Le chitarre killer delle Wet Leg ai Magazzini Generali di Milano

Il concerto delle Wet Leg ai Magazzini Generali di Milano ha confermato i progressi
della band dell’isola di Wight, con qualche riserva. A cura di Mattia Nesto. 

E meno male che le chitarre erano sparite. Mi è venuto in mente questo quando,
davanti ai Magazzini Generali di Milano completamente “tappati”, ho assistito al bel
concerto delle Wet Leg l’altra sera. Al netto di tutto, infatti, la cosa veramente
interessante dello show, oltre ad evidenziare gli evidenti miglioramenti della band
inglese (che al Primavera aveva fatto un po’ storcere il naso a molti appassionati e
esperti) ha certificato anche e soprattutto un rinnovato interesse per la musica fatta
“con le chitarre, il basso e la batteria” e per l’indie-rock in generale. Certo, vi
confesso che, almeno nel settore stampa, l’età media non era così bassa (si parlava,
distintamente, di avere visto dal vivo i primi concerti dei Green Day in Italia e di
avere assistito alla parabola dei The Libertines, tanto per dire) ma non è questo il
punto.

Rhian Teasdale e Hester Chambers, le due Wet Leg, hanno dato vita a uno show di
più di un’ora molto tirato e ben eseguito, con alcuni momenti, soprattutto la parte
centrale, in cui il pubblico dei Magazzini Generali ha davvero vibrato all’unisono con
la band inglese.
Soprattutto quando sono stati eseguiti i brani “Angelica” e “Ur Mum” si è raggiunto
una sorta di apice: la formazione composto da tre chitarre, ogni tanto una
tastiera/synth, un basso e una batteria è stata in grado in queste due canzoni di dare
forma e sostanza alla proprio proposta musicale, mostrandosi perfettamente in grado
di cambi di ritmo che viravano verso un approccio più muscolare, di rock puro
diciamo così, per poi ritornare, con grande eleganza e levità, nei territori più noti
dell’indie-rock.

Intendiamoci: questo è un concerto, e un gruppo in generale, che
sarebbe stato perfetto anche e soprattutto per il 2007-2008. Non c’è una vera e
propria idea innovativi dietro alle Wet Leg, al netto dell’ottima campagna di
comunicazione delle due “amiche con la chitarra”. Qui si parla di indie-rock
canonico, con pochi svolazzi e molti ritornelli killer. A tal proposito, proprio in
chiusura del concerto, si è invece assistito all’unico vero e proprio passo falso delle
ragazze dell’Isola di Wight. Il loro super-singolo “Chaise Longue”, che ormai anche
le pietre conoscono, non è stato eseguito nel “migliore dei modi possibili”: un po’
strascicato nel ritmo e nel ritornello, questa canzone non mi ha molto convinto anche

se, per onore di cronaca, il pubblico presente in sala l’ha pensata in modo totalmente
opposto: la calca era somma in quel momento e l’entusiasmo palpabile.
Per fare un paragone piuttosto ardito mi ha ricordato la trasposizione anime di
Chainsaw Man, il pluripremiato manga di Tatsuki Fujimoto. A mio gusto, l’anime,
seppur molto interessante e disegnato in modo incantevole, non ridona le stesse
sensazioni del fumetto: c’è meno pazzia e voglia di stupire a tutti i costi, mentre
invece si è preferito un’interpretazione più trattenuta e volta solo a trasportare “il
bello” di Chainsaw Man piuttosto che il “pazzo”. Così facendo, però, si sono
compiuti tanti piccoli torti, diciamo così, al materiale sorgente che hanno finito per
presentarsi sotto forma di qualche inciampo di troppo. Proprio come l’esecuzione di
“Chaise Longue”, per intenderci.

Personalmente ho invece apprezzato veramente tanto, dal punto di vista proprio
tecnico, l’esecuzione di “Wet Dream”. Rhian Teasdale, sempre più a suo agio nel
ruolo di leader e front-girl, ha interpretato alla grande la canzone, non sbagliando
praticamente una nota e ammaliando l’intero pubblico del Magazzini Generali di
Milano.

Alla fine, uscendo dai cancelli, l’impressione è stata quella che, almeno sotto palco, il
pubblico fosse in realtà composto da giovani e giovanissimi. Ennesimo segnale di
come, dopo quasi un decennio diviso, più o meno equamente, tra i sinth dell’it-pop e i
suoni urbani della trap, ragazze e ragazzi di oggi siano, massicciamente, tornati a
interessarsi di batterie e chitarre. Proprio come se fosse il 2009. Anche se nel 2009
neppure “era nato” l’uomo motosega e le Wet Leg si stavano conoscendo al liceo (!).