Il 19 giugno 2023, dopo sette anni di estenuante attesa, gli M83 tornano in Italia per una data unica al Circolo Magnolia di Milano.
Anthony Gonzalez è come uno chef che dopo aver creato un paio di piatti eccellenti (“Saturdays = Youth” e “Hurry Up, We’re Dreaming”) ha cercato di sperimentare, usando vecchi e nuovi ingredienti, scontentando qualche palato qua e là, per poi trovare il giusto equilibrio tra presente e passato con la sua ultima ricetta. In “Fantasy”, l’ultimo disco di inediti uscito lo scorso marzo per Virgin Records e Mute Records, non mancano il dream-pop, marchio di fabbrica, e lo shoegaze, ritorno di fiamma, ma si intravedono anche alcuni spunti post-rock che permettono alla live band di mostrare i muscoli sul palco.
Anche se “M83” da diverso tempo è sinonimo di “Anthony Gonzalez”, rimasto l’unico membro fisso e l’unica mente creativa del progetto, la lineup di questo tour si è arricchita e sembra aver trovato un nuovo equilibrio. Il polistrumentista Clément Libes, per esempio, è un valore aggiunto difficile da ignorare, mentre Théophile Antolinos alla chitarra e Julien Aoufi alla batteria aiutano a concretizzare quel salto di qualità strumentale che l’esecuzione dei brani di “Fantasy” richiede. Ne è una prova “Oceans Niagara”, anello di congiunzione tra gli esordi, l’esplosione di “Hurry Up” e l’eclettico nuovo corso. Già a inizio scaletta i toni sono chiari e, nonostante qualche difficoltà tecnica, la visione degli M83 riesce ad arrivare chiara e precisa al pubblico.
La band purtroppo si scontra con qualche problema tecnico non troppo chiaro, si scusa più volte ed esterna una sincera gratitudine per la partecipazione del pubblico. A dire il vero la folla del Magnolia (decisamente sold out) ci mette un po’ a carburare. L’incertezza tra il caldo e qualche nuvola minacciosa, unita allo spaesamento tipico dei lunedì di inizio estate, creano uno strano clima di sospensione. Ma traccia dopo traccia, addentrandosi nella setlist, gli ingranaggi iniziato a muoversi correttamente. La svolta avviane già con “Run into Flowers”, primo singolo estratto da “Dead Cities, Red Seas & Lost Ghosts”, secondo LP della formazione francese. Sono incontenibili poi le reazioni su “Noise”, “Wait” e “We Own The Sky”, durante le quali emerge anche il grandissimo lavoro di light design e visual.
La poetica del progetto M83 vive anche e soprattutto nella sua rappresentazione visiva, nei suoi concept, nei suoi colori e nella sua grande capacità di trasportare in un multiverso di luci e suoni. L’encore in tal senso è speciale, perché raccoglie tre perle tra le più amate, quelle che hanno contribuito a rendere gli M83 un progetto di culto, anche per gli amanti del cinema: “Midnight City”, “Mirror” e “Outro”. Questa netta separazione tra nuovo materiale a inizio serata e le hit imprescindibili in chiusura fanno sì che la platea del Magnolia possa assorbire l’intera esperienza come un emozionante crescendo, dal quale emergono alcune delle prove più convincenti in termini di impatto, ma anche con una chimica invidiabile. Un continuo dialogo tra synth e chitarre, tra passato e presente.
Se confrontato con l’ultima data italiana della band, in scena al Todays Festival di Torino nel 2016 per promuovere l’uscita di “Junk”, questo concerto sembra ribaltare un paradigma. Se prima la prova del palco sembrava voler semplicemente confermare le ottime cose fatte in studio, ora il lavoro discografico sembra potersi finalizzare solo se suonato dal vivo. Il live riflette in qualche modo il percorso discografico intrapreso da Gonzalez in questi anni. Si vede uno show maturo, pienamente consapevole, che fa anche pace con alcuni limiti autoimposti (come la rinuncia alle parti cantate, qui nuovamente vitali). Con il ritorno ad alcuni guizzi shoegaze, per anni ampiamente rimpianti da chi aveva intravisto negli esordi del progetto un’ultima speranza revival, anche i più disillusi possono ritrovare un valido motivo per esultare. Siamo di fronte all’ennesima rinascita degli M83.