Karma Clima: i Marlene Kuntz e l’amore ai tempi del cambiamento climatico

A 6 anni di distanza dal loro ultimo progetto discografico “Lunga attesa”, dove ha tentato (non senza
inciampi) a recuperare le sonorità noise/alternative-rock degli anni ’90, la band piemontese ha sentito la
necessità di comunicare a modo proprio, attraverso un progetto discografico piuttosto ambizioso, un messaggio potente e necessario: il nostro Pianeta è a rischio.


_di Mario Lo Curzio 

Scordatevi la rumoristica e le sezioni ritmiche serratissime de “Il vile” o “Ho ucciso paranoia”: la vena
cantautorale dei Marlene (già messa ampiamente in luce nel primo disco solista di Cristiano Godano “Mi
ero perso il cuore”) ha preso il sopravvento. “Karma Clima” dà spazio a violini, synth ed elettronica, è
l’ultimo passo di un percorso più che coerente di una band che ha deciso produrre nuova musica non in
modo ‘meccanico’, ma con un preciso e tangibile obiettivo: interrogarsi, e aiutare gli ascoltatori e le
ascoltatrici a farlo, sull’emergenza climatica e su quanto poco stiamo facendo per salvare la nostra amata
Terra.

“Karma Clima”, però, non è solo un disco. Prodotto dalla band piemontese con Taketo Gohara, che
come sempre si è dimostrato impeccabile a dare compattezza e profondità a tutte le tracce, il nuovo
materiale è stato scritto e registrato, tra ottobre e dicembre 2021, durante tre residenze artistiche in
Piemonte (Viso a Viso Cooperativa di Comunità di Ostana, Birrificio Agricolo Baladin Piozzo e Borgata
Paraloup), durante le quali i componenti della band hanno realizzato una sorta di ‘music factory’ aperta al
pubblico e dando la possibilità di entrare in contatto con le comunità che vivono quei luoghi, valorizzando
meravigliosi territori extraurbani, promuovendo il turismo lento e dando spazio alle realtà
enogastronomiche dei luoghi.

Ma parliamo di musica: i testi di Godano sono come sempre lirici e raffinati, e danno nuovo respiro a una
recente produzione un po’ sottotono. Stavolta, infatti, la peculiare fusione marleniana tra terreno e
spiritualità avviene in modo ancora più efficace: Marlene grida tristemente, con un’oscura consapevolezza,
ma lo fa sussurrando da dietro una spessa tenda, usando tante parole ma chiare come il Sole. Non ci
fornisce soluzioni o vie di fuga, osserva il nostro mondo da un punto di vista freddo e disilluso. Un’ultima
chiamata alle armi. E a proposito di fuga, nel primo omonimo brano del concept album, nonché primo
singolo estratto, i Marlene puntano il dito ai social network e al controllo delle masse, in un continuo
ansiogeno crescendo senza ritornelli. Godano mostra tutti i suoi (e i nostri) dubbi e sensi di colpa, e dà
fondamentalmente una chiave di lettura di “Karma Clima”, album all’interno del quale snocciola le singole
sfaccettature di un tema tanto ambiguo e complesso, quanto al medesimo tempo dai così chiari effetti.

“Tutto tace” è il canto funebre del nostro Pianeta, un ultimo triste commiato accompagnato da tetri cori
gospel. Le atmosfere (un po’ troppo?) melodrammatiche continuano a riempire il disco con “Lacrima“ e
“Bastasse”. La prima narra un’emozionalità ambivalente, una lacrima stendhaliana che sgorga alla vista di
paesaggi mozzafiato, vuoi per la tanta bellezza, vuoi per la paura che possa tutto sparire. La seconda la fuga
di due innamorat* da un mondo in devastazione, una storia d’amore minacciata da un malnutrimento
terreno, e dunque emotivo. “Laica preghiera” è forse la traccia più intensa e liturgica del disco, è un appello
accorato agli Dei: questi ultimi parlano attraverso la voce angelica di Elisa, la quale zoppica forse un po’
nello spoken word, ma si dimostra per il resto l’immensa cantante che noi tutti già conosciamo. La
radioheadiana sezione ritmica di “Acqua e fuoco” è una delle più calzanti del disco: anche qui Sergio
Carnevale (ex Bluvertigo), in sostituzione dell’ormai ex batterista Luca Bergia, si è calato perfettamente
all’interno degli ariosi arrangiamenti partoriti dall’estro di Davide Arneodo, ed eseguiti, come quelli del
resto dei brani, dalla Budapest Art Orchestra. “Scusami”, un brano dancefloor quasi inedito per i Marlene, e
l’ironica “Vita su Marte”, brano caustico ma con un ritornello forse un po’ banale, precedono la traccia di
chiusura del disco, ovvero “L’aria era l’anima”, brano preferito di Godano. Quest’ultimo si immagina un
nonno che descrive al nipote, in modo sofferto e struggente, il ricordo di una città ormai inabitabile in
quanto sommersa dall’acqua. Il coro di voci bianche nel finale, forse leggermente fuori luogo, mette in
risalto però il vero messaggio del disco: le prossime generazioni sono quelle più in pericolo, dare priorità
(davvero) al loro futuro può essere il motore primo di tutte le nostre azioni per salvare il Pianeta.

Un’ultima volta, un’ultima chiamata.

Ecco invece le prossime “chiamate” sotto palco del tour di Karma Clima:

04 novembre 2022  Trezzo S/Adda (Mi)
05 novembre 2022 Capitol Pordenone
11 novembre 2022 Supermarket Torino
13 novembre 2022  Bologna
19 novembre 2022 The Factory Verona

I biglietti sono disponibili qui: https://marlenekuntz.com/live/