Cinquantatré lettere compongono quello che, a ragione, potrebbe essere definito un romanzo epistolare, ma la ragione viene spesso messa da parte e l’epistola diventa emozione e l’emozione diventa romanzo. La recensione dell’ultimo libro del cantautore/professore Roberto Vecchioni. A cura di Francesca Vianello.
Due voci, ben distinte, eppure così strettamente legate, si alternano tra le pagine: da un lato c’è l’ego, Roberto Vecchioni in persona che, sotto forma di lettere indirizzate ad un misterioso nonno, rievoca momenti salienti della sua vita. Si manifesta, poi, l’alter ego: quello stesso anziano a cui Vecchioni rivolge le sue epistole, senza peraltro ricevere risposta, ne scrive di sue su argomenti tra i più disparati, indirizzandole a personaggi reali o immaginari.
Che quell’amato nonno non sia altro che il Vecchioni d’oggi a cui sono indirizzati ricordi, sotto forma di lettera, per rievocare il bambino, il ragazzo e l’adulto che è stato, attraverso un viaggio nel tempo a ritroso?
Le lancette della macchina del tempo sono ferme all’ormai lontano 1950, quando Roberto aveva appena sette anni; da questo momento ha inizio il percorso nei meandri dell’anima dell’autore che viene messa a nudo, pagina dopo pagina, con uno struggente realismo. Stile e linguaggio si conformano all’età e, man mano che si procede nella lettura, si viene a conoscenza di un Roberto bambino che già si interroga sul futuro, per poi lasciare spazio all’adolescenza e ai suoi drammi amorosi, fino ad approdare all’età adulta e alla scoperta di un grande talento.
È un libro d’amore. Questo sentimento pervade l’intero romanzo: ne si sente il dolce profumo quando parla di sua moglie Daria e il puzzo nauseabondo quando, nell’aprile del 2023, perde un grande amore, suo figlio Arrigo.
L’ormai ottantenne Vecchioni ha scritto questa autobiografia, mascherata da romanzo epistolare, con l’ironia e la saggezza che lo contraddistinguono, rendendo consapevole il lettore della bellezza e, nello stesso tempo, della difficoltà della vita, come solo un uomo della sua età e della sua levatura morale può fare.
Tra il silenzio e il tuono è un romanzo adatto ad un ampio target di lettori: a coloro che vogliono conoscere un po’ più a fondo quest’anima fragile di nome Roberto Vecchioni, a chi è affamato di cultura e non ne è mai sazio e, soprattutto, a chi vuole farsi emozionare da un’opera che lascia un segno indelebile nel cuore di chi la legge.
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
Tra il silenzio e il tuono
Difendi questa umanità
Anche restasse un solo uomo.
(Chiamami ancora amore, Roberto Vecchioni)