quella che chiunque conosce: “Celebration”.

A proposito di celebrazioni, il live della band statunitense è stato proprio questo: una celebrazione del divertimento, di quello anche fastoso, in contrasto con i tempi che purtroppo corrono. Ma non si tratta della glorificazione superficiale di un edonismo di altri tempi, bensì dell’espressione pura del fare musica. D’altronde di questo si tratta: dell’esprimere e del suscitare emozioni. E se c’è una cosa che la musica sa fare bene, anche meglio di altre espressioni artistiche, è quella di poterti trasportare in fretta altrove, in un altro tempo e dimensione: lì dove, almeno finché verrà suonata l’ultima nota, esiste soltanto il sentire, nel suo nucleo più semplice e profondo, distante – pure per fortuna – da tutti i “contorni” della vita quotidiana.